OGNI TANTO FA BENE FERMARSI UN ATTIMO, PER RICORDARSI IL PERCHÉ SI È PARTITI, E CON QUALE OBIETTIVO.

Il primo numero de I Custodi, quasi quattro anni fa, presentava questa rubrica spiegando che:
“oltre alla Legge Scout oggi è la Chiesa stessa che ci chiama a essere bravi Custodi. Un appello che per chiarezza, provenienza e vicinanza al metodo Scout non possiamo più ignorare”
Il perché ci viene detto da:
• Benedetto XVI: “Dobbiamo avere cura dell’ambiente: esso è stato affidato all’uomo, perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti.”
• Conferenza Episcopale Italiana: “Occorre un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare una buona qualità della vita con la riduzione del consumo di ambiente… Si apre qui uno spazio importante per l’impegno delle comunità ecclesiali.”
Col tempo, questa indicazione si fa sempre più chiara.

La Proposizione 56 del Sinodo dei Vescovi 2012 sulla Nuova Evangelizzazione, intitolata “Gestione responsabile della Creazione”, dice che:

La gestione responsabile del creato serve anche l’evangelizzazione in molti modi.
È una testimonianza della nostra fede nella bontà della creazione di Dio.
Essa dimostra un senso di solidarietà con tutti coloro che dipendono per la loro vita e il sostentamento dai beni della creazione.
Essa mostra solidarietà intergenerazionale con coloro che vengono dopo di noi,
ed è una chiara testimonianza dell’uso responsabile ed equo dei beni della terra, la nostra casa comune.

Tutto chiaro?
Se vi chiedono perché, in quanto Scout Cattolici, dovreste essere Custodi, la risposta è semplice: essere Custodi è nuova Evangelizzazione! Non tutta, ovviamente, ma una parte necessaria sì.

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Per saperne di più:
* Messaggio di Benedetto XVI Giornata Mondiale per la Pace 2008
www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_benxvi_mes_20071208_xli-world-day-peace_it.html

*”Una nuova sobrietà, per abitare la Terra” CEI, settembre 2008
www.chiesacattolica.it/pls/cci_new/bd_edit_doc.edit_documento?p_id=13489

* Proposizione 56 del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione 16 novembre 2012
www.zenit.org/article-33882?l=italian

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È già scaduto?2013.B.PREGHIERA.CUSTODI.02

Dopo questo piccolo promemoria sul senso di queste pagine, torniamo a come metterlo in pratica, parlando di un problema molto importante. Molti di noi consumano, sia a casa che in Route, tanti alimenti prodotti industrialmente, quindi con una data di scadenza ben precisa.
In Grecia, per far fronte alla povertà che avanza, da qualche mese i supermercati sono autorizzati a vendere alcuni prodotti “scaduti” con uno sconto del 66%. L’Italia non è ancora a quel punto e tutti speriamo che non ci arrivi mai. Questo però non è un buon motivo per ignorare l’argomento, considerando che, crisi o non crisi, continuiamo a sprecare tonnellate di cibo ogni settimana.
Saper capire e “usare” correttamente la data di scadenza degli alimenti diventa sempre più importante.
Per tutti, perché questo non è tempo di sprechi, ma per noi ancora di più. Perché noi, oltre a volere (dovere) essere Custodi facciamo anche escursionismo: ignorando certe
cose avremo buone probabilità sia di sprecare cibo in casa, sia di correre rischi inutili durante le attività.
Ecco quindi qualche “dritta” da un articolo che dovreste assolutamente leggere per intero, e magari appendere in Sede. L’autore è Roberto La Pira, e il titolo “Sprechi alimentari e data di scadenza: tutti gli errori e i segreti per non buttare via quello che si può ancora mangiare” (*).
* Fonte www.ilfattoalimentare.it

Preferibilmente… o no?
Su alcuni cibi c’è scritto “da consumarsi preferibilmente entro”, su altri solo “da consumarsi entro”. La differenza è fondamentale. Non ignoratela mai! I cibi con la prima dicitura dopo la scadenza inizieranno lentamente a perdere sapore e valore nutritivo, ma li si potrà mangiare senza danni anche dopo qualche settimana o mese. Inutile quindi buttarli subito dopo quella data, o non acquistarli solo perché quella data è vicina! In questa categoria rientrano, per esempio, tonno in scatola, pasta, riso e succhi di frutta. Diverso è il discorso per i cibi “da consumarsi entro”.

Quelli, passata la scadenza, diventano nocivi abbastanza in fretta, anche se fino a un giorno in più non c’è gran rischio. A patto che l’alimento sia stato conservato correttamente sempre, senza interruzioni.
In sè e per sè infatti, difficilmente un alimento appena scaduto è pericoloso. Cito alla lettera dall’articolo di La Pira: “Il mal di pancia di solito si scatena in seguito
a contaminazioni microbiche esterne, all’interruzione prolungata della catena del freddo e, soprattutto, alla scarsa igiene in cucina, non perchè il cibo risulta “scaduto” da qualche giorno”.
Applicato alle nostre attività, tutto questo significa un paio di cose ben precise. La prima è che è inutilmente rischioso, quindi tutto sommato un pochino stupido, portarsi nello zaino per più di 12 ore roba che dovrebbe stare in frigorifero. Anche se “scade” dopo una settimana. L’altro è che, sulla Strada, si può anche cucinare tutti sudati e coperti di fango, ma le mani devono essere pulite sul serio!
A casa, invece, anche in questo campo la prevenzione è la tecnica migliore. Se qualcosa nella dispensa ha superato i limiti di cui abbiamo parlato, certo è meglio buttarlo che rischiare di star male. Però, se alimenti già acquistati arrivano a scadere in casa c’è qualcosa che non va. Probabilmente significa che non state pianificando bene spesa e/o menu: fate in modo che non  si ripeta più!

Buona Strada e Buona Custodia
Marco Fioretti