Il primo risveglio a casa è sempre parecchio sconvolgente.
Scolta_2Sotto il tuo capo il cuscino è morbido, intorno a te la camera è ampia e ordinata. C’è un silenzio strano, inusuale: mancano le zip delle tende, la sveglia dei canti, le presentazioni di squadriglia, il fischietto, i vispi schiamazzi dei Lupetti e gli sbadigli delle Guide. Niente ginnastica e giri di campo, niente bicchieroni di caffè, niente cerimonie nè alzabandiera.
Sicuramente, percepisco il conforto della tranquillità e della comodità di bagno e materasso, ma ammetto che la mia attuale nostalgia per la vita al campo è maggiore di quella per la civiltà, sperimentata, a volte, nei giorni scorsi.
Ho rimesso piede in casa solo ieri sera, dopo un’ intensa settimana trascorsa al campo scout di Gruppo. Per la prima volta, però, l’ho vissuto da un punto di vista differente: mi sono trovata parte dello “staff”, dato che, da quest’anno, sono salita al Fuoco e sono Scolta Semplice. Siccome ancora non sono in servizio in alcuna branca, il mio è stato una sorta di ruolo jolly, un aiuto per chiunque ne bisognasse: ora in cambusa, ora travestita per il lancio di un’attività, ora all’opera in ufficio per creare materiali e ricordini, ora a spremere le meningi per ragionare un gioco da proporre.
Scolta_3In realtà, le vere differenze rispetto agli anni passati, per me, sono state altre. Innanzitutto, il contatto più diretto con gli adulti e i Capi e un rapporto più alla pari con coloro che, da sempre, ho osservato con ammirazione e stima, aspirando a seguirne l’esempio. Trovarmi tra loro e condivide pasti, momenti di pausa e confronti sui temi più vari è stato tanto strano quanto soddisfacente: mi ha resa felice rendermi conto che chi mi parlava lo faceva ritendendo di relazionarsi con una persona cresciuta e in grado di capire “le cose da grandi”. Poi, vedere le ragazze crescere, sperimentare e superare i gradini che, a mio tempo, anche io mi sono trovata di fronte, è stata un’emozione travolgente.
Non ho mai capito la commozione dei Capi in determinate situazioni, nè i loro sguardi o comportamenti in altre: beh, ora credo che questa non sia più una difficoltà. Spero che, quando sarà il mio turno di guidare una branca, possa essere in grado di prendere per mano quelle ragazzine e di formarle al meglio in mente e carattere come persone, donne e scout, così come sta avvenendo per me. Infine, ho vissuto la mia prima esperienza di servizio e ho imparato la gioia che risiede nel dare.
Scolta_4È ancora lungo il cammino davanti a me e sono tante le cose ancora da apprendere, ma sicuramente ho capito che sono sulla strada giusta, quella che voglio intraprendere con lo zaino in spalla, gli scarponi ai piedi e la mente al panorama che attende sulla cima. Tutti siamo responsabili di tutti, questo è il messaggio che il campo di Gruppo di quest’anno mi ha voluto lasciare.
Ma non è tutto. C’è anche che ognuno di noi è unico e capace di grandi cose, ma soltanto se rimane aperto all’affidamento al Signore e alla condivisione con il prossimo.
Che la cortesia e la gentilezza non sono forme di educazione, ma essenze della comunità, così come il dialogo e l’autenticità, le uniche vie per convivere
in armonia e collaborazione.
E, infine, che, nella ricerca del “tesoro” della nostra vita, la vera ricchezza è il viaggio stesso e il cambiamento che opera in noi, il quale ci porta a tornare ogni volta a casa migliori di come siamo partiti.
Tra circa un mese per me avrà inizio un viaggio davvero importante, che mi vedrà come ”exchange student in Texas” per l’intero anno scolastico. Ecco,
credo che questo sia l’augurio e il consiglio migliore che potessi ricevere e fare mio. Sono impaziente di salpare e seguire le tracce del mio tesoro!

Fuoco Shalom
Gruppo Senigallia 1 – ”San Giovanni Paolo II”

a cura di Elena Bratti