Ho scelto questa espressione utilizzata spesso dal nostro caro Papa Francesco come titolo di questa intervista per farvi entrare da subito nel clima e nel tema proposto in questo numero.
Da “Saggezza di un povero” (E. Leclerc):
“Evangelizzare un uomo è dirgli: ”Anche tu sei amato
da Dio nel Signore Gesù”. E non solo dirlo, ma pensarlo
realmente. E non solo pensarlo, ma comportarsi
con questo uomo in maniera tale che senta che c’è
qualcosa di più grande e di più nobile di ciò che pensava
e che così si risvegli una nuova coscienza di sé.
Questo è annunciare la Buona Notizia….”
E come fare tutto questo?
Offrendo a coloro che incontriamo sul nostro cammino la nostra Amicizia: reale, vera, disinteressata, profonda, fatta di stima reciproca, di confidenza, di azioni fatte per amore dell’altro, di gesti concreti, di spirito di “fratellanza/sorellanza”, insomma un’Amicizia che profuma di LUI!
Maria Rosaria, che vi sto per presentare, è stata e continua ad essere tutto questo per me e per tanti altri…
Cara Maria Rosaria ti racconti ai nostri ragazzi?
Anche io come voi sono stata scout dall’età di 11 anni, attualmente sono insegnante di religione e counsellor. La meta è vivere la mia vita in pienezza.
Ho sempre pensato che la vita presente sia bene rileggerla alla luce del passato e, dal momento in cui ho avuto questa consapevolezza, ho incominciato a vedere più chiaramente che i miei passi erano guidati. Dunque, posso dire che l’affanno più grande è stato cercare la verità in ciò che facevo, in quello che mi accadeva, in ciò che sceglievo o in cui decidevo di buttarmi.
La filosofia mi ha aperto la mente, la lettura mi ha permesso di conoscermi in modo più profondo, restando in continuo confronto con il mondo.
L’Amicizia mi ha fatto crescere, mi ha messo alla prova e mi ha fatto incontrare me stessa negli altri e loro in me.
La solitudine è stata mia compagna di viaggio negli anni della giovinezza, fin quando non ho compreso che c’era una fiducia che mi sosteneva e mi faceva sentire adeguata e viva. Comprendere che la verità era una persona ha dato un nome alla mia ricerca di senso.
I tuoi studi e i tuoi interessi hanno a che fare con l’EVANGELIZZAZIONE?
La comprensione che la mia vita non era soltanto mia e che la motivazione che mi spingeva veniva da una rivelazione personale e profonda di Colui che ci ha creati, mi ha permesso di passare dalla confusione all’ordine, da un lungo periodo di insuccessi ad una fiducia interiore, che mi ha dato coraggio per poter cominciare un nuovo percorso, durante il quale ho deciso di intraprendere gli studi teologici.
Parallelamente al mio percorso scout, verso i 16 anni, incominciavo ad avere curiosità e grande attrazione per la vita spirituale: avevo iniziato a frequentare corsi di esercizi spirituali e un cammino vocazionale.
In tutto ciò la musica mi ha sempre accompagnato: mi dava spunti per vivere semplicemente ciò che cantavo.
In seguito agli studi di teologia avevo incominciato ad appassionarmi alle questioni di morale, etica e bioetica e nel mentre nasceva la facoltà di Bioetica; così incominciai a frequentarla, spinta anche dalla mia “Vecchia” Capo Fuoco che iniziava in quel momento il suo percorso di ascesa in quel “voglio seguirti attraverso tutto senza paura e senza rimpianti”.
Sì, i miei studi hanno a che fare con l’evangelizzazione, tanto che pensavo che la bioetica potesse essere una strada per dedicarmi a qualcosa di utile per servire l’uomo di oggi.
Da qui posso dire che molte persone, oltre alla mia famiglia, mi hanno evangelizzata. Durante la mia “ricerca di verità” sono stata evangelizzata direttamente da Colui che cercavo. Leggevo spesso il Vangelo e così ho fatto esperienza di liberazione, di una rivelazione interiore che non posso dimenticare e che anche nei momenti più bui e di tentazione rimane come un segno indelebile.
Cosa è per te EVANGELIZZAZIONE.
Evangelizzare per me è dire bene di Colui in cui crediamo con tutto quello che siamo e facciamo.
Essere portatori di buona notizia gratuitamente ricevuta, è continuare a fare esperienza di Vangelo, cercando di essere e di incarnare anche una piccola parola di esso. Non è semplice entrare nella logica della Buona Notizia, ma oggi non vedo altre sfide.
L’unico stimolo, l’unica vera proposta la trovo ancora e soltanto in quella Parola nuova, che può sospingerci e farci guardare oltre il nostro naso, oltre il nostro ristretto egoismo e i nostri progetti senza direzione. Comprendere la portata e la responsabilità che c’è dietro la proposta di Gesù, che nel “SEGUIMI” promette un cambiamento in “VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI”, è entrare nella logica dell’ ”ECCOMI” e del “Sì” quotidiano e della continua e costante preparazione a ciò che non conosco e che non preparo io, ma che spesso spaventa. Questa strada arriva fino a “SERVIRE” per ritrovarsi servi inutili in balia dell’unica fiducia che ci fa ricominciare da capo, a volte sfiniti, a volte scontenti, ma a riposo nelle sue mani.
Quanto tutto questo ha influito sulla formazione del tuo carattere e sulla tua vita di fede?
Lo scoutismo ha influito tantissimo nella mia vita di fede, aiutandomi a concretizzare. La Buona Azione, il servizio, la gratuità, l’altro “accanto” mi hanno iniziato alla vita concreta del cristiano. Hanno coniugato in vita il Vangelo, che mi sforzavo di comprendere e che quotidianamente mi interroga, mi chiede qualcosa in più. La mia formazione ed il mio carattere hanno ricevuto moltissimo da incontri fatti, dalla mia formazione e da una costante dedizione a quello spirito scout da me sempre rinnovato, che tutt’oggi non mi abbandona, pur non svolgendo più un servizio attivo.
Secondo il tuo parere come i ragazzi di oggi possono essere “evangelizzatori” nella realtà in cui vivono?
Tutti i giovani possono essere evangelizzatori del quotidiano, approfondendo la buona vita del Vangelo, portando con sé dubbi e perplessità dell’oggi, sforzandosi però di essere dei dissidenti nei confronti di ciò che si vuole imporre senza consenso, partecipi e protagonisti delle scelte più vere e personali. Queste scelte a volte sono poco ragionate, dettate dal “così fan tutti” e da una superficialità che si insinua senza il nostro benestare, che addormenta il cuore e la mente, che si dimentica di ciò che siamo: creature, con un progetto da scoprire, figli di un Padre che Ama. L’omologazione spegne l’uomo, i doni lo riaccendono, rendendolo capace e responsabile di una ricerca, anche se lunga, infinita, ma fiduciosa che l’Inaspettato arriverà.
È stato un piacere farti conoscere ai nostri ragazzi, puoi lasciare loro un saluto?
Vivete con semplicità, allargate le braccia alla conoscenza e alla comprensione e lasciate che la vostra connessione con il Creatore sia sempre accesa, perché il battesimo ci rende tutti già “Re, Sacerdoti e Profeti”.
Buona Strada M.R.
Sara Sperduti