Buona Strada a tutti. Scrivo queste righe nella settimana di Pasqua del 2020, dopo un mese che, come tutti, vivo praticamente chiuso in casa, senza ancora sapere ne quando finirà, nè come. La seconda metà dell’anno scout 2019/2020 è andata persa, inclusi probabilmente anche parecchi campi estivi per tutte le branche. Statisticamente, è anche quasi certo che qualcuno di voi che legge avrà perduto una o più persone care.
Se tutto va bene, mentre mi leggete sarà cominciata quella che mentre scrivo viene chiamata “fase 2”. Se tutto va meglio, magari potrebbe essere addirittura finita, e potrebbe essere cominciato l’enorme lavoro di riprenderci le nostre vite, com’erano prima del COVID19.

Ebbene questa, ovviamente dopo il Ritorno a Casa di tante, troppe persone, è proprio la cosa che mi mette più tristezza di tutte: i progetti e promesse a tutti i livelli di “riportare tutto esattamente a com’era PRIMA”.
In un certo senso quegli impegni, anche se ovviamente in buona fede, mi sembrano un insulto a chi ci ha lasciati, e a tutti gli stravolgimenti che abbiamo subito.
Vi sembra strano? Invece non lo è affatto, parlandone da Custodi.

figura 1: Una dei tanti confronti fra lo smog prima e quello durante il COVID19!

Se ci interessasse solo la custodia dell’ambiente, dire che riportare tutto esattamente com’era prima è sbagliato sarebbe addirittura banale. Da quel punto di vista, il virus ci ha semplicemente fatto comportare per qualche mese esattamente come tutti gli scienziati del mondo, oltre a un numero crescente di economisti, ci stanno letteralmente implorando di fare da anni: riduzione drastica di viaggi in aereo e spostamenti in auto, blocco dei cantieri che ricoprono il mondo di cemento, niente umani in aree delicate per fauna e flora, cieli fiumi e mari limpidi come mai li avevamo visti…
Questa riduzione di polveri sottili e tante altre sostanze inquinanti mortali non è benefica solo per gli ecosistemi. Insieme a quella di incidenti stradali, morti bianche e tante altre cose è talmente grande da non poter escludere, almeno mentre scrivo, che a fine del 2020 o 2021 le persone non morte “grazie” al COVID19 saranno state più delle vittime dirette o indirette del virus stesso.

figura 2: Uno dei tanti buoni spesa per aiutare famiglie in difficoltà.

Non sto certo proponendo di suicidarci tutti, o di impazzire chiudendoci tutti in casa a vita! Si deve ripartire.
Ma permettetemi tre esempi, banalizzati per limiti di spazio, ma comunque efficaci per spiegare cosa mi mette tristezza:
• Se una fabbrica di automobili ha chiuso per colpa del coronavirus, ovviamente i suoi dipendenti vanno tutelati e aiutati a trovare un lavoro. Ma siamo sicuri che la fabbrica dovrebbe riaprire prima possibile, “proprio com’era prima”? O forse sarebbe più intelligente riaprirla solo dopo averla riconvertita (perché pure quello crea posti di lavoro) per produrre solo auto (o addirittura autobus) elettrici?
• Se milioni di impiegati si sono dovuti adattare a lavorare da casa, non è molto meglio fare in modo che la maggior parte possibile continui così anche dopo, per ridurre traffico e affollamento di mezzi pubblici?
• I cassintegrati dell’industria edile dovrebbero ricominciare a fare palazzi nuovi? O solo mettere finalmente a norma tutti quelli esistenti, che è un lavoro forse anche più grande?

figura 3: COVID19, Europa blindata.

Insomma, se dovremo spendere comunque centinaia di miliardi non previsti per riavviare l’economia, tanto vale migliorarla. Anche se in questo c’è un’altra cosa che mi mette tristezza.

E la società?

Di progetti per ricostruire l’economia ce ne sono a migliaia, a ogni livello. Ma almeno fino ad ora, si vedono molti, ma molti meno progetti per ricostruire la società, meglio di com’era prima. A livello materiale, questa epidemia ha colpito più duramente quelli che stavano già male pure prima: chi vive da solo, chi non può permettersi Netflix + Sky + Amazon Prime eccetera, disabili, malati cronici, chiunque lavorando in nero non vedrà un solo euro di tutte le misure di supporto a imprese e disoccupati, … l’elenco è lungo.
Ma anche chi prima “stava bene”, forse tanto bene non stava, fra precarietà, superlavoro e ansie varie. Anche qui potrei fare mille esempi, ma per ragioni di spazio mi fermo a uno: ormai che è arrivata e ha già buttato tutto all’aria, questa epidemia potrebbe almeno essere l’occasione per riorganizzare finalmente lavoro, vita sociale, tasse e tante altre cose, in modo da custodire come si deve, finalmente, le famiglie e chi vuole crearne.

E l’Europa?

COVID19 colpisce duramente anche qualcosa che tutti noi Guide e Scout della FSE vogliamo invece, per definizione, custodire e far crescere: un’Europa che sia, come dicevamo solo un anno fa, “fraternamente unita nell’evangelizzazione e nei valori, indipendentemente da qualsiasi forma politica o programma di partito, da Bruxelles in giù”. Non dimentichiamolo mai.
Le Aquile Randagie hanno passato diciassette anni in clandestinità, di cui cinque in guerra, e il resto a ricostruire.
Alle nostre generazioni il Signore ha messo davanti quest’altra prova, sperabilmente molto, molto meno lunga e cruenta, ma a suo modo distruttiva quanto una guerra mondiale. A questo punto, la missione è chiara: cerchiamo di lasciare il mondo migliore… di com’era PRIMA.
Se ancora non avete parlato in Clan e Fuoco di cosa non custodire o ricostruire dopo COVID19, fatelo. Se lo avete già fatto, fatecelo sapere!

Buona Strada e Buona Custodia,
Marco marco@storiafse.net