Eccomi o Signore,
sono qui davanti a te,
mi hai chiamato da lontano,
son venuto fino a qui.
La tua voce era vicina,
ma lontano era il mio cuor,
la mia vita nasce ora,
sta nascendo nel tuo amore.
Dove nasce amore ci sarà una vita in più,
che nascendo in una grotta ormai
nel mio cuore ora vivrà.
E se anche adesso cambierò tu mi aiuterai,
perché ora che ho trovato te, mai ti lascerò.
Scusami Signore, solo adesso sono qua
mi hai atteso dal principio,
per l’eternità mi avrai.
A te affido la mia vita,
come un fiore la terrai,
e se sbaglierò d’amarti
so che sempre mi vorrai.
Dove nasce amore…
Che cosa ti coinvolge veramente?
Che cosa ti appassiona?
Ti senti spesso annoiato?
Come passi il tuo tempo?
Cosa ti accende dentro, ti fa sopportare fatica e sacrifici?
Cosa ti entusiasma davvero?
Per cosa investiresti tutto il tuo tempo, le tue risorse, ogni piccolo atomo di te?
Ciascuno potrebbe dare la sua risposta, forse molti di voi risponderebbero che non lo sanno, che non c’è una cosa o una situazione in particolare, ce ne sono diverse e nessuna è davvero così totalizzante. Per altri, invece, la risposta c’è ed è immediata: la squadra di calcio… pochi credo, la fidanzata o più probabilmente il fidanzato. Il lavoro a questa età è difficile, ma per qualcuno è così. Abbiamo bisogno di qualche cosa che ci coinvolga a fondo, è un bisogno quasi fisico. Questo bisogno, amici, è segnato nel profondo della nostra umanità perché è una componente essenziale dell’amore, è una componente essenziale di Dio che chiama ciascuno a condividere la sua opera creatrice, è una componente essenziale del fatto che Dio si è fatto uomo per condividere con noi tutto, tutto di noi e tutto di Lui.
L’apatia, la noia, la svogliatezza, la mancanza di entusiasmo e di stimoli nell’essere, nel vivere, nel fare e nel dare sono il segno triste di questo tempo. Non si tratta amici di darsi una mossa, di cercare un certo attivismo che aumenta il fare al già molto fare di questo tempo. Si tratta di commuoversi, di compatire, di condividere il nostro essere umani. Ed a venti anni non può essere un optional.
La compassione è una parola che brucia e stordisce. Brucia perché inchioda il tuo cuore davanti all’ingiustizia, al dolore.
Mi piacerebbe che la compassione, questa parola abbastanza rara al giorno d’oggi, inebriasse la vostra intelligenza, bruciasse il vostro cuore, vi desse uno slancio che nulla può fermare.
Mi piacerebbe che questa parola da sola facesse sorgere una famiglia immensa di cui sarete gli ambasciatori presso tutti i poveri, poveri di messi, poveri di vita, poveri di amore. Poveri di Dio.
Poveri di Dio e quindi poveri di compassione, di capacità di commuoverci, di muoverci con coloro che ci stanno accanto, e soffrono. Quando ci si prende il tempo di curvarsi sulla sofferenza di un uomo e di portarla un po’ con lui, ti prende la paura della croce – una croce ben palpabile, ben dura, una vera croce di legno, pesante, molto pesante che fa cadere e cadere di nuovo – ti prende al cuore, la senti sulla schiena, la misuri nelle tue mani. Il corpo di Cristo è tutto intero sulla croce. Il corpo dell’umanità è ugualmente tutto intero sulla croce. Ma, ai piedi della croce, il cuore di Maria si fa ricettacolo di quest’incredibile sacrificio.
(Unità pastorale 58 – Beinasco)