Cosa caspita c’entra il punto di BP sulla Salute e Forza Fisica con il tema della “Relazione”?
Detta in un’altra maniera: l’avere un corpo ed una mente sani mi aiuta ad avere relazioni positive? Per quale motivo per gli Scout è così importante questa roba della Salute e della Forza Fisica tanto da essere uno dei 4 cardini su cui si fonda tutto il nostro Metodo?
E se sono mingherlino?
E se ho un qualche problema congenito?
Possibile che BP pensasse lo Scoutismo solo per super-uomini e wonder women?

Forse, prima di affrontare tutti questi quesiti dobbiamo fermarci e chiederci cosa BP
intendesse per Salute e per Forza Fisica, e sono proprio due sue frasi a rispondere:

“Mancanza di allegria significa mancanza di salute. Ridete più che potete, perché questo vi farà bene: quindi, ogni volta che avete occasione di farvi una buona risata, fatevela”.
“La buona salute e la forza fisica hanno un valore incalcolabile per fare una carriera e per godere la vita”.

E qui abbiamo già una prima importantissima indicazione: non stiamo parlando di quanti Kg riesci a sollevare in palestra ma di quanto sei capace di ridere e goderti la vita e se sei una persona allegra o musona! A questo punto non mi soffermo su tutte quelle cose che già sai bene (quanto è importante dormire il giusto, mangiare e bere sano, muoversi correttamente, stare all’aria aperta, divertirsi nel senso più alto del termine e ridere di gusto e non di superficialità) ma vorrei spingere la riflessione oltre ed aiutarti a verificare se godi di buona salute o meno, perché sembra assurdo, ma a volte manco ci rendiamo conto di essere malati!

  • Un metro per capire come siamo messi lo abbiamo appena scoperto: la prima indicazione ci viene dalla qualità delle nostre risate… e già questo ha molto a che fare con la relazione, perché un viso sorridente attira e ben dispone gli altri.
  • Un altro parametro ci viene dalla stanchezza.

Si si, hai capito bene: proprio dalla stanchezza!
Perché per valutare lo stato della tua Salute e Forza Fisica devi necessariamente metterti alla prova… se sto “svaccata” tutto il giorno a casa sul divano è difficile che io capisca quanto sono flaccidi o meno i miei muscoli e quanto è grigio il pallore del mio viso. Parlo di quella stanchezza che deriva da una fatica affrontata e a questo punto son sicura che a tutti noi vengono in mente le salite dei campi mobili/route estive. Che grandi indicazioni su noi stessi ci dà la strada! Che grande e prezioso valore è la fatica: scopri i tuoi limiti e conosci te stesso… e attenzione, l’umiltà e sapere chi sei sono alla base di una relazione sana con gli altri.
Le relazioni vere si sa costano fatica, quella stessa fatica che sentono le tue gambe dopo una giornata di route, magari dopo un momento di scoraggiamento e paura di non farcela ad andare avanti a sopportare ancora (ma di chi e cosa sto parlando: del sentiero di montagna? Oppure di quell’esame che non riesci a superare? Di quei genitori con cui non riesci a parlare? Di quell’amico che vorresti cambiare?).
La Fatica fisica educa alla Fatica della relazione!
Perché, non te lo nascondo, qualsiasi relazione che si rispetti cela della sofferenza, preparati ad affrontarla, perché è proprio lì il bello! Solo se conosci i tuoi limiti puoi accogliere l’esaltante sfida di imparare ad accettarli e se è il caso addirittura a superarli, perché il centro della questione non è la forza fisica che possiedi ora, ma quanto è grande il tuo desiderio di allenamento.
Ecco una perla di Giorgio Basadonna da “Spiritualità della strada” sulla Salute e Forza fisica, sulla Stanchezza e sulla Relazione con gli altri:

“La Stanchezza, in fondo, non è altro che il senso del proprio limite, esperienza della propria finitezza, della propria dipendenza del proprio essere solamente uomini e non macchine o eroi. Ma anche la stanchezza manifesta come il più delle volte ci si inganna sulle proprie capacità, sulla verità di se stessi: ci sia accorge che siamo maestri insuperabili nel raccontare a noi stessi delle storie non vere, nel travisare quello che siamo e che vogliamo; siamo specialisti nell’arte dell’inganno.

(…) Tutti noi abbiamo almeno un’esperienza che convalida queste affermazioni: quando ci sembrava di non poterne più, abbiamo spinto ancora, quando sembrava di avere tutte le ragioni per fermarsi, abbiamo continuato. E ci siamo accorti che eravamo capaci, e siamo arrivati fino in fondo, là dove volevamo.

(…) Non è il gusto sciocco di giocare al super-uomo, né l’orgoglio falso di sconvolgere le leggi della natura: è solamente la capacità di vedere fin dove in concreto arrivano le nostre forze e fin dove invece arriva il peso della propaganda, della pigrizia, delle abitudini, di quel senso di dimissioni che è sempre in agguato nella nostra vita.
È il gusto di vivere tutta la propria personalità e non solo qualche piccola scheggia, qualche esteriore e passeggero momento. Andare fino in fondo, in tutte le cose, non accontentarsi di quel primo successo, di quei primi passi, di quell’approdo più facile che però non esaurisce né le nostre capacità né la realtà stessa delle cose che facciamo, andare fino in fondo anche se ci troviamo soli o ci sembra di esserlo, anche se bisogna rischiare tutto quanto si ha, andando fino in fondo lottando contro ogni ostacolo che si incontra: questa è la legge della lealtà, della ricerca sincera della verità, è la legge di chi vuole essere uomo intero e poter così aiutare i fratelli senza badare e senza eccedere alle mode.
La strada insegna questo coraggio e dà questa gioia: in fondo, è una grandissima gioia quella di poter raggiungere ciò che si vuole, tant’è vero che certi momenti faticosi e penosi, superati con lo sforzo personale, restano vivi nella memoria e diventano altrettanti stimoli a ripetere le medesime decisioni in altri casi. La strada insegna a vincere ogni stanchezza, a non abdicare mai, a non cedere, nemmeno con se stessi.”

Aline Cantono di Ceva