Nel pensiero di BP gli scouts devono prepararsi in modo da “Essere Pronti” per essere utili, alla collettività o al singolo, nei casi che la vita ci pone dinanzi.
In “Scouting for Boys”, nel punto dedicato al Servizio, BP suggerisce alcuni ambiti particolari di preparazione ed allenamento… “pompieri”, “ambulanzieri”, “missionari”, “addetti al salvataggio” o altri ambiti utili alla collettività; in altre parole BP vede gli scouts come soggetto attivo nelle attività che tendono ad aiutare il prossimo.
In controtendenza a questo invece, ai giorni nostri, spesso le sezioni di cronaca di molti giornali riportano di gruppi di scouts che, per qualche motivo, hanno dovuto essere “salvati” perché si trovavano in difficoltà. A volte non si tratta di situazioni realmente gravi, ma in altri casi gli scouts si sono veramente messi in situazioni delicate, per non dire critiche. Gli ambiti di intervento sono perlopiù legati alla vita all’aperto – dove in realtà dovremmo essere maestri. Ogni volta che uno di questi salvataggi accade, indipendentemente da branca, gruppo, o associazione l’intero movimento scout viene bersagliato di molte accuse che si possono sintetizzare in: irresponsabilità, impreparazione, imprudenza ed imperizia.
Sono questi alcuni giudizi espressi dagli esperti del CAI e del Soccorso Alpino. In altre parole ogni qual volta gli scouts non si comportano con buon senso, competenza e non coerentemente al pensiero di BP rischiano di provocare un danno a loro stessi e al movimento intero. I principali ambiti di intervento dei nostri soccorritori riguardano principalmente:

  1. Scouts che avendo sbagliato sentiero si sono persi (ma le nostre continue prove di Classe di topografia ed orientamento a cosa servono?);
  2. Scouts in ritardo sui tempi di marcia previsti che si trovano, al calare delle tenebre, ancora lontani dalla meta;
  3. Scouts che sfiniti dalla stanchezza dovuta al percorso impegnativo o alla non adeguata preparazione fisica non riescono ad arrivare alla meta.

Sono questi esempi tratti da articoli, commenti, interventi dei soccorritori, insomma, un dato di fatto pur se osservato dalla parte di chi non è scout, da prendere quindi in considerazione. Questa introduzione vuole essere l’inizio di una serie di articoli che avranno come filo conduttore la preparazione, la gestione, e la verifica delle varie attività che normalmente si fanno. In questo modo riteniamo di dare un piccolo aiuto per poter vivere serenamente ed in piena tranquillità tutte le attività che il metodo – e le norme direttive – propongono. Parole chiave come serenità, buon senso, conoscenza, sapersi documentare, previsione, cambiamento, aggiornamento… non devono mancare dal dizionario di Scolte e Rovers che devono accingersi ad un campo mobile o una route, siano essi invernali o estivi. Proviamo quindi ad immaginare uno schema con il quale si può preparare un’attività all’aperto – in particolare in montagna – ma anche un’attività all’aperto in generale. La base di tutto il nostro agire dev’essere improntata sul BUON SENSO e nel caso delle nostre attività, sulle Norme Direttive di Branca, evitando invenzioni e divagazioni. Tornando al nostro schema per l’attività outdoor, nei prossimi numeri tratteremo in maniera più approfondita e tecnica questi elementi:

– Scelta della meta e del percorso – elementi di valutazione.
– Preparazione e pianificazione – in funzione di capacità e condizioni psicofisiche dei partecipanti
– Verifica della fattibilità – acquisizione di informazioni ed “autorizzazioni” o “consensi”
– Situazione Meteo dei giorni in prossimità della partenza e durante l’attività
– Materiali
– Equipaggiamento personale e del gruppo
– Predisposizione di un PIANO “B”.
– Attribuzione “chiara” e condivisa delle figure che hanno “autorità ed autorevolezza” nel gruppo
– Condivisione aspetti logistici (Capo Gruppo – Gestori dei Rifugi – CAI).

In attesa di giocare il gioco, trattando i vari argomenti esposti in maniera più concreta e tecnica, vi lasciamo segnalandovi questi approfondimenti che sono pratici spunti per seguire il pensiero di B.P. di “Essere Pronti per Essere Utili”.

Scienza dei boschi_2Our training divides itself under four heads:
1. Individual character training in resourcefulness, observation, self-reliance to gain theScout’s Badge.
2. Handicrafts or hobbies which may help a boy to make his way in life, for which we give“Proficiency” badges.
3. Physical Health, by encouraging the boy to take plenty of exercise and to look after hisbody.
4. Service for the State, such as fire brigade, ambulance, missioner, life-saving, or othercollective public duty by the troop.

Questi scritti sono tratti dalla parte introduttiva di una vecchia edizione di Scouting for Boys,”The Dump” Resources For Scouting, disponibile al seguente link
http://www.thedump.scoutscan.com

Montagna Amica e Sicura

http://www.montagnamicaesicura.it/italiano/documenti.html

MontagnAmica e Sicura è una iniziativa che vede la collaborazione di tutte le Associazioni ed Enti preposti alla prevenzione degli incidenti in montagna attraverso l’informazione e la preparazione delle persone che la desiderano frequentare. La sezione download è ricca di pieghevoli che trattano l’argomento “sicurezza” liberamente utilizzabili.

Marco Fioretti