IO, PURTROPPO, AL CAMPO MOBILE NAZIONALE NON HO POTUTO PARTECIPARE, MA TANTI CHE C’ERANO MI HANNO DETTO DUE COSE CHE HANNO (SOPRATTUTTO
LA SECONDA) UN LEGAME DIRETTO CON LA RUBRICA SCIENZA DEI BOSCHI, CIOÈ CON TECNICA E SICUREZZA DELL’ESCURSIONISMO.

La prima è che il Campo è stato bellissimo e gli ha dato una gran carica. L’altra è che è stato un eccellente momento di verifica (magari un tantino traumatico per alcuni, mi dicono, ma comunque efficace…) di come il proprio Fuoco o Clan effettivamente applichino tecniche e metodo della terza Branca. Stando così le cose, approfitto
della carica e della verifica ancora fresche nelle vostre.. schiene per rivedere insieme a voi qualcosa di cui avevamo già parlato in queste pagine.
Non potendo essere al Campo, l’ho seguito come tanti altri online. Avendo questa rubrica da scrivere l’ho fatto prendendo appunti, cioè salvando foto o scene video utili come queste:
2013.A.SPERANZA.SCIENZABOSCHI.02
Foto 1: Zaini storti (ahia la schiena!!!);

Foto 2 e 3: Sacchi a pelo e soprattutto stuoini appesi fuori dagli zaini, a volte addirittura sotto, cioè in balia di spine, rami, acqua e fango che li renderebbero inutilizzabili per dormire;

Foto 4: Vestiti, asciugamani o altro penzolanti dagli zaini stessi, pronti a farvi cadere se si impigliano da qualche parte.

 

 

Marco Fioretti

 

 

 

Avviso a chi si riconosce nelle foto: non prendetevela!
Sulla Strada si va per imparare, se fossimo già perfetti non ne avremmo bisogno. Anzi, con queste foto state facendo un utile servizio a chi non c’era.
Detto questo, la conclusione è una sola: rileggersi subito con attenzione i numeri della rubrica che spiegano quando, come e perchè tenere le cose fuori dallo zaino è male, grazie!

La parola (e l’immagine) a voi!

Ho detto fin dall’inizio della rubrica, e continuo a ripeterlo, che è anche vostra: domande, foto e contributi anche molto brevi sono sempre bene accetti, più sono meglio è!
In questo numero chiudo proprio con uno di questi contributi. Dopo aver letto i miei consigli sugli asciugamani “da zaino”, Isabella Alberini (Pieve di Sinalunga 1) ne ha mandato un altro molto utile, completo di prova fotografica:
«In Route o al Campo, per questioni pratiche di leggerezza e di velocità di asciugatura, ho sempre portato con me asciugamani di tela; intendo tela semplice, cotone leggero. La tela ha il pregio di pesare pochissimo (come la microfibra), si asciuga rapidamente ed è una sostanza naturale.
Non abbiamo il problema che una volta finita la sua funzione, vada ad inquinare. I miei asciugamani di tela poi diventano stracci per spolverare in casa, e comunque la stoffa si ricicla più facilmente del sintetico. Le nostre nonne confezionavano gli asciugamani a mano con cotone spesso.
Io, invece, ho sempre usato tela che si trova in qualunque merceria o negozio di stoffe. Ne basta poca e confezionarla non richiede particolari doti sartoriali (e se ci sono riuscita io, vuol dire che è fattibile!). Altrimenti, come vedete nella foto, un asciugamano da campo può anche arrivare da una vecchia federa di cuscino. In quel caso, oltre a riciclare, non si ha nemmeno il problema di dover ammorbidire la stoffa nuova: basta scucire alcuni angoli, rifare l’orlo e il gioco è fatto!»

2013.A.SPERANZA.SCIENZABOSCHI.03

Isabella Alberini (Pieve di Sinalunga 1)