Lc 9,51-56 (traduzione di Silvano Fausti)
51 Ora avvenne: mentre stavano per compiersi i giorni del suo essere levato, allora egli indurì IL VOLTO per camminare verso Gerusalemme. 52 E inviò angeli davanti al SUO VOLTO. E, camminando, entrarono in un villaggio di samaritani per preparare per lui. 53 E non lo accolsero, perché il SUO VOLTO era in cammino verso Gerusalemme. 54 Ora, visto, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li distrugga? 55 Ora, voltatosi, li sgridò: Non sapete di che spirito siete: il Figlio dell’uomo non venne a perdere le vite degli uomini, ma a salvarle. 56 E camminarono verso un altro villaggio.

STRANEZZE
Che strano questo Vangelo! Che enigmatica questa traduzione!!
Tanto che sono sicuro che qualcuno di voi l’avrà già definita quantomeno “bizzarra”(!!). Ve lo concedo, avete ragione, ma proprio questa traduzione, pur nella sua stranezza, ci permette di assaporare come queste parole dovessero risuonare alle orecchie dei primi uditori del Vangelo e questo, proprio in questo caso, ci è molto utile perché l’attuale traduzione può non farci cogliere il dono profondo che questa Parola ci vuole fare! Se avete posto attenzione nel leggere vi sarete accorti che ci troviamo di fronte ad un brano che in pochi versetti ci ripresenta per ben tre volte la parola “volto”(!!!).
E non stiamo parlando di un volto qualsiasi, generico, ma dello stesso volto di Gesù che per affrontare la sua missione, il suo cammino (anche questo citato e ri-citato più volte in poche righe!!), ha dovuto fare una scelta, compiere un atto: Ha dovuto “indurire” il suo volto!! So che questo può suonare, ad orecchie distratte e disinformate, “poco carino” e scomodo ma… COSÌ È!! Lo so, è vero, anche a me la parola “duro” non piace! Sarà perché ad essa associo sempre l’idea di scomodo e fastidioso (soprattutto se ad esempio si parla di riposo: materasso di casa batte tendina 100 a 1!!!). L’impressione poi non migliora se l’associo alla parola volto. Come non pensare di trovarci di fronte ad una persona rigida, severa, per l’appunto “dura”… Eppure qui si cela un significato MOLTO diverso! Ma per capirlo dobbiamo farci prima un’altra domanda: Ma che cos’è il “volto”?

VOLTO
Sì, per comprendere queste parole dobbiamo proprio chiederci: ma che cos’è il volto? Che cosa rappresenta? Che cosa comunica questa parte della nostra persona così piccola, ma così significativa, che, più di altre, c’identifica e ci esprime. Questi pochi cm² di superficie che ci rendono diversi e unici, inconfondibili, anche in mezzo ad una folla anonima di nostri simili!
Il volto: Questo crocevia di pensieri e di sentimenti che, proprio nelle sue espressioni, palesa agli altri ciò che provi anche quando non vorresti, anche quando preferiresti celarlo, per pudore o vergogna magari, agli occhi di chi ti sta innanzi. Nel volto possiamo leggere l’allegria o la tristezza che accompagnano le vite di chi ci sta accanto e che, non di rado, lasciano (proprio sul volto) i segni indelebili del loro passaggio.
Occhi attenti possono riuscire anche a leggere sui volti i segreti delle persone, i loro vissuti, le loro storie, i tratti del loro carattere. Si dice che quando sei felice si vede (“Ti si legge in volto”) e che quando sei triste non c’è bisogno che lo dici (“Ma che faccia da funerale!”).
Il punto però è un altro: chi determina ciò che tu provi, ciò che il volto arriva ad esprimere e a raccontare? La storia che il volto riesce a raccontare arriva da fuori o da dentro di te?

SCELTE
Se ciò che si vive, ciò che sei, dipendesse solo da ciò che succede o dal rapido e imprevedibile mutare delle emozioni allora ci troveremmo di fronte a persone instabili, lunatiche, metereopatiche, mutabili come il cielo d’Irlanda che, per quanto t’impegni, prima o poi ti frega (doccia assicurata!!).
Questo Vangelo ci stupisce perché con poche ed enigmatiche parole ci dice che Gesù non ha accettato che fosse la vita a rubargli la felicità è la gioia!!!!
Non ha voluto che fossero gli altri, le situazioni, a scegliere ciò che Lui avrebbe vissuto e donato, ciò che il suo volto avrebbe raccontato!! I sentimenti di Gesù non sono stati “fragili”, come cristalli che vanno in frantumi quando vengono a contatto con le mani distratte e goffe degli uomini, il cuore di Gesù non è stato “molle”, mutabile come un budino che prende la forma del contenitore in cui lo versi.
Gesù è stato fedele a se stesso sempre! Noi diciamo che una persona ha “carattere” quando affronta le difficoltà e le fatiche senza venire meno, senza perdersi o perdere la sua identità e qui il Vangelo ci dice che “Gesù rese duro il suo volto”… Ha reso durevole, non fragile, non molliccio (appunto come un budino) il suo cuore… e tutto questo quando aveva innanzi a sé la croce, il rifiuto.

IL SUO E IL TUO VOLTO
Ma cosa esprime il volto di Gesù? Il suo volto è l’espressione dell’amore fedele e libero, totale ed incondizionato, grandioso, che Dio ha per gli uomini, per ciascuno di noi (per me e per te!!). Ma cosa sarebbe successo, cosa ci sarebbe capitato, a cosa avremmo assistito se quel volto davanti alla prova, davanti al nostro rifiuto e alla nostra ribellione violenta, fosse venuto meno?
Proprio per non venire meno Gesù “rese duro il suo volto”! Lui ha scelto di non permettere alla vita di “cambiargli i connotati”, di portargli via quell’Amore che aveva segnato tutta la sua esistenza…
E tu? Lascerai che sia la vita a far di te ciò che vuole o, a tuo modo, ci metterai la faccia, custodirai il tuo cuore? Ciò che vivrai, ciò che sarai, ciò che il tuo volto racconterà dipenderà solo da ciò che capiterà e da ciò che sei stato…. oppure ciò che vorrai essere, nella tua vita, avrà un peso?

Frate Andrea Cova
Assistente Nazionale Scolte