L’eccezionale capacità di connessione ci costringe oggi a praticare la vita con imprevedibilità. In questo trambusto in cui cadiamo miserevolmente, suscita un fascino particolare la straordinaria figura di san Paolo, un uomo che si descrive fragile e delicato, con una debolezza che nascondeva poi un grande coraggio grazie alla forza che gli derivava dall’essere rivestito di Cristo e che tra l’altro gli permetteva di parlare di Lui che aveva visto per grazia pur senza essere stato uno degli apostoli con cui aveva condiviso la strada. Questa forza gli permetteva di affrontare qualsiasi ostacolo, di annunciare Colui che improvvisamente aveva fatto irruzione nella sua vita e l’aveva capovolta del tutto.

Amava così affermarsi:

”PERCIO’ MI COMPIACCIO NELLE
MIE DEBOLEZZE, NEGLI OLTRAGGI, 
NELLE NECESSITA’, NELLE
PERSECUZIONI , NELLE ANGOSCE 
SOFFERTE PER CRISTO: QUANDO 
SONO DEBOLE, E’ ALLORA CHE 
SONO FORTE”. (2Cor 12,10)

Quante volte ci è capitato di sperimentare vissuti che non avremmo mai voluto vivere? Quante volte ci fermiamo, curvi su noi stessi, percependo di aver sbagliato tutto? Ogni volta che le cose non vanno come vorremmo, ci mettiamo subito a cercare un colpevole! 

Oltre a cercare colpevoli, quando le cose non vanno come vorremmo la nostra mente fa resistenza e si aggrappa con le unghie e con i denti all’idea di come le cose dovevano o potevano andare.
La vocazione sulla via di Damasco portò san Paolo, che fino a quel momento aveva perseguitato ferocemente la Chiesa, a fare di Cristo il centro della sua vita, annunciandolo a tutti, in particolar modo ai pagani.

Sconvolto dall’incontro con il Risorto, afferma di sé:

”RITENGO CHE TUTTO SIA UNA
PERDITA A MOTIVO DELLA SUBLIMITA’
DELLA CONOSCENZA DI CRISTO
GESU’, MIO SIGNORE. PER LUI HO
LASCIATO PERDERE TUTTE QUESTE
COSE E LE CONSIDERO SPAZZATURA, 
PER GUADAGNARE CRISTO”. (Fil 3,8)

Così inizia a predicare il Vangelo, con la parola e la testimonianza della sua vita. E mentre per noi gli imprevisti della vita, che ci costringono spesso a cambiare strada, manifestano la nostra deresponsabilizzazione più totale, portandoci al limite del vittimismo, per san Paolo non fu così.
Accade inoltre che altri pensieri che frullano nel nostro cervello ci inducono a compiere una vera e propria inversione a U, oltre che a puntarci diritto addosso: “che cretino che sono, non me ne sono accorto, con tutto ciò era che così evidente… ma si può?”.
Impieghiamo un po’ di tempo a ricordarci che il mondo non gira intorno alle nostre esigenze e che sono un essere umano, fragile, fallibile e spesso distratto come tutti. Incontrare Cristo sulla strada per Damasco cambiò la vita a Saulo, facendolo davvero rinascere, grazie alla folgorazione interiore in cui fu avvolto e nella quale udì la voce del Risorto che gli chiedeva: «Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9,4).
Battezzato da Anania, fece vera conoscenza di Colui di cui aveva sicuramente sentito parlare dalla parte avversaria ma che solo da quel momento divenne il centro e il fine di tutto il suo servizio come annunciatore.
Gli imprevisti non solo smuovono la nostra persona, ma soprattutto le nostre scelte. Si può trarre forza per continuare a procedere nel cammino, nelle proprie attività, nei progetti e nei sogni serbati nel cuore di ciascuno.
In tutti gli ambiti della vita e in qualsiasi circostanza, positiva o negativa, l’imprevisto porta sempre con sé una nuova strada da imboccare.
Anche per san Paolo avvenne un totale cambiamento di prospettiva, una svolta nella scala dei suoi valori; il fondamento base della sua nuova esistenza non è più la Legge per cui lottava con tutto se stesso, ma Cristo, il Crocifisso Risorto, e l’unica condizione è per lui la fede, dono di Dio:

”SONO STATO CROCIFISSO CON
CRISTO E NON SONO PIU’ IO CHE 
VIVO, MA CRISTO VIVE IN ME.
QUESTA VITA NELLA CARNE, IO LA
VIVO NELLA FEDE DEL FIGLIO DI
DIO, CHE MI HA AMATO E HA DATO 
SE STESSO PER ME”. (Gal 2,20)

Forse ci chiederemo: “dove arriverò? Quali scelte sarò chiamato ancora a compiere?”. Non mancheranno imprese eroiche o sconfitte clamorose, azioni intrise di lealtà ed altre ingannevoli. Per comprendere come trasformare un imprevisto in opportunità, non sempre ci prendiamo del tempo per passare in rassegna esperienze conosciute e non.
E quando ci fissiamo su come dovrebbero andare le cose, è difficile rilassarci per fare chiarezza dentro di noi. Dobbiamo imparare a ricordarci, più e più volte, che la vita non è un “copia e incolla” e che gli imprevisti non sono un affronto personale, ma fanno parte del naturale svolgersi delle cose.
A volte siamo noi a crearli, attraverso le nostre convinzioni sbagliate, a volte possono essere gli altri. Altre volte, semplicemente, accadono perché in fondo, nonostante il grande senso d’importanza che ci diamo, siamo solo qualcosa di un grande progetto.

Buona Strada