Voi come le considerate proposte come:

  • lavarsi un po’ di meno, magari solo con prodotti “alternativi” al sapone, per risparmiare acqua;
  • ridimensionare aeroporti e turismo, per proteggere l’habitat di poche specie animali;
  • abbattere le emissioni di gas essenziali per la vita sulla terra come la CO2;
  • mangiare meno carne ma più insetti;
  • deturpare paesaggi meravigliosi con pale eoliche o campi fotovoltaici;
  • la plastic-tax in vigore dal 2022, e le altre tasse in arrivo su viaggi aerei e auto private (se non elettriche);
  • in generale, tutte le tasse, obblighi o divieti che puniscono i nostri stili di vita, nonché i portafogli dei più deboli, a favore della “natura”.

Oggettivamente, non c’è da sorprendersi se c’è chi considera cose del genere una dittatura dell’eco-fanatismo, cioè del sostituire Dio e l’umanità con “l’ambiente”, in base a concetti ormai diventati dogmi non criticabili.
Una neoreligione, più bigotta delle precedenti, ma sempre più diffusa a tutti i livelli, a partire, secondo alcuni, da Unione Europea, ONU e la stessa Chiesa Cattolica. Una neoreligione di “decivilizzazione”, miseria e austerità non necessarie.

Ecofanatismo no, realtà si!
Cedere agli ecofanatici sarebbe un “bagno di sangue mondiale”, si dice. La verità è che il 21mo secolo sarà un periodo davvero difficile comunque, per almeno quattro ragioni, che non cambierebbero di una virgola anche in totale assenza di riscaldamento globale o altre catastrofi puramente ambientali.
Primo, al mondo siamo tanti. La nostra associazione ha solo 45 anni (auguri!) ma da quando è nata la popolazione mondiale è raddoppiata. In meno di due generazioni. Significa che siamo troppi? No! Significa solo che siamo troppi per vivere con gli stessi sistemi, o pretese, del 1976 o 1966, visto che acqua, suolo, spazio e materie prime non sono certo raddoppiate. Si può e deve discutere, purché razionalmente, di chi è la colpa, ma questo non cambierà certi numeri.

Secondo, non siamo semplicemente il doppio di pochi decenni fa. In media, globalmente parlando, siamo anche sensibilmente più vecchi di allora, e continueremo a diventarlo in tutto il mondo, anche paesi come la Cina. Ma, sempre in media, ben prima di esserci fisicamente e psicologicamente adattati a sopportare senza scoppiare, ammesso di trovarli, vent’anni di lavoro in più.

Terzo, siamo molto, molto più interconnessi di prima. Probabilmente troppo, se bastano un solo portacontainer di traverso nel canale di Suez per far danni in tutta Europa, o un solo mese a un virus per raggiungere tutto il mondo. O se pretendiamo di elettrificare e connettere a Internet qualsiasi cosa, ma con materie prime presenti soprattutto in aree geopoliticamente affidabili come Cina e Afghanistan.

Quarto, di sicuro non stiamo bene, proprio per niente. Altrimenti ansietà, precarietà, disuguaglianze socioeconomiche e astensionismo non sarebbero in aumento da decenni, riducendo in alcuni casi anche l’aspettativa di vita, in parecchi paesi teoricamente già “sviluppati”.

Ma per noi Custodi, qual è il problema?
DOVE stanno i problemi veri e la loro soluzione?
E che DIFFERENZA fa?
Alcune critiche dell’ecofanatismo sono divertenti. Altre sono francamente ridicole, come la confusione fra tempo atmosferico, per definizione transitorio e locale, e il clima, che è semipermanente e globale, o almeno regionale. Oppure il discorso che la CO2 è essenziale per la vita: lo è anche l’acqua, ma quando diventa troppa anneghi. Ma non divaghiamo.
Sarebbe pericolosamente ingenuo negare, o ignorare, che l’ecologismo può raggiungere eccessi, tipo salvare solo o prima di tutto l’ambiente, e all’inferno le persone. O che oggi è anche una moda, fra l’altro praticabile solo dai relativamente ricchi. O che può essere un altro degli strumenti a disposizione di aziende e governi per mantenere privilegi e potere.

Ma questo non deve farci perdere di vista un paio di cose. Per cominciare, i quattro fatti appena riassunti sono tutti indipendenti dall’ambiente e significano tutti la stessa cosa: anche se l’unico fine della vita fosse far carriera e consumare con lo stesso spirito di sessant’anni fa, ormai è impossibile continuare a farlo per più di pochi anni senza enormi cambiamenti, in tutto il mondo. Ma soprattutto, a guardare bene, l’ecofanatismo non fa, o non dovrebbe fare, quasi nessuna differenza! Anche se fosse davvero solo fanatismo infondato, non fatevene scandalizzare o distrarre più del dovuto. Se non altro, perché la differenza concreta fra
presunti “ecofanatici” e veri Custodi potrebbe essere molta meno di quanto sembri, almeno se si guarda a risultati concreti sul lungo periodo.

“Quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano!“

Se lo fate molto probabilmente scoprirete che tante, tante cose da cambiare per una società realmente più giusta e più vicina al Vangelo avrebbero anche l’effetto di proteggere l’ambiente, minimizzare il riscaldamento globale, eccetera.
Questo è quello che conta. Certo, non è facile. Ma almeno noi la strada per arrivarci la conosciamo già.
Perché “Guardate gli uccelli del cielo che non seminano, né mietono…”, che è anche una delle cose più ecologiche di sempre, mica ce l’ha detto Greta Thunberg. E nemmeno “Date un calcio alla sillaba “IM” della parola impossibile”. E non vale certo la pena di rinunciarci solo perché farebbe contento anche qualche ecofanatico.

Buona Strada e Buona Custodia,
Marco


Figura 1: Consapevoli o “gretini”? O forse non è questa la domanda giusta?
Figura 2: Mai combattere fanatismo con disinformazione. Il “tempo” (meteo) NON è il “clima”!
Figura 3: Se Greta fosse solo uno scherzo “gretino”, che differenza farebbe?
Figura 4: “Che facciamo se il riscaldamento globale è tutta una grande truffa e creiamo un mondo migliore per niente?”