Matteo 6, 5-13
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

Pregare
La preghiera non è il compiere gesti, non è il recitare formule, il pronunciare parole; è piuttosto una questione di cuore, di Vita. Pregare è il porsi al cospetto di Dio, è il saper unire la terra al cielo, il nostro limitato cuore all’infinito di Dio. Essa è come una sorgente che zampilla nel profondo dell’anima e che arriva ad irrigare tutta la persona, plasmandola e animandola. Ma… come si fa? Come ci si mette in moto?

Come?
La vita è un dono, che non hai chiesto ma che hai ricevuto; un dono che, forse, non hai ancora imparato ad amare e ad apprezzare nella sua totalità ma che, in ogni caso, resta sempre un dono… che VIVE DI DONI! Per questo anche la preghiera è un dono: è il bel frutto del dono dello Spirito, di quello Spirito che vive in noi (1 Cor 6,19), che può non abbandonare mai le profondità della persona e che continuamente, con “gemiti inesprimibili” (Rm 8,26), viene in soccorso alle nostra fragilità, alle nostre debolezze, a noi che non sappiamo nemmeno cosa sia necessario dire, cosa sia utile domandare.

Segreti
È proprio lo Spirito il custode e l’anima della preghiera, è Lui che rende salda, viva e vera quell’unica parola che può cambiare in noi il volto di Dio. Lui, che è lo Spirito di Verità, grida in noi, nel nostro intimo, la verità nostra e di Dio. Così, tutti coloro che scelgono di fermarsi, di rientrare un po’ in se stessi, e di porsi in ascolto (FINALMENTE) del loro cuore e della vita arrivano, prima o poi, ad udire quella voce delicata, forte e decisa, che INCESSANTEMENTE GRIDA e che dice “ABBA PADRE” (Gal 4,6). Solo quando arrivi ad udire questa voce ti accorgi che non sei più lo
stesso perché è solo da questo grido, da questa consapevolezza, che nasce tutto un altro modo di essere e di sentire la vita. Per questo, un giorno, quando i discepoli, affascinati dalla bellezza del loro maestro e desiderosi di cogliere il segreto della preghiera che lo abitava, arrivarono a chiedergli “Signore insegnaci a pregare” (Lc 11,1), Gesù gli mise sulla loro bocca la bellissima preghiera “Padre nostro…” che non è una formula ma una sintesi di vita, di sguardo, di relazione e di cuore!

Ma… attenzione!
Per questo l’evangelista Marco, consegnandoci a sua volta la preghiera del Padre Nostro, ci ricorda come Gesù stesso ha desiderato liberare il suo dono da ogni equivoco! LA PREGHIERA NON È ALTRO CHE IL RAPPORTO CON UN DIO CHE È PADRE, CHE SA E CHE VEDE… che conosce i tuoi bisogni, che conosce il tuo
cuore. Per questo, quando vuoi incontrare Dio, non c’è più spazio per l’esteriorità, non puoi più sopportare l’ipocrisia (tua), non c’è più bisogno che sprechi parole… il Padre già sa… ma cerca di rendere vive in te quelle parole che Gesù ti ha posto sulle labbra affinché diventino il canto della tua vita.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI:
due stupendi libri sulla preghiera e sul Padre nostro di Ermes Ronchi: “Dieci cammelli inginocchiati” (sulla preghiera) e “Il canto del pane” (sul Padre Nostro).

 

Frate Andrea Cova
Assistente Nazionale Scolte