Immagina che il tuo fidanzato o la tua ragazza rischino di perdere il posto di lavoro. Immagina che la decisione dipenda dai suoi colleghi: devono votare se ricevere il bonus, premio di 1.000 euro per il lavoro svolto nel corso dell’anno, oppure in alternativa possono scegliere che il tuo amato o la tua amata mantengano il posto di lavoro in azienda. Le due strade non possono coesistere: solo la rinuncia al bonus da parte dei colleghi può permettere che il posto venga mantenuto. È questa la storia di Sandra che, sostenuta dal marito e dai suoi due bambini, avrà a disposizione il tempo di un fine settimana (due giorni e una notte, appunto) per convincere i propri colleghi a salvare il suo posto di lavoro in una piccola azienda belga di pannelli solari. Ad aggravare la circostanza, si aggiunge il fatto che Sandra non è ancora del tutto guarita da una situazione di depressione che, in passato, le era costata giorni di assenza dal lavoro. E sarà proprio questa la leva utilizzata dal datore di lavoro per scegliere lei come capro espiatorio della crisi economica aziendale. Sandra decide di bussare alla
porta di ciascuno dei propri colleghi: in cambio riceverà comprensione, disprezzo, commiserazione, speranza, paura. L’altalena di sentimenti mette a dura prova Sandra, già debole per via della malattia e sempre più compromessa dall’errata convinzione di non poter offrire più nulla di buono al mondo.
Tuttavia, anche nel tunnel più buio, ci sono delle piccole scintille di luminoso amore: i bambini, nella loro innocenza, aiutano la mamma a trovare gli indirizzi dei colleghi. Il marito, anche se provocato più di una volta da Sandra, riesce a mantenere la calma e con tenacia assiste la moglie, che solo alla fine apprezzerà i suoi gesti d’amore. Il marito, con una ammirevole forza di volontà, non solo assorbe le frustrazioni della moglie, anzi la incoraggia a proseguire nell’opera di convincimento dei colleghi, pur tra le umiliazioni ricevute e la freddezza di alcuni rapporti umani. Come Rover, come Scolte, saremmo stati in grado di comportarci con la stessa umiltà e fermezza del marito di Sandra? Avremmo accompagnato il nostro partner anche nella paura della perdita del lavoro? Chiedi al tuo Capo Clan, alla tua Capo Fuoco, di vedere il film a riunione; la risposta a queste domande non è per niente scontata.
“Mettiti nei miei panni”
Sono le parole che Sandra ripete più volte ai suoi colleghi; e sono i colleghi stessi a ripeterle a Sandra.
“Ama il prossimo tuo come te stesso”
sono le parole di Gesù, duemila anni fa. Cosa è cambiato da allora? Mettersi nei panni di Sandra viene naturale, ma… come mi comporterei io se dovessi rinunciare al bonus di mille euro, che mi permettono di pagare con più facilità le rate del mutuo, o iscrivere mio figlio all’università, o pagare le spese mediche necessarie? Le risposte fanno di te la donna e l’uomo della Partenza. I personaggi del film, tanto veri nella loro genuinità quanto talvolta crudi nelle parole e nei gesti, sono simbolo di un mondo dove l’egoismo è eternamente nemico dell’amore: anche noi siamo spesso portati a pensare che il miglior investimento sia quello rivolto e finalizzato a noi stessi. Il nostro servizio, come Rover e Scolte, ci impone invece di guardare all’amore di Dio, quell’amore dove il miglior investimento sono le nostre fatiche rivolte verso il bene del prossimo: i nostri Lupetti e le nostre Coccinelle, i nostri genitori da assistere nella vecchiaia, il nostro partner nella difficoltà della perdita del lavoro.
Titolo originale:
Deux jours, une nuit
Paese:
Belgio, Francia, Italia
Anno:
2014
Durata:
95 min
Regia:
Jean-Pierre e Luc Dardenne
Massimo Pirola