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A Roma, quando qualcuno esagera si usa dire “Vabbè, adesso però datti ‘na regolata”.
“Règolati!” o “che vita sregolata!” sono frasi che hanno a che fare con delle leggi, delle norme, delle “istruzioni” per far funzionar meglio quell’“apparecchio” complessissimo che è la propria esistenza… quando si è piccoli queste regole sono imposte dai genitori, diventi grande e adulto quando impari a dartele da solo, quando impari a “governarti”… dal verbo latino gubernare, “reggere il timone”… perché se questo tuo timone non lo “reggi”, si sa come va a finire: non hai più una rotta e ti ritrovi alla deriva, da tutt’altra parte rispetto a dove vorresti arrivare. Se poi decidi di non vivere abbarbicato su di una montagna tutto solo in una
grotta, e scegli di stare in mezzo alle persone, la faccenda un po’ si complica perché non è detto che le regole che ti sei dato tu, per campare meglio, funzionino anche per gli altri. Non sei solo tu che decidi cosa è meglio per tutti, ma ognuno ha il diritto di dire la sua, di avanzare la sua ricetta di felicità che però a volte, può calpestare la libertà del vicino… Allora nasce l’urgenza di avere dei mediatori, un grande saggio che accolga le richieste di ognuno, le metta nel frullatore e ne tiri fuori una bevanda godibile a tutti.
Se ci pensi, questo è un compito davvero alto, perché si tratta di prendersi cura delle persone secondo le necessità e bisogni di ciascuno e di riuscire a farle dialogare fra loro.
C’è da essere forti, avere chiare le situazioni e rimanere obiettivi per trovare dei punti di contatto fra le diverse esigenze affinché
tutti si viva bene insieme… e questa è una sfida esaltante! Se dico: “Il Governo detiene il potere politico” quale associazione mentale fai? Pensi ai guadagni facili e agli sprechi? Alle leggi su misura? All’arroganza e alla prepotenza? Ai soprusi e alle ingiustizie?

Mamma mia come siamo fuori strada e quanto lontani dal significato originale!!! Se questa frase tu la traducessi dal latino o dal greco suonerebbe pressappoco così: “Avere l’arte di saper tenere saldo il timone della comunità dei cittadini”.. e qui ci sono almeno tre parole belle e desiderabili: avere un’arte, saper tenere saldo e comunità!
In merito alla politica ci sono delle straordinarie dichiarazioni della Chiesa che mi hanno riempito di stupore e di speranza:

“Si raccomanda una cura assidua alla
educazione civile e politica, in particolare
per i giovani.”
C.E.I.

“La politica è un’arte nobile e difficile, ed è
una delle forme più esigenti del servizio.”
“Gaudium et Spes”

“Per il laico cristiano la vita politica può avere una
rilevanza vocazionale. Come esiste la vocazione
al matrimonio o alla vita consacrata, all’impegno
professionale e sociale così si parla di una vocazione
all’impegno politico. La presenza del cristiano
nell’attività politica è perciò un dovere, una risposta
ad una precisa chiamata di Dio.”
Mons. Armando Franco

Tu Scolta, tu Rover, cosa aspetti a farti avanti?

Intervista al Ministro della Giustizia Paola Severino

Paola Severino Di Benedetto (Napoli, 22 ottobre 1948) è una giurista e accademica. Si è laureata in giurisprudenza nel 1971 presso l’Università di Roma “La Sapienza” con la votazione di 110/110 e lode, e nel medesimo anno ha iniziato la propria carriera come ricercatrice in diritto penale. È avvocato dal 1977. È professore associato di diritto penale e professore ordinario, ed é stata Preside della Facoltà di Giurisprudenza alla LUISS “Guido Carli” di Roma di cui dal 2006 è Vice-Rettore. È stata la prima donna a rivestire la carica di Vicepresidente del Consiglio della Magistratura Militare. Dal 16 novembre 2011 è Ministro della Giustizia del Governo Tecnico* Monti, prima donna a ricoprire questa carica nella storia d’Italia. Recita come attrice dilettante ed in particolare
impersona il ruolo del difensore in rappresentazioni teatrali in cui sono messi in scena processi immaginari nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto.

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Cosa vuol dire essere “Ministro”? Qual è la sua giornata tipo?

Vuol dire innanzi tutto alzarsi ogni mattina avvertendo un grande senso di responsabilità verso il Paese ed andare a letto la sera con lo stesso sentimento. Basta pensare che ogni legge, ogni decreto che entra in vigore deve essere firmato dal Ministro e deve essere munito del sigillo dello Stato, per rendersi conto di quanto sia estesa la responsabilità connessa a questa funzione. La mia giornata tipo si divide tra compiti di gestione del Ministero, lunghe sedute in Parlamento, partecipazione ad incontri con sindacati e rappresentanti di categorie professionali, intense riunioni con lo staff dei miei appassionati e giovani collaboratori.

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Come fare a stanare i giovani chiusi nelle dipendenze di oggi (uso sregolato – senza regole – di alcool, droghe e internet) ed appassionarli alla ricerca del bene comune?

Stimolandoli verso interessi diversi, cosî come fate voi con i ragazzi che vi seguono con passione e con gioia. É anche importantissimo il ruolo della famiglia, che può segnarti nel bene o nel male.

Cosa consiglia ai giovani che desiderano entrare in politica?

Di intraprenderla solo se hanno un forte senso dello Stato e delle istituzioni e se pensano che le risorse pubbliche non siano di nessuno, ma di noi tutti. Di coltivarla studiando quel che accade nel mondo ed intorno a sé. Di proseguirla con l’entusiasmo e l’altruismo che un compito così impegnativo richiede.

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Com’era lei a 16 anni? Quali erano le sue ambizioni? Quanto il tempo dedicato allo studio e alla ricerca del concretizzare e raggiungere i suoi obiettivi?

Ero sognatrice e timida, idealista e ostinata. Le mie ambizioni erano legate all’idea di rendermi indipendente dalla famiglia, viaggiare e poi diventare avvocato. Studiavo l’indispensabile, leggevo molto e andavo al cinema ogni volta che potevo.

Aline Cantono di Ceva – Commissaria Nazionale Scolte

Governo Tecnico: Con esso si indica un governo dalla sbiadita identità politica che subentra in situazioni d’emergenza quando il sistema dei partiti non riesce ad esprimere un governo pienamente funzionante. In questi casi si affida il compito di formare un governo a personalità dotate di competenze tecniche ed estranee alle stesse forze politiche, al fine di affrontare l’emergenza senza incontrare i veti incrociati dei partiti politici in Parlamento. Il “governo dei tecnici” intende pertanto tentare di risolvere i problemi del Paese in maniera più scientifica, razionale e rigorosa, al di là delle contrapposizioni politico-ideologiche.

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