“Che tu creda di farcela o di
non farcela avrai comunque
ragione”
(Henry Ford)

Chi di voi fa servizio in Riparto, sa che pioggia e freddo nel giorno dell’uscita sono sufficienti per qualcuno dei nostri esploratori e guide a decidere di non partecipare all’attività. Alcuni di loro credono che le situazioni in cui si potrebbero ritrovare siano troppo dure e provanti per essere superate con successo. Nella scuola, come nel lavoro, nella famiglia, nello sport, chi pensate riesca meglio: quello che commisera la propria situazione di disagio, o quello che affronta con un sorriso anche le difficoltà inaspettate? Sappiamo affrontare le sfide che la vita ogni giorno ci pone di fronte? Tuttavia, anche se siamo scout d’Europa, non è scontato “sorridere e cantare anche nelle difficoltà”: per questo, ogni tanto ci fa bene sapere di alcuni esempi concreti di persone (santi moderni!) che, nonostante tutto, ce l’hanno fatta. Per questo motivo ti propongo la lettura del libro “E li chiamano disabili”, scritto da Candido Cannavò (che è stato direttore della Gazzetta dello Sport). Candido raccoglie una serie di esempi di persone che, nonostante alcune disabilità, hanno raccolto la sfida lanciata dalla vita e hanno saputo intraprendere la strada verso il successo. Ti consiglio di leggere alcune di queste storie insieme al tuo capo Clan o alla tua capo Fuoco. Ti accorgerai anche che questo è un libro che parla di fede: fede grata a quel nostro Dio amante della vita, che ama la vita di tutti. Di seguito troverai solo alcuni degli esempi delle personalità citate nel libro.

“È un insieme di storie
incredibili che predicono la
vita lì dove questa pare essere
schiacciata, strappata, presa in
giro, violata nella sua totalità.
E lì, proprio quando si tocca il
fondo, eccola riapparire, la vita,
con potenza.”
(dall’introduzione al libro di Massimo Bettenini)

Primo esempio: Felice Tagliaferri, lo scultore cieco

“Io vi dimostro che anche un
uomo sfortunato può insegnarvi
qualcosa”

Quando Candido arriva nel piccolo studio bolognese di Felice, si accorge di non trovarsi in un luogo qualunque. Felice è cieco totale dall’età di quattordici anni: da allora, le immagini del mondo sono rimaste impresse nella sua mente. I suoi polpastrelli sono i suoi occhi: con incredibile abilità e un tocco di ironia, trasforma la cecità in una ricchezza. Scolpisce un leone con espressione adirata per via di una mosca che lo disturba: e rappresenta perfino la mosca sul muso del felino. Felice è in grado di ritrarre qualsiasi forma, perfino il volto della moglie, solo servendosi del proprio tatto. Rappresenta anche il corpo di Cristo, adottando speciali guide per non vedenti attraverso le pieghe del velo.

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Secondo esempio: Paolo Anibaldi, chirurgo a ruota libera

“La sventura di Paolo è stata totalmente
sconfitta dall’incedere di una vita da
campione: intensa, gioiosa, straordinaria”

È successo tutto in una notte: poco più che ragazzo e da un giorno all’altro, per via di una vena esplosa nella colonna vertebrale, Paolo si è trovato paraplegico. Paolo non ha perso la voglia di vivere, nonostante inizialmente il pericolo di farsi affliggere dal dolore fosse sempre dietro l’angolo: da sportivo quale è sempre stato, ha proseguito a dedicare anima e corpo allo sport, anche grazie alla squadra di basket “A ruota libera”. Non solo: Paolo aveva il sogno di diventare pilota di caccia oppure chirurgo. È riuscito a realizzare il secondo, anche grazie all’aiuto di un amico meccanico: Ivano vedeva l’amico operare sempre in condizioni difficili sulla sua carrozzina, in un equilibrio precario che non gli avrebbe permesso di eseguire operazioni chirurgiche più complesse. Da qui, la decisione di preparare per l’amico un ausilio di acciaio che consente a Paolo di operare in stazione eretta.

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DATI DEL LIBRO
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Autore Candido Cannavò
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Titolo E li chiamano disabili
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Editore BUR
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Anno 2007
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Pagine 251
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Prezzo 9,90 euro

Massimo Pirola