Pensate a un’isola, una splendida isola curata e amata, con bianche spiagge e cuore verde.
Con acqua e vita, con ombra e radure erbose aperte al sole che le scalda. Montagne ad accogliere le nubi per benvenute piogge e pianure per coltivare frutti della terra. Sulla costa si apre un ampio golfo e un ospitale porto ha attracchi pronti per tutte le imbarcazioni in cerca di sosta: navi in viaggio su acque tranquille o velieri sbattuti dal vento, portati dai marosi e dalle correnti, arrivati per caso a una salvezza necessaria.
Editoriale_2Pensate poi a un’altra isola, un’arida pietraia dagli scogli appuntiti, rifugio occasionale di uccelli pelagici, deposito di guano e alghe rinsecchite. Il mare si rompe su una costa impenetrabile, il sole si rifrange su cristalli di sale asciugati dal vento. Per ogni nave passarvi vicino è solo un momento di distrazione, arrivarvi in prossimità durante una tempesta è una sventura.
Come un’isola l’uomo, entità unica ed irripetibile, appoggiato sul mare della vita. L’uomo plasmato da agenti esterni e da agenti interni, come accade a un’isola.
Quale isola siamo?
Dal primo momento del nostro concepimento siamo un mondo in costruzione. All’inizio ci sono i nostri genitori e la nostra incosciente vita legata a filo doppio alla storia familiare che il destino ci ha dato. E c’è il corpo avuto in consegna da Dio, dono che diventa sempre più nostro, che scopriamo, che esploriamo, che mettiamo alla prova, che amiamo e poi a volte odiamo e poi torniamo ad amare.
Con il tempo cresce nella nostra testa la fitta rete dei pensieri, la nostra coscienza si fa sempre più viva e sempre più chiaramente cominciamo a vedere il mondo intorno a noi che diventa il luogo dell’entusiasmo e della sfida; mondo da ammirare e da affrontare, da misurare e da contraddire.
Inizia il tempo forte della costruzione dell’isola. È in questi anni che si dipana il destino. È nei tempi della prima coscienza e del fisico giovane che prende forma la geografia dell’isola che saremo.
Salute e forza fisica è uno dei punti di impegno dai quali si passa. Non importa quale sia il corpo che porta la nostra anima; non importa il colore e il peso e l’abilità o la diversa abilità. Questo nostro corpo è comunque una base di argilla benedetta che chiede di essere curata per diventare il progetto sognato all’inizio dal Creatore, quel meglio al quale è stato destinato, per il quale è venuto al mondo.
Nell’armonia di un corpo amato e curato si cela il segreto dell’isola.
Idoneità al mondo, attitudine alla vita: salute e forza fisica è semplicemente questo. La bontà di questa attitudine alla vita ci permette di metterci in relazione con il mondo intero. C’è una condotta logica per dare forma al nostro pezzo di fango affinché ci permetta di attraversare il tempo e lo spazio della vita dando un senso al nostro destino.
La forza fisica diventa stretta alleata della forza d’animo dando supporto alla volontà. Quando ci sentiamo bene tutto sembra sorriderci. Se abbiamo coltivato la forza fisica anche il dolore e la stanchezza possono essere avversità superabili, possiamo pensare di resistervi a lungo e di non esserne subito travolti. La nostra capacità di sopportare diventa utile non solo a noi, ma anche ad altri. Possiamo diventare importante sostegno anche per i momenti difficili di altre persone. Il nostro fisico allora servirà non solo a noi, ma anche ad altri. Così è anche nei momenti di gioia e di festa, quando servono potenti energie per condividere il giubilo, per aiutare anche altri ad essere felici, più felici. La salute coltivata darà costanza alla nostra presenza, garanzia di partecipazione alla vita. Su noi si potrà contare. Io ci sono, tu ci sei. Il fisico non ci darà motivo di fuga, sarà sempre nostro sostegno.
Le nostre braccia potranno veramente abbracciare, le nostre mani accarezzare e sostenere, le nostre gambe portare lontano, gli occhi guardare nel cuore dell’altro, il sorriso aprirsi alla vita. E non sarà vicinanza virtuale, non sarà applicazione digitale, sarà materiale presenza e solido legame.
La nostra isola, la nostra piccola isola sotto il cielo, potrà comporre un arcipelago insieme a tante altre. La superficie delle acque costellata di punti di approdo e di pace.

Monica D’Atti