Era un mercoledì di ottobre ed il Clan era riunito in Consiglio. Si stava discutendo su quale sarebbe stato il programma dell’anno e tra le varie attività che avrebbero scandito l’anno si arrivò a pensare al Campo Mobile.
Valutammo di tornare nel nord Italia come l’anno precedente, qualcuno propose le Cinque Terre, e qualcun altro invece propose di continuare sulla via francigena come avevamo già fatto nel campetto di Pasqua. Nessuna di queste proposte però riusciva ad essere convincente per l’intero Clan. Visto che ci trovavamo in un attimo di stasi decidemmo di fermarci e rianalizzare il tutto secondo il motto che avevamo scelto: “Se vuoi che qualcosa sia fatto, non dire vai ma andiamo”. In un attimo capimmo che avevamo bisogno di qualcosa che non avevamo ancora contemplato, avevamo bisogno di un campo di servizio. I ragazzi dissero che volevano qualcosa che li portasse a contatto con persone bisognose. La voglia di mettersi in gioco in un “campo” per noi nuovo ormai dilagava, era deciso e dovevamo solo trovare l’occasione! Ci imbattemmo nella Lega del Filo d’Oro ONLUS che anche per quest’anno avrebbe offerto l’opportunità ai Gruppi scout di vivere un’esperienza di servizio presso il loro Centro di Riabilitazione di Osimo (AN). Rover_2La collaborazione dei volontari è una delle specificità dell’Associazione ed è per questo che da sempre propongono l’esperienza anche al mondo scout. Il compito primario della Lega è quello di assistere, educare, curare la riabilitazione ed il recupero dei non vedenti privi di udito e dei pluriminorati psicosensoriali. Oramai avevamo scelto e saremmo andati fino in fondo ma lo ammetto, insieme alla tanta voglia c’era altrettanta paura di non essere all’altezza e di non riuscire a donarsi completamente.
Partimmo inizialmente a giugno per un paio di giorni di formazione, conoscemmo il centro, alcuni ospiti e fummo formati da un gruppo di medici, psicologi ed operatori. Passarono i mesi, passarono i campi di prima e seconda branca e finalmente arrivò il giorno per partire alla volta di Osimo. Le nostre giornate erano semplici, ci svegliavamo nella foresteria dove eravamo ospitati e per le 8.00 salivamo verso il centro, poi alle 13.00 un pasto in mensa, alle 19 la cena e poi diretti fino alle 23.00, ora in cui i più “grandi” andavano messi a letto. Rover_3Una cosa che ricordo con gioia è che nessuno di noi era incaricato di un Ospite in particolare, le nostre giornate erano formate da un continuo scambio di ruoli. Magari la giornata cominciava con lo svegliare Valentino, poi si passava a far ascoltare la musica a Cristian per un paio di ore e poi fino a pranzo a far “correre forte” Francesco. Il centro è organizzato e curato in un modo eccezionale, c’è una cura dei dettagli che traspare palesemente l’amore che la Lega cerca di infondere nei suoi Ospiti. Le aule dove gli ospiti passano il tempo sono state personalizzate e costruite appositamente per loro e per le peculiarità che ognuno di loro presenta. Dire che l’esperienza ha segnato i nostri cuori è a dir poco banale, immaginavamo che sarebbe stato qualcosa di forte, ma poi quando sei lì la cosa che più ti sconvolge è scoprire la naturalezza con la quale Servi. Non è come costruire un grande palazzo al quale corrisponde una grande fatica, le giornate passavano tranquille e serene ed i momenti di gioco, di divertimento e di servizio trascorrevano come gli altri giorni che avevamo già vissuto. Rover_4Ci avevano avvertito che dopo 48 ore si riesce ad entrare nel “ruolo” ma non ci saremmo mai aspettati di trovarci così bene a fare una cosa che solo qualche giorno prima ci spaventava così tanto. È incredibile il modo in cui la non conoscenza di qualcosa è capace di alterare le nostre sensazioni ed infondere delle paure completamente infondate. Come diceva un nostro caro amico “Sforzati sempre di vedere ciò che splende dietro le nuvole più nere”. La sera dopo cena solo alcuni grandi rimanevano alzati fino a tardi in modo che dormissero un po’ di più la notte. Quel momento lo ricordo con piacere perché era la parte della giornata in cui si rallentava, gli ospiti erano veramente pochi, circa 4-5 e tutto il piano inferiore era vuoto. Il fresco della sera aiutava a calmare i più agitati mentre passeggiavamo con loro e la nostra presenza insieme a quella delle operatrici diventava un bellissimo gioco di squadra. Arrivavamo a sera sicuramente molto stanchi, ma era proprio in quella stanchezza che trovavamo il modo per entrare ancora di più in contatto con i ragazzi ancora svegli. Rover_5Fabrizio, uno dei miei Rover mi ha scritto “È un’esperienza che ti rimane dentro, non importa quanto tempo passi”. Niente di più vero, non dimenticherò una sera con Cristian, sull’altalena per carrozzine, con tutti noi intorno a lui a cantare Venditti mentre due di noi (anche loro sull’altalena e in piedi) spingevano quell’omone dal cuore enorme. Non dimenticherò il tour fino a Loreto con 6 carrozzine, 2 Ducato e 2 Doblò carichi di Ospiti, operatori e Rover. Non dimenticherò la mattinata di compere al mercato di Osimo con Santo ed Angelo, due sordociechi molto esigenti in fatto di scarpe e cinte! Non dimenticherò la contentezza di Sergio quando scopri che eravamo tutti uomini a suo dire “grandi e forti”. Non dimenticherò le persone che ogni giorno affrontano quel lavoro con il sorriso.
Potrei continuare ancora ma non riuscirei lo stesso a passarvi le emozioni che vivemmo in quel paesino tra le colline marchigiane. Vorrei invitarvi a prendere la strada per Osimo, mettetervi in macchina ed andare a vedere, andare a conoscere Cristian, Paola, Giovanna, Moreno… Se avete mai cercato un posto dove poter rispondere alla domanda “Perché esisto?”, lo troverete lì e capirete che una carezza, quando si fanno i capricci perché non si vuole fare colazione, ha lo stesso effetto sia su un bambino di 3 anni che su adulto di 37.

Massimo Paneni
Capo Clan del Clan Pegaso – Roma 20

a cura di Giacomo Giovanelli