È ormai da mesi, se non addirittura da anni, che sentiamo parlare di Expo Milano 2015.
L’evento è stato infatti oggetto di grande interesse da parte dei mezzi di informazione: per l’opportunità di crescita e confronto che esso può rappresentare, ma anche per i ritardi che hanno fatto si che gli spazi espostivi fossero completati al fotofinish, e per le tante domande che un evento di tale portata inevitabilmente porta con sé. Ora che siamo nel bel mezzo del periodo espositivo, proviamo a rispondere a qualcuna di queste domande.
Cos’è un Expo? Quanto dura? Chi vi partecipa? Quali temi e argomenti sono affrontati?
L’Expo, parola francese che significa esposizione, è un evento internazionale promosso dal “Bureau International des Expositions” ed organizzato di
volta in volta da uno degli stati membri dell’organizzazione, fondata nel 1928 a Parigi. Vale la pena cominciare con la definizione che il Bureau da dell’Expo: “Un’esposizione è una mostra che, qualsiasi ne sia il titolo, ha come scopo principale l’educazione del pubblico; può presentare i mezzi a disposizione dell’uomo per soddisfare le esigenze della civilizzazione, oppure dimostrare i progressi conseguiti in uno o più rami delle imprese umane, o mostrare le prospettive per il futuro”.
Le esposizioni possono essere Universali (ogni 5 anni, di durata fino a 6 mesi, a tema generale), oppure Internazionali (ogni 3 anni, di durata fino a 3
mesi, a tema specialistico). Attraverso le esposizioni, il Bureau si pone gli obiettivi di rinforzare le relazioni internazionali, condividere cultura ed educazione, incoraggiare lo sviluppo, lavorare per l’ambiente, rinnovare la città, sperimentare col futuro.
Ecco, già i contorni cominciano a delinearsi.
A Milano dall’1 maggio si sta svolgendo l’esposizione universale cui partecipano più di 140 paesi e organizzazioni internazionali, ciascuno con un proprio padiglione inserito nell’area espositiva, aperta a tutti fino al 31 ottobre, alle porte della città. Al termine dell’esposizione le infrastrutture e gli edifici costruiti saranno lasciati in eredità alla città di Milano, com’è nella tradizione dell’Expo: la tour Eiffel a Parigi (1889), la zona fieristica di Placa de Espana a Barcellona (1929), lo Space Needle a Seattle (1962), sono solo alcuni esempi di edifici costruiti per le esposizioni universali e rimasti in lascito alle città ospitanti, alcuni dei quali diventati addirittura dei simboli delle città stesse. Il tema scelto dagli organizzatori per Expo 2015 è: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.

SaleInZucca_4È un tema di confronto davvero importante, che può essere letto a diversi livelli (diritto al cibo, sviluppo sostenibile, cibo come identità socio-culturale, per esempio) e su cui le cose da dirsi sono davvero tante. Ogni paese ha così la possibilità di presentare al mondo le proprie peculiarità culinarie e di stimolarlo con riflessioni sul tema della nutrizione nel prossimo futuro.
Parallelamente, gli itinerari tematici si occupano, per esempio, di sostenibilità e uguaglianza, conoscenza di ciò che mangiamo, storia del cibo. In questo caso, per la prima volta, l’esposizione è stata preceduta da un confronto tecnico-scientifico in modo da porre le basi per un documento che dovrà rappresentare l’eredità culturale di Expo 2015: la “Carta di Milano”.

Con questo documento i firmatari (cittadini, associazioni, imprese, istituzioni) s’impegneranno ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo. I temi trattati nella carta sono:

  • I modelli economici e produttivi per garantire uno sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale;
  • I diversi tipi di agricoltura esistenti per produrre una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare le risorse idriche e la biodiversità;
  • Le migliori pratiche e tecnologie per ridurre le disuguaglianze all’interno delle città, dove si sta concentrando la maggior parte della popolazione umana;
  • Come riuscire a considerare il cibo non solo mera fonte di nutrizione, ma anche identità socio-culturale.

Naturalmente, come abbiamo detto nella premessa, un evento di tale portata fa sorgere anche altre domande oltre a quelle più semplici cui abbiamo provato a rispondere qui.
Per questo, a fianco ai tanti sostenitori dell’Expo e dell’opportunità di confrontarsi su un tema fondamentale per l’umanità come la nutrizione, ci sono
anche parecchi contestatori, critici nei confronti di alcuni aspetti contradditori emersi, e scettici nei confronti del reale risultato dell’evento.
A queste domande sarebbe bello provare a rispondere insieme al Fuoco e al Clan, dopo un’inchiesta accurata, magari al termine dell’Expo quando la visione sarà più completa e la mente più lucida.

E allora, perché non cominciate a raccogliere informazioni in rete su Expo e sulla Carta di Milano, intervistando chi ha partecipato o partecipando voi stessi?

http://www.expo2015.org/it

Francesco Barbariol