Nelle radure dei boschi, lungo un sentiero, sul cemento fresco, su un bel pavimento pulito, sulla strada umida velata di sottile fanghiglia, sulla battigia della spiaggia…
Quante impronte possiamo vedere; quanti segni di passaggio di animali o uomini, e bici o auto…
Ogni transito lascia un segno, piccolo o grande, duraturo o effimero. Ciascuno lascia la sua traccia, il proprio tratto, ciascuno secondo la sua caratteristica.
Una volpe non lascia impronte da cardellino e un camion non ha le ruote sottili della bici. E diverso segno, diverso carattere lasciano ogni singolo uomo o donna sul selciato del mondo. Ciascuno appunto, secondo il suo carattere. Ciascuno secondo la sua qualità. Quale sarà il tuo segno, quale la tua caratteristica? È una dolce cura quella che cerca di scoprire che cosa ti caratterizza, è una tua responsabilità capire chi sei, come sei fatto, quali doni ti sono stati dati, quali talenti hai da mettere in gioco. Devi avere cura di te, attenzione, capacità di discernere, calma e tempo. Ci vuole concentrazione e poca improvvisazione. Niente distrazioni che offuscano e confondono. Bisogna saper valutare. Si impara un passo al volta, un tratto al giorno. Dalle delusioni e dalle soddisfazioni. Dai successi e dai fallimenti. Guardati! Cosa sai fare bene, quali abilità, quali particolarità sono tue? Sai disegnare, cantare, ascoltare gli altri, hai la risposta pronta, sei attento a ciò che accade, sei veloce, leggi, hai buona memoria, hai mani abili, occhio tecnico, fantasia da vendere, la natura ti appassiona, hai attitudini sportive, sei un sognatore…?
Qualcosa avrai, qualcosa di peculiare caratterizza anche te… se non ci credi pensaci. Devi avere la forza di estrarre il succo buono, l’essenza, l’elisir che è intima essenza, intima natura del tuo essere.
Comunque tranquillo, non voglio farti fretta, non è cosa immediata arrivare a capirsi e valutarsi. A volte non ne hai proprio voglia e a volte ti fa anche male perché quello che vedi magari non ti piace. Però è necessario. L’alternativa è un futuro approssimativo in una vita improvvisata seguendo inclinazioni temporanee e momenti di vaga e randomitica soddisfazione.
È necessario perché questi talenti bisogna imparare ad usarli e farne strumenti del proprio viaggio sulla terra. E l’uso perfetto e più completo è quello che ti porta a condividerli, ad usarli insieme agli altri, a vantaggio degli altri, in sinergia con gli altri.
In altre parole e senza altre storie: usarli per servire il mondo che ti circonda; questo è l’uso totale, l’arrivo e l’apice.
Si sa che a vent’anni tante cose sono ancora confuse. Da una parte ci sono i sogni, dall’altra una realtà che sembra troppo grande e un futuro che sembra non dover essere il tuo destino.
Ancora di più nel tempo di oggi. Sembra che il mondo voglia togliere il domani alle nuove generazioni destinandole a una vita dal basso profilo. Si riducono i tempi di scolarizzazione con la scusa di essere pronti prima per il mondo del lavoro… certo è meglio che sappiate meno cose possibili. Si tolgono le sicurezze di un lavoro stabile conquistate dalle generazioni precedenti a volte con lotte dolorose… certo è meglio che siate disponibili a essere semplice e utile strumento di lavoro quando serve e quando c’è. Si tolgono gli aiuti alle famiglie, agli anziani… tutte distrazioni dannose al primato del capitale.
Nonostante tutto, io credo ancora profondamente nella potenza degli uomini e donne di carattere, nelle persone che hanno imparato a vedere e capire, a vedere dentro di sé e oltre il velo del mondo e a capire la giusta direzione e magari a rivoltare anche le direzioni del mondo.
Ci vuole carattere, sempre. Non importa quale sarà il tuo futuro, ma l’impronta la devi lasciare. Non puoi essere un palloncino che si libra nell’aria (lui
non lascia segni sul terreno). Devi avere il carattere per capire dove sei, in quale tempo il Signore ti ha dato di vivere e quale compito hai avuto in dote. A cominciare da ieri.

Buona impronta, fratello Rover e sorella Scolta.
Monica D’Atti