1 Pietro 4
7 fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. 8 Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. 9 Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. 10 Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!

Caro fratello Rover,
Cara sorella Scolta,
Caro/a Capo.
Confesso che quando ho scoperto di dover scrivere un articolo sul tema di questo Carnet un sorriso è apparso sul mio volto perché, forse per deformazione “professionale” (da predicatore), nella mia testa la parola “Evangelizzare” e “abilità manuale” stavano insieme un po’ come possono stare insieme gli spaghetti con la marmellata!!… Entrambi cose buone ma, per un buon gustaio quale io sono, inaccostabili!!!…

Eppure mi sbagliavo!
Mi sbagliavo perché all’Evangelizzazione associavo solo la parola “annuncio” e l’annuncio non sembra coinvolgere le mani; sembra piuttosto avere a che fare con le parole, la testimonianza, il racconto, con la nostra capacità di sapere dare ragione dell’amore che abbiamo incontrato, della gioia che abita il nostro cuore, con la nostra capacità di saper raccontare la bellezza di Dio. Eppure quando l’annuncio ti porta ad incontrare Cristo, quando il Vangelo arriva a toccarti il cuore, LA VITA CAMBIA!!… e cambia in un modo radicale, profondo e vero!
Cambia il tuo modo di guardare al mondo. Cambia il tuo modo di andare incontro agli altri. Cambia il tuo modo di vivere e di “sporcarti le mani”.
Per questo c’è un modo “cristiano” di fare le cose che non riguarda solo “ciò che fai” ma anche il “come lo fai” e proprio questo modo di fare, questo “stile bello”, può diventare Sua parola viva dentro la storia e la concretezza di questo mondo.
Così, pensando al valore che può avere il nostro saper far bene le cose, per te ho cercato d’individuare almeno tre parametri, tre caratteristiche di riferimento, che possano indicarti quando anche il tuo “fare” può diventare parola viva di Dio per le persone che incontrerai. Senza dubbio credo che si possa dire che affinché il tuo “fare” sia un fare “ben fatto” (e cristiano) esso debba essere:

  • fatto per Dio
  • fatto in Dio
  • fatto con cura

FATTO PER DIO
Se vuoi che la tua vita parli di Lui, nel tuo cuore deve abitare la consapevolezza che tutto ciò che hai, e tutto ciò che sei, è suo! Da Lui arriva, in Lui prende forma, a Lui ritorna. Questa è la stessa consapevolezza che S. Pietro ci riconsegna in un passaggio della sua preziosa lettera (1 Pt 4,7-11). Tu hai ricevuto un dono da Dio: Amministralo bene, usalo, mettilo in gioco, mettiti al servizio degli altri (v.10)! Se vuoi imparare a “fare” e a “fare bene” non dimenticare poi il senso e la portata del termine “amministratore” applicato alla tua vita!
Ricordati sempre che tutto ciò che stai maneggiando è prezioso, santo, e che – sopratutto – è Suo! …e che in qualche modo, prima o poi, di come lo avrai usato dovrai renderne conto.

FATTO IN DIO
Perché è solo in Lui che troverai la forza di fare tutto ciò che farai. Perché sarà il suo Spirito a illuminare i tuoi passi, a guidare le tue mani, a sostenere le tue fatiche, a consolare il tuo cuore, a inspirare i tuoi pensieri, a intessere di Cristo la tua vita. E non c’è vera azione cristiana “ben fatta” che non sia fatta con amore e per amore (nella carità v.8) …e questo amore non è altro che Dio stesso!

FATTO CON CURA
Non importa poi cosa farai… la cosa certa è che: “il bene va fatto bene”, CON CURA!! Perché il bene, per essere fatto bene ed essere un vero bene, richiede che sia fatto con amore e per amore. E le cose fatte con amore richiedono tutta l’attenzione e la cura possibile perché, se sono fatte con amore, significa che in esse ci stai mettendo il tuo cuore per poter raggiungere altri cuori… e le strade del cuore sono sempre preziose e delicate! Concludo allora augurandoti “di cuore” ( :-) ) che tutto ciò che farai, che tutta la tua vita, possa essere un capolavoro! Un inno di Lode a Dio che renda gloria al suo nome (v. 11), con la bellezza dell’amore che risplenderà in tutto ciò che avrai fatto. Buona strada caro fratello, sorella o capo che stai leggendo e….

Buona vita! Fra Andrea