La Guida e lo Scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà.
È una bella definizione di gioia, che ci ricorda che dobbiamo cercare di essere positivi: quando non abbiamo particolari preoccupazioni ad appesantire il nostro umore, ma soprattutto quando la situazione si fa pesante e complessa. Io non posso fare a meno di raffigurare la gioia come un bel sorriso sulle labbra. Quel sorriso che ritrovo sul volto di Alex Zanardi ogniqualvolta lo vedo intervistato in televisione o su un giornale.
Alex Zanardi è uno di quegli sportivi che si sono guadagnati le copertine e le pagine delle riviste per i loro meriti e le loro imprese. Ma più di tanti altri sportivi la sua storia è davvero unica e straordinaria, e a me personalmente trasmette un sentimento di gioia vero e continuo.
Alessandro “Alex” Zanardi è un pilota automobilistico, nato a Bologna nel 1966. Si appassiona già da ragazzo alle corse, ma la famiglia cerca di dissuaderlo perché a tredici anni Alex perde la sorella in un incidente stradale. A quattordici anni però si costruisce da sè il suo primo kart e inizia così una lunga ed entusiasmante carriera come pilota automobilistico. Durante i 19 anni trascorsi sulle piste di tutto il mondo e di tutte le categorie Alex conosce la vittoria e la sconfitta, l’entusiasmo per una nuova avventura che inizia e la delusione per una gara abbandonata o per risultati che non arrivano. Ciononostante, si lancia costantemente in ogni sfida, con passione, professionalità e dedizione. Alterna alcuni anni nelle cosiddette formule minori (ad esempio la “Formula 3000” e la “CART”, anche nota come “IndyCar”) e alcuni anni in “Formula 1”. Nel 2001, dopo una deludente esperienza in “Formula 1” e un breve periodo lontano dall’automobilismo, ritorna alla “CART” e comincia ad ottenere risultati incoraggianti. Durante il gran premio del Lausitzring (in Germania) però, al rientro dal rifornimento ai box, mentre si trova in prima posizione a 13 giri dal termine, perde il controllo dell’auto a causa di acqua e olio sulla pista e viene travolto dall’auto del pilota italiano Alex Tagliani che, sopraggiungendo, si trova davanti all’improvviso Alex, senza poterlo evitare. Nel violentissimo impatto l’auto di Alex si spezza in due parti e le sue gambe vengono amputate. La situazione è talmente disperata che prima di salire sull’elicottero dei soccorsi Alex riceve l’estrema unzione. Rimane 3 giorni in coma farmacologico, subisce una quindicina di operazioni, e dopo 6 settimane di ospedale può tornare a casa per cominciare la riabilitazione.
A 35 anni, Alex Zanardi, dopo una vita al massimo della velocità, si trova senza le gambe, senza cioè gli strumenti più importanti per uno sportivo come lui. Alex decide però di guardare avanti, con ottimismo: “Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa”. Si riavvicina perciò alle corse, affermando con grande ironia che se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimetterlo in piedi. Torna su un’auto da corsa appositamente modificata, e vince diverse competizioni, tra cui il “Campionato Italiano Superturismo”. Ha addirittura l’occasione di completare i 13 giri interrotti dall’incidente sul tracciato del Lausitzring.
Consapevole però che qualcosa è cambiato comincia a partecipare ad alcune manifestazioni sportive per disabili, appassionandosi di hand-bike, una bicicletta che si guida con le braccia. Si lancia anche in questa sfida con dedizione ed entusiasmo, e dopo alcuni discreti piazzamenti comincia a collezionare vittorie e record nella sua categoria durante le maratone e i campionati del mondo. È travolgente, tanto che alle Olimpiadi di Londra del 2012 arriva a vincere 2 medaglie d’oro e una d’argento, e ai Campionati del mondo in Canada, 3 medaglie d’oro. Nell’ottobre 2015 partecipa al suo secondo “Iron man” (3.8 km a nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km di corsa) alle Hawaii e vince nella sua categoria (che differisce solo per i 42 km percorsi in carrozzina olimpica), classificandosi 167° in assoluto su 2367 partecipanti. Oggi si sta preparando per le prossime olimpiadi di Rio de Janeiro.
“Le corse rappresentano una bella fetta della mia storia, ma non sono di certo la parte più importante. Le mie più grandi passioni sono mio figlio Nicolò, le tagliatelle al ragù di mia madre e mia moglie Daniela, non necessariamente in quest’ordine.”
Francesco Barbariol