Salve ragazze/i per presentarvi l’intervistata di questo numero volevo stupirvi con effetti speciali, quasi “stellari”. Alessia, con cui ho vissuto un pezzetto di Strada vive una vita SENZA “DE-SIDERI”… penserete che sono impazzita!!! Ma chi ha intervistato???
Per capire bene la mia affermazione dovrete cercare l’etimologia della parola ”DESIDERIO”.
Ma siccome sono “generosa” ve l’ho cercata già io… Dal latino desiderium, derivazione del termine “desiderare”, composto dalla preposizione de– e dal termine sidera che significa, letteralmente, stella. “Desiderare” significa, quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”. Alessia è sicuramente una delle poche persone che conosco che non sente “la mancanza delle stelle”, perché il suo lavoro, la sua vita è colma di stelle e caratterizzata da una continua ricerca appassionata di esse.
Vi ho un po’ incuriosito? Allora ve la presento…
Cara Alessia, puoi presentarti ai nostri lettori? Cosa ci racconti di te?
Ho 43 anni e insieme alla mia famiglia abito vicino Milano. Sono laureata in Astrofisica e Fisica dello Spazio nell’ambito delle alte energie. Dal 2007 ho sviluppato una grande passione per la divulgazione e la comunicazione della scienza, che mi ha portato a lavorare presso il Museo Astronomico e Planetario di Roma e a conseguire il Master biennale in “Comunicazione della Scienza e dell’Innovazione Sostenibile”. Dal 2010 ho iniziato a vivere in Lombardia con l’idea iniziale di restare solo per il tempo necessario a conseguire una specializzazione (Master in comunicazione della Scienza) presso l’Università di Milano Bicocca. Ma è proprio qui che ho incontrato la persona che sarebbe poi diventata mio marito.
A farci conoscere è stata la “montagna”, per la quale sia io che Federico, mio marito, proviamo una grande passione: pensa che mi ha chiesto di diventare sua moglie sul Monte Bianco. Per osmosi, ormai, abbiamo trasmesso questa nostra passione anche a nostro figlio Riccardo. Amiamo vivere la montagna in tutte le stagioni, per questo pratichiamo molti sport dall’arrampicata, al trekking, allo sci, alla mountain-bike, per avere la possibilità di godere a pieno dei diversi ambienti che la natura è in grado di offrire. Insomma, ogni occasione è buona per fuggire dalla città. Ogni occasione è buona per spingersi sempre più su, là dove le stelle puoi quasi toccarle…
Come ti raccontavo, il tema associativo previsto per questo triennio è PER CHI SONO IO? – “… QUANDO VEDO I TUOI CIELI…” (Salmo 8) e appena l’ho letto ho pensato a te e alla tua grande passione. Quando e come è nata? Come l’hai coltivata?
Potrei addirittura dirti giorno, anno e mese perché non ci crederai, ma è stato un momento, una sera ben precisa, indelebile nella mia memoria. Avevo 11 anni e mi trovavo a Scanno (AQ) per il mio primo campo scout estivo, grazie a una “chiacchierata alle stelle” condotta da un Capo del Gruppo, Giorgio Bragaglia, ho spalancato per la prima volta i miei occhi al cielo e sono stata rapita dalla sua bellezza! Un cielo che ho potuto scoprire solo allontanandomi dalla città che, con le sue eccessive luci urbane, mi ha impedito e tuttora impedisce a chiunque di osservare le stelle e di godere della sua bellezza.
Cosa provi quando scruti il cielo e ti trovi a contemplare la volta celeste?
Anche se rischio di sembrare banale e ripetitiva la prima sensazione che provo di fronte a un cielo stellato è la meraviglia, lo stupore, perché per me il cielo è una delle più belle opere d’arte che abbiamo a disposizione ed è per questo che non posso farne a meno di contemplarlo. Dal luglio 2016 ho la fortuna di lavorare come astrofisico e referente scientifico, in un posto straordinario, “LOfficina del Planetario” a Milano ( https://lofficina.eu ), dove grazie ad un incredibile strumento opto-meccanico, Zeiss IV, è possibile godere ogni giorno del più bel cielo stellato di Milano.
Sono le stesse emozioni/sensazioni di quando eri più piccola?
