Quanto più cresce la crisi economica e quanta più incapacità dimostrano i leader culturali e politici del momento nell’affrontare la situazione, quanto più Benedetto XVI ha continuato a sottolineare la validità della speranza  cristiana. Come egli stesso ha mostrato nell’Enciclica Spe Salvi, la questione della speranza segna gli avvenimenti del nostro tempo e diventa oggi stesso una questione calda per tutti. Domande urgenti (che senso ha la vita? Come raggiungere la felicità? Perché la sofferenza e la malattia? Cosa c’è oltre la morte?) fanno nascere inevitabilemente una questione scottante:  dove trovare e come mantenere viva nel cuore la fiamma della speranza? (Tagore ).
I valori insiti nella Legge e nella Promessa si esplicitano e si declinano attraverso la strada, la comunità ed il servizio, legati tra loro dalla spiritualità. È il famoso treppiede, tenuto saldo dalla corda della spiritualità.
Fede Cristiana non come un quarto punto o comunque un percorso a sé stante, quanto invece come reale costituente della proposta educativa: non è uno  strumento metodologico, quanto piuttosto la base fondante del metodo. Si può parlare, allora, di “una spiritualità della speranza” (come vivere la speranza, giorno per giorno, in tempi difficili? Da cosa si può riconoscere che noi siamo degli “esseri di speranza”?); una spiritualità che ci accompagni lungo questo cammino associativo (Clan/Fuoco), nel nostro comportamento quotidiano e che ci inviti a misurarci con ostacoli che a volte sembrano insormontabili? La giovinezza in particolare è tempo di speranze, perché guarda al futuro con varie aspettative, è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita.
Varie sono le forme del malessere giovanile che si esprimono in molte evasioni o strade sbagliate per rispondere a questa domanda. E sebbene succeda questo, nonostante
le ferite procurate in vario modo, non si appaga il desiderio del vero amore e dell’autentica felicità.
Così Benedetto XVI, in tutti i messaggi per le Giornate Mondiali della Gioventù, manifesta la sua fiducia nel cuore umano, che non può smettere di desiderare, che ha la risorsa di riconoscere la verità che gli corrisponde quando questa gli si pone davanti in modo persuasivo. Questa è una risorsa educativa che non dobbiamo mai mettere da parte.
Noi sappiamo che solo in Dio l’essere umano trova la sua vera realizzazione. L’impegno primario è pertanto quello di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio, che è Amore.
Tentiamo di osservare più da vicino i componenti di una spiritualità di carattere, equilibrata ed in buona salute. Tutta la vita cristiana è costruita su tre pilastri: fede, speranza e carità. Essi si tengono in reciproco equilibrio. Se si rompe l’equilibrio, il cristiano vacilla ed anche il nostro metodo scout.
“la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Eb 11, 1)
Senza la fede la speranza non può vivere: si trasforma in illusione. Perché, nella fede, c’è già una parte di speranza: noi crediamo nella Risurrezione del Cristo a titolo di garanzia della nostra propria risurrezione che verrà (contro ogni rassegnazione). Al contrario, senza la speranza, la fede è morta: non c’è più niente da
aspettarsi, non c’è più niente di nuovo da vivere. Nella speranza c’è anche una parte di fede: la speranza trova uno stimolo che gli offre la fede.
Poiché la promessa si è già realizzata in Cristo, essa si può nuovamente realizzare (contro ogni mancanza d’immaginazione).
La speranza non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Il “Dio vivente” è Cristo risorto e presente nel mondo. La speranza del cristiano è dunque desiderare “il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la
nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1817).
Chi ha fiducia in Dio e spera in Lui, deve come Lui donarsi interamente agli uomini. La speranza si riversa nella carità (attendere nella fiducia e rimboccarsi le
maniche per l’azione). Non si accorda una piena fiducia a Dio se non Lo si ama.
E non si può amare Dio se non si ama il proprio prossimo.
Così la fede conduce alla speranza e la speranza conduce all’amore. Non si spera mai solo per se stessi.
La speranza si estende a tutti gli uomini, all’intero universo.
Fede, speranza e carità, le tre grandi che non possono fare a meno l’una dell’altra, si tengono reciprocamente in equilibrio e tutte e tre ci sono necessarie.
Per il nostro tempo la speranza, che dice ciò che verrá e si occupa giá di ciò che sará, sarebbe ugualmente la più grande? (Pèguy ).

Cosa dovremo fare se vogliamo dare delle possibilità alla speranza? (GMG 2009 )

1. Vegliare nella Preghiera 
L’atteggiamento silenzioso di attesa davanti a Dio è la scuola della speranza. Imparare ad attendere e porsi come una sentinella. Fate spazio alla preghiera nella vostra vita!

2. Impegnarsi sulla Strada
La speranza non giungerà mai se io non m’impegno in niente, se non mi decido a fare qualcosa, se non scelgo.
Se Gesù è diventato la vostra speranza, ditelo anche agli altri con la vostra gioia e il vostro impegno spirituale, apostolico e sociale.

3. Mantenersi fedeli nella Comunità
Non si può mancare alla parola data. Nella sfera del “provvisorio” nella quale noi evolviamo, sopravviene anche la crisi della lealtà. E questo in tanti ambiti: matrimoni,
amicizie, affari, ambienti di lavoro. La fedeltà non la si guarda più con ammirazione, ma tutt’al più con sorpresa, se non con compassione.
Ricordiamoci che la fedeltà è d’altronde il tratto più caratteristico di Dio: è un Dio fedele.
Diventate fedeli discepoli di Cristo.

4. Educarsi al Servizio
L’esclusione, comunque si manifesti, provoca molta disperazione nella nostra società. Esclusione dal lavoro  e dall’avvenire, esclusione da se stesso, dalla patria
e dalla cultura, esclusione dalle cure e dall’alloggio La speranza si prende dunque cura degli altri.
Fate scelte che manifestino la vostra fede.

Non è questa la nostra speranza da scout?
La Chiesa ci affida questa impegnativa missione, essere piccoli centri di speranza: non ci scoraggino le difficoltà e le prove che incontriamo!
“Ora spetta a te come individuo andare avanti ed imparare da solo quelle cose che daranno più forza al tuo carattere e ti permetteranno di riuscire nella vita facendo di te un uomo” (BP, SVS).

Don Claudio Barboni
Assistente Nazionale Rover