Come promesso rieccoci qui con alcuni particolari accorgimenti pratici su come organizzare al meglio una attività outdoor. Entriamo nel concreto.

Scelta della meta e del percorso – elementi di valutazione.
L’ambiente naturale non è più il nostro habitat naturale quindi, come tale, può riservare spiacevoli imprevisti. Quando si decide la meta e conseguentemente il percorso per raggiungerla è necessario tenere conto che un gruppo (Fuoco o Clan) ha tempi di percorrenza generalmente maggiori rispetto a chi si muove individualmente.
Conseguentemente questi tempi dovranno essere superiori a quelli riportati nelle tabelle dei sentieri. Il gruppo è composto di vari elementi e difficilmente le scolte ed i rover avranno medesima preparazione fisica, lo stesso grado di allineamento. Per calcolare i tempi necessari bisogna partire da questa considerazione e progettare percorso e tempi in funzione degli elementi più in difficoltà (peso – allenamento – vertigini ecc.). Vanno tenuti in considerazione anche il profilo altimetrico e, possibilmente, gli orari nei quali si affronterà un certo tratto dell’itinerario.
Una salita molto lunga e ripida affrontata nelle prime (fresche) ore della giornata richiederà uno sforzo minore piuttosto che il doverla percorrere durante le più calde ore di metà giornata o primo pomeriggio.
Un gruppo non allenato difficilmente supera gli 800 metri in un giorno e le giornate seguenti possono essere di pura sofferenza. Sarebbe opportuno limitare a max 5/6 ore di cammino al giorno. Il peso dello zaino riduce l’autonomia di ogni singola persona e noi sappiamo che gli zaini degli scouts sono – generalmente – pesanti.

Preparazione – in funzione di capacità e condizioni psicofisiche dei partecipanti
Si deve affrontare un percorso impegnativo con adeguata preparazione. In vista di una route o di un campo mobile le scolte ed i rover dovrebbero dedicare il giusto tempo per aumentare l’allenamento alle lunghe camminate ed allo sforzo.

Pianificazione e verifica della fattibilità – acquisizione di informazioni ed “autorizzazioni” o “consensi”
È un passo fondamentale. È assolutamente necessario prendere il maggior numero possibile di informazioni riguardo luoghi, percorso, fattibilità. Si
possono consultare guide recenti, il web, si possono contattare il CAI ed i gestori dei rifugi. Magari anche chi ha percorso recentemente l’itinerario. Un errore che può rivelarsi pesante è usare informazioni “datate”.
La montagna e comunque l’ambiente naturale sono soggetti a mutare più rapidamente di quanto si pensi. Vi sono sentieri che, segnati sulla carta, non
esistono più nella realtà in quanto cancellati da eventi meteo, da frane o dall’abbandono.

Situazione Meteo dei giorni in prossimità della partenza e durante l’attività
È buona norma prendere visione dei bollettini meteo relativi alla zona di nostro interesse nei giorni antecedenti la partenza. Ricordiamo che una buona attendibilità di una previsione non supera i 3 – 4 giorni. Nel web vi sono molti siti che si occupano di meteorologia. Lasciamo perdere quelli generalisti e cerchiamo quelli più specifici, relativi alla zona di nostro interesse. In estate eventuali pericoli meteo sono legati a forti temporali con relativi fulmini. In inverno la cosa risulta molto più complessa in quanto il freddo, il vento (wind chill), la nebbia frequente sono elementi da non sottovalutare. Una volta partiti si è… sul campo. La capacità di saper leggere l’evoluzione del meteo dagli elementi che ci circondano è difficile, ma non impossibile. Per molti si tratta di un aspetto affascinante… saper prevedere in autonomia l’evoluzione del meteo usando un altimetro, guardando il movimento e l’evoluzione delle nuvole, oltre ad una maggiore sensazione di sicurezza da certamente anche delle belle soddisfazioni. Il fatto di saper prevedere come evolverà il meteo nelle ore appena successive potrebbe indurci a modificare il programma o il percorso (cosa sicuramente più difficile) al fine di evitare problemi.

Materiali
Negli ultimi anni sono stati sviluppati materiali molto sofisticati e costosi per chi vive l’outdoor. Non sempre si giustifica per gli scouts l’avere l’ultimo ritrovato o l’ultimo gadget. Piuttosto facciamo attenzione che la nostra attrezzatura sia il giusto compromesso tra robustezza, peso, costo e funzionalità. Alcuni elementi sono FONDAMENTALI: calzature, giacca a vento, zaino, tenda.

Equipaggiamento personale e del gruppo
Oltre alla normale dotazione di indumenti/ricambi ed accessori sono indispensabili, a livello individuale: accendino – coltello – fischietto (per eventuali richieste di soccorso quando i telefoni non funzionano) – lampada frontale – borraccia e telo isotermico (peso e costo irrilevanti, ma di grande utilità in varie situazioni.
A livello di gruppo è indispensabile una borsa di primo soccorso, cartina topografica del percorso in più copie e dei telefonini, magari con sim di operatori diversi. Consigliati sono anche bussola, altimetro e GPS.

Predisposizione di un PIANO “B”
Per quanto possibile vanno evidenziati punti potenzialmente più problematici. Se possibile si pensi ad una via di fuga, ad un Piano “B” se le cose dovessero complicarsi. Ovviamente alcune conoscenze/competenze sono particolarmente utili come la capacità di leggere una carta, di sapersi orientare. Evitiamo di fidarci ciecamente della tecnologia… anche il migliore dei GPS può rivelarsi inutile e lasciarci nei pasticci … pile scariche – zona di ombra per la ricezione dei satelliti… Ovviamente il fatto di sapere cosa fare o non fare in caso di un incidente è indiscutibilmente importante. Clan e Fuochi dovrebbero partecipare con una certa frequenza a corsi di Primo Soccorso in modo che vi sia sempre qualcuno in grado di affrontare una situazione di malore o incidente.

Condivisione aspetti logistici (Capo Gruppo – Gestori dei Rifugi – CAI)
È necessario informare il Capo Gruppo, ma anche eventuali gestori di rifugi, il CAI o il Soccorso Alpino, la capitaneria di porto per chi va per mare, del nostro itinerario e dei nostri tempi. Lasceremo i nostri numeri telefonici ed avremo a portata di mano i numeri di telefono ai quali, in caso di necessità, faremo riferimento per chiedere aiuto o, magari, per dare rassicurazioni sulle nostre condizioni. Per finire una cosa importante: se nonostante la preparazione meticolosa e, per quanto possibile, previdente, vi sia il caso di una situazione che presenti caratteristiche di criticità e potenziale pericolo per i partecipanti, è necessario che il gruppo ed il capo in particolare sappiano prendere la decisione di rinunciare al raggiungimento dell’obiettivo.

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Lorenzo Salce

a cura di Marco Fioretti