Davanti a un bel panorama siamo tutti attratti dalla vastità dello spazio, dall’immensità dei monti, dai colori di un tramonto, dalla profondità del cielo e tanto altro. Se il paesaggio è la meta, la tappa raggiuta o la vetta conquistata, per giungere a quel panorama, si arricchiscono dell’invisibile. La strada percorsa per giungervi, la fatica, il peso dello zaino, la condivisione con la Comunità e la preghiera. Ciò che i nostri occhi non vedono, il cuore e la mente lo toccano e lo sentono.
L’invisibile per le Scolte e i Rover è far propria la Strada, sapere di averla percorsa e di doverla percorrere ancora, è sperimentare la Comunità, essere fieri di vivere in comunione, è arricchirsi nel Servizio, riconoscere la grazia di accompagnare le sorelle e i fratelli nella loro crescita. Il Fuoco e il Clan ci regalano l’opportunità di essere persone uniche e irripetibili, libere e autonome e allo stesso tempo ci formano al sapersi mettere in relazione con l’altro, a rivelarti all’altro con fiducia come
fa Gesù.
Il Cardinal Martini scriveva: “Gesù cerca il modo adatto a Tommaso, che è diverso da quello della Maddalena, di Pietro e di Giovanni. Per tutti c’è una possibilità di aprirsi alla presenza del Signore. Non tutti i mezzi sono adatti a tutti, ma per tutti c’è un modo e un tempo, che il Signore conosce. È certo che il Signore a tutti vuole rivelarsi, anche a quelli che sembrano più refrattari e che maggiormente lo respingono.”
La modalità e il tempo scelti dal Signore per ognuno di noi sono certamente tracciati dai segnali che abbiamo incontrato nello scorso triennio: gli ostacoli da superare, il cane che morde, il messaggio nascosto, i segni nel bosco, l’invito ad accelerare e altri ancora.
Ora siamo vicini, il campo è in questa direzione, è ora di far spazio alla gioia di poter apprezzare il panorama non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore per far ritorno alla fonte, a Cristo. Seguire Gesù sulla via di umanità, obbedienza e umiltà vuol dire riconoscersi amati nei successi, nelle conquiste, nelle gioie ma anche nelle debolezze e nelle sofferenze.
Il nostro giogo è ora dolce e il peso è leggero: il Suo Amore porta gioia ma richiede un impegno concreto per sé stessi e per gli altri come è stata la Croce portata da Gesù per offrire sé stesso al Padre nella fedeltà alla Sua missione.
“Chi vuole essere mio discepolo prenda la sua croce e mi segua”, dirà, e pertanto questo è il giogo che, portato con Cristo, diventa soave e leggero.
Arriverà, inoltre, il tempo in cui dovremo leggere le tracce e guardare lontano, così lontano da raggiungere con gli occhi le stelle perché la contemplazione della volta celeste rende più ampia la nostra visione, ci fa rendere conto dell’immensità e della grandezza del Padre.
Le stelle ci aiutano a trovare il nord, la direzione da seguire, la meta personale da migliorare e il bivio da prendere. Il treppiede è stabile a terra, poggia le sue basi in basso e punta in alto, dove la fede tiene saldi il nostro cammino e la nostra vita da Scolta e da Rover.
Infine, quello stesso panorama ci aiuterà a trovare risposte e, soprattutto, a formulare le giuste domande, tra cui: Per chi sono io?
Buona Strada
Barbara Orioni