Guarda in cielo e conta le stelle se ce la fai! C’è una leggera aria di sfida in questa richiesta. Come si possono contare le stelle del cielo senza andare in tilt dopo due secondi!? Eppure, questa è una di quelle strane richieste che Dio si diverte a fare ad Abramo. C’è un episodio narrato nel libro della Genesi in cui Dio sveglia Abramo nel cuore della notte e lo tira fuori dalla sua tenda piantata nel deserto per fargli questa strana richiesta: «Guarda in cielo e conta le stelle, se le puoi contare». Che senso ha una richiesta del genere? Perché divertirsi a svegliare una persona nel cuore della notte con una pretesa assurda?
Tutti noi sicuramente custodiamo gelosamente nel nostro cuore il ricordo di quel fuoco di bivacco sotto le stelle in cui ci siamo lasciati meravigliare dalla bellezza del firmamento. Come ad Abramo Dio ci ha fatto vedere tante cose belle e ci ha sussurrato «Guarda quanta bellezza c’è intorno a te!». Egli non ci ha messo dentro un tunnel oscuro, ma ci ha inseriti in un mondo a colori avendo come meta il cielo. A cosa servono tutte quelle stelle? Perché Dio si è dato così da fare per illuminare la notte con questo spettacolo? Per dirci che noi siamo chiamati a cose grandi e meravigliose.
Dio ci promette cose stupende ma poi passa il tempo, e a noi sembra che le cose non vadano dal verso giusto. Come mai? Dio chiede ad Abramo non solo di guardare le stelle, ma anche di contarle. Forse Dio non sa che è questa operazione è impossibile per l’uomo? Qual è il senso di questa richiesta? Abramo era già avanti negli anni, eppure Dio con questa strana richiesta sta facendo un’operazione straordinaria perché sta educando Abramo ad un principio sacrosanto. Facendogli sperimentare l’impossibilità disarmante di contare le stelle, Dio sta introducendo Abramo nella consapevolezza che la realtà sfugge al suo controllo. Per quanto possiamo impegnarci, non siamo noi a dominare la realtà. La vita ci sfugge, le situazioni si complicano e noi non riusciamo più a metterle apposto. È così nelle nostre relazioni, nelle malattie, nella società. Ci piacerebbe avere tutto sotto il nostro controllo così iniziamo anche noi a contare le stelle, proviamo a fissarne il loro numero per poi accorgerci che non ci riusciamo perché la realtà ci sovrasta.
In questo momento storico Dio ci sta facendo sperimentare ciò che ha fatto con Abramo, ovvero ci sta facendo percepire quella strana sensazione di non avere più il controllo della realtà. E questo non dovrebbe essere un male perché la volontà di tenere tutto sotto controllo è il vero peccato che ci impedisce di essere aperti e disponibili alle esigenze dell’amore.
Ecco allora che anche noi con Abramo dobbiamo smettere di contare le stelle, di tirare cazzotti contro l’aria e fare un atto di fiducia in Dio che ha stipulato con noi un patto eterno. Abramo ha davanti a lui lo stesso spettacolo che vediamo anche noi quando contempliamo il cielo ma poi deve cedere davanti ad una promessa divina senza alcuna certezza. Anche questa è un’esperienza straordinaria che possiamo vivere quando smettiamo di incartarci con le immagini di felicità che ci proiettiamo addosso e aspettiamo che sia la voce del Signore a dischiudere dentro di noi una gioia. Dentro di noi c’è molto di più rispetto a quell’istinto che ci porta a reagire sempre allo stesso modo e con gli stessi risultati assai scarsi. Dovremmo però imparare anche ad avere un po’ più di pazienza e concederci la possibilità di accogliere quella ricchezza che già possediamo e che attende solo di rivelarsi mediante la nostra vita.
Quell’universo pieno di stelle che brilla nella notte è dentro di noi e guida le nostre vite, è il Tempio dello Spirito che ci inabita e che attende di farci una carezza, di asciugare una lacrima, di regalarci uno sguardo in avanti nelle fatiche di ogni giorno.
Noi preferiremmo metterci a dormire e risvegliarci un giorno quando saremo fuori da questi problemi che non sembrano terminare, ma Dio ci sveglia nel cuore di questa notte e ci fa contemplare nel buio che ci circonda lo spettacolo delle stelle perché noi siamo chiamati a stare in questa realtà in mezzo a venti di guerra e curve pandemiche fuori controllo. È questo il momento in cui destare lo sguardo verso colui che è degno di fede per essere uomini e donne di speranza.
Poi lo fece uscir fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se le puoi contare»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore che glielo accreditò a giustizia.
(Gen 15,5-6)
Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli. Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità.
(Col 1,3-6)
La tua misericordia dà vita; ella dà lume per mezzo del quale si conosce la tua clemenza in ogni creatura, nei giusti e nei peccatori. Nell’altezza del cielo riluce la tua misericordia, cioè nei santi tuoi. Se io mi vollo alla terra, ella abonda della tua misericordia.
(Santa Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza)