Il testo di un vecchio ban che credo vi sarà sicuramente capitato di cantare attorno ad un fuoco da campo recita: “Ci siamo persi mamma mia dove andiamo? In questo mare senza rotta navighiam… Adesso prendo il mio diario e scrivo che: tra i miei amici di dispersi non ce n’è!” (leggendolo lo stavate canticchiando, dite la verità…) ;-) … ed invece carissimi ragazzi tra i nostri amici, di dispersi ce ne sono parecchi! Forse anche alcuni di voi lo sono, magari senza rendersene conto navigano su internet senza rotta o senza una “buona” rotta, senza sapere qual è la parte corretta dove buttare la rete per ottenere una pesca proficua. Ecco per fortuna però sembra che qualcuno inizi a rendersene conto. Qualcuno di voi a questo punto forse penserà: “Oddio, ora arriva la predica; l’anatema contro il web e le nuove tecnologie!” oppure “Chissà chi sarà questo che se ne è reso conto e che sparerà a zero su internet? Sicuramente un vecchiaccio nato subito dopo la II Guerra Mondiale, vissuto in un posto noiosissimo e che dirà le solite cose!”. Per vostra fortuna/sfortuna si tratta di Evan Williams, 45enne (non proprio vecchio), nato negli United States of America, cresciuto nella Silicon Valley, nonché fondatore di Twitter… insomma, non possiamo effettivamente definirlo un tipo noioso e “superato”.
Beh, questo Evan Williams ha dichiarato qualche giorno fa al New York Times: “Internet non funziona più – The internet is broken”. Sbam! Chi se lo aspettava?
Uno che fa parte “del sistema” e che si dà la zappa sui piedi? Approfondiamo continuando a leggere le sue dichiarazioni: “Favorisce gli estremi. Pensavo che il mondo sarebbe diventato automaticamente migliore se avessimo dato a tutti la possibilità di esprimersi. Mi sbagliavo”.
Ari-sbam!!! E poi ancora: “Il problema è che non tutti siamo persone perbene. Gli umani sono umani. Non è un caso che sulle porte delle nostre case ci siano serrature. E invece, Internet è iniziato senza pensare che avremmo dovuto replicare questo schema, online”. La parola “educazione” ci dice niente? Vabbè, mi fermo qui… ma chi volesse andare a leggere la sua intervista per intero (ve lo consiglio davvero, si legge tutta in tre minuti netti) può farlo sul Corriere della Sera al link 1. Certo che noi scout dovremmo stare molto attenti ed educarci all’uso di internet. Comunque, procediamo… anche perché in questo numero si parla di “mani abili”! Certo che Evan Williams ha parlato di un web che favorisce gli estremismi. Avete mai sentito parlare di cyberbullismo?
Credo proprio di sì. Sapete bene di cosa si tratta? Definizione: “Atto aggressivo, prevaricante o molesto compiuto tramite strumenti telematici (sms, e-mail, siti web, chat, ecc.)”; seconda definizione: “Bullismo on-line. Termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti della rete”. Ok, mi sembra abbastanza chiaro. Lo sapevate che in Italia (non dall’altra parte del mondo) 2 ragazzi su 3 sono stati vittima di cyberbullismo? Lo sapevate che nel nostro Paese il 59% di vittime di cyberbullismo ha pensato almeno una volta al suicidio nel momento di sofferenza maggiore; il 52% confessa di provocarsi del male fisico intenzionalmente, l’82% dice di sentirsi frequentemente triste e depresso e che circa il 71% esplode in frequenti crisi di pianto? Ecco “SAPEVATELO!”. Tutto ciò purtroppo è molto “reale” e poco “cyber”, tanto che la dott.ssa Paola Capozzi, Dirigente del Compartimento Polizia Postale di Torino afferma: “L’impegno profuso nella lotta al cyberbullismo è divenuto ormai prioritario”.
Gli operatori della Polizia Postale, la Polizia di Stato e il MIUR hanno pensato di creare il Safer Internet Day, durante il quale incontreranno circa 60.000 ragazzi, sotto lo slogan: “Sii il cambiamento! Uniti per un internet migliore”. Penso sia un bel motto, che anche una Scolta ed un Rover dovrebbero fare proprio, oltre che porre molta attenzione ai casi di cyberbullismo in cui possono incappare, da vittime o da osservatori, magari per riuscire a far ragionare i bulli e ad essere al fianco delle vittime, sostenendole.
Comunque scusate per la digressione, dicevamo che il tema di questo numero sono le mani abili e mi sono rimaste solo poche righe per potervene parlare…
Ora che mi viene in mente, prima di continuare, fate una pausa nella lettura di questo articolo; andate al pc se ne avete uno vicino a disposizione, altrimenti prendete un attimo in mano il vostro telefono; entrate nel web e andate al link 2.
Vi apparirà un video…con sopra la scritta IL TRIONFO DEL NARCISISMO e sotto NELLA SOCIETÀ DEI SELFIE. Guardatelo attentamente, ascoltando anche l’audio della musica in sottofondo e, mentre lo guardate, provate ad immedesimarvi nelle varie “figure” in esso contenute. PLAY. Visto? In quanti “personaggi” vi siete riconosciuti? In diversi immagino…
Anche a me è successo proprio così. Ma stiamo davvero andando verso un mondo ed una società come quella proposta nel video? La risposta ovviamente è NO! Semplicemente perché ci siamo già dentro. E noi che cosa vogliamo fare? Eh, questo è il punto. Scusate ancora se ho divagato un po’. Ma arriviamo finalmente a parlare di mani abili, di abilità manuale. Anche perché due giorni fa, in macchina, mi è capitato di ascoltare in radio una trasmissione nella quale un uomo di cultura, intervistato dal conduttore proprio sull’abilità manuale e sull’uso che al giorno d’oggi facciamo delle mani, ipotizzava in modo provocatorio che “ciò che è comodo è stupido”, sentenziando che ormai le mani non si usano più. Questo mi ha fatto subito andare la mente allo scoutismo e all’importanza che in esso ricopre l’abilità manuale. Ma perché ce l’ha questa importanza? O meglio, qual è lo scopo di essere abile con le mani e/o di saper costruire qualcosa? Beh, sicuramente per una soddisfazione personale: vedere realizzato qualcosa che si è fatto soddisfa. Poi per un uso pratico: costruire qualcosa che è utile a me e magari anche a qualcun altro… al prossimo… rimboccarsi le maniche per fare qualcosa di utile per me e per gli altri… …ma vuoi vedere che è dall’inizio dell’articolo che parlo di mani abili?!?!

Link1: http://www.corriere.it/tecnologia/17_maggio_21/confessione-fondatore-twitter-internet-non-funzionapiu-scusateci-donald-trump-0a58775a-3ddc-11e7-b817-1edf273dd83b.shtml?cmpid=PA178012501DCOR
Link 2: https://www.facebook.com/psicologia.applicata/videos/1905869366368972/

Emanuele Porcacchia