Le sensazioni, le emozioni di stupore e meraviglia sono le stesse, ma se ne sono aggiunte anche molte altre. Grazie agli studi intrapresi nel passato, alle nuove conoscenze che via via arricchiscono il mio bagaglio culturale, oggi mi emoziono anche per le nuove scoperte e le nuove frontiere che si sono aperte nel campo dell’astronomia.
interviste
Con il tuo lavoro ti capita di incontrare e parlare a tante persone e anche a ragazzi della stessa età dei nostri lettori, secondo te, si è ancora capaci di ALZARE LO SGUARDO e TROVARE UNA STELLA?
Si, Sara, come hai già anticipato, il mio lavoro mi porta ad incontrare tantissimi bambini, ragazzi, giovani ed adulti, la mission che ho e che abbiamo, in generale, nel “LOfficina del Planetario” è quella di emozionare ed appassionare le persone, perché attraverso la passione e l’emozione trasmessa sia possibile che queste persone intraprendano un percorso di conoscenza nell’ambito astronomico, poiché non vogliamo “istruire”, noi vogliamo emozionare e da quella emozione ci auguriamo, poi, che nasca il desiderio di Conoscenza.
Se entro poi nell’ambito personale, sento di avere un’altra “missione”, quella di tornare a far osservare il cielo stellato per farne ammirare la Bellezza, perché mi auguro che scatti un “innamoramento” del cielo e, più in generale, del nostro pianeta Terra dal quale osserviamo le stelle: se ci innamora dell’ambiente, della natura, del cielo stellato poi possiamo sperare che i ragazzi, futuri uomini e donne, desiderino proteggere questo ambiente, come accade per un amore “privato”, lo si voglia proteggere e difendere dagli agenti esterni. Questo è quello che cerco di trasmettere anche a mio figlio, per questo lo porto spesso in montagna ed in altri ambienti naturali, perché spero che lui si innamori della Natura e di tutto quello che la Terra può offrire e possa maturare il desiderio di proteggere il nostro pianeta. A me piace sempre guardare le stelle nel loro insieme, un po’ come quando osservi un’opera d’arte, nella quale magari puoi cogliere dei particolari, ma poi è l’opera nell’insieme che ti conquista… è tutto l’insieme che è BELLEZZA, è STUPORE.
Grazie Alessia per tutto quello che hai condiviso e ci hai regalato con la tua testimonianza…
Grazie a te Sara e a tutta la redazione per questa possibilità. Vorrei salutarvi lasciandovi uno stralcio di un brano a cui sono molto affezionata, che è stato “folgorante” per me in gioventù e sempre di grande attualità…sono sicura che inviterà molti dei lettori di Carnet di Marcia alla riflessione:
«Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.
Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
È stato detto che l’astronomia è un’esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.»
(Carl Sagan – tratto dal libro “The Pale Blu Dot”)
“Spesso nella vita ci si accontenta di guardare per terra: bastano la salute, qualche soldo e un po’ di divertimento”.
(PAPA FRANCESCO)
Alessia e Sara
CURIOSITÀ
32 anni fa Voyager 1 riprendeva con la sua camera la Terra, che si trovava ormai a 6 miliardi di chilometri, creando una delle immagini più iconiche della storia dell’astronomia. L’idea di questa incredibile ripresa fu del grande astrofisico e divulgatore scientifico Carl Sagan che in seguito soprannominò “The Pale Blue Dot” e ispirò uno dei suoi più famosi scritti e riflessioni sul
nostro posto nell’universo.
LOFFICINA DEL PLANETARIO
Dal 1 luglio 2016 Associazione LOfficina ha in concessione la gestione del Civico Planetario di Milano. Il suo staff cura quindi la programmazione degli appuntamenti rivolti al pubblico, la progettazione di nuove attività, la conduzione di tutte le proposte scolastiche e la conduzione di alcuni degli appuntamenti pubblici. Inoltre lo staff di LOfficina gestisce anche i servizi accessori quali: back e front office, assistenza tecnica per la manutenzione dello strumento planetario (Zeiss IV). LOfficina nasce a Milano nel 2005, è composta da un gruppo eterogeneo di operatori, con formazione tecnico-scientifica ed umanistica, con esperienza pluriennale nel campo della divulgazione scientifica e didattica museale. L’Associazione opera in più ambiti sempre attinenti al settore scientifico tecnologico:
• Divulgazione scientifica per scuole di ogni ordine e grado
• Progettazione, organizzazione e gestione della didattica di mostre/eventi ed esposizioni
• Attività scolastiche presso il Civico Planetario di Milano
• Organizzazione, gestione attività pubbliche del Civico Planetario di Milano
• Progettazione e realizzazione di exhibit o strumentazione scientifica volta alla comunicazione
della scienza. (https://lofficina.eu)