Per poter Servire gli altri bisognerebbe sempre prima farsi piccoli, umili, mettersi nei loro panni, camminare sulla stessa Strada, respirare la stessa polvere, vivere le stesse emozioni. A volte può essere difficile, perché dobbiamo lottare con il nostro egoismo, la nostra voglia di affermarci in questo mondo di oggi, con il nostro io; ma in questo mettere da parte un po’ noi stessi non deve esserci tristezza, anzi proprio da questo scaturisce la vera gioia.
Mentre mettevo su carta questa intervista ripensavo ai momenti vissuti nel Campo scuola di Branca Scolte ad agosto 2015 e mi è tornata alla mente la frase di Gesù riportata dall’apostolo Paolo mentre sta dando il suo addio ai responsabili della comunità di Efeso: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At. 20, 35) e anche quella in cui, sempre Paolo, afferma: «Dio ama chi dona con gioia». Ma per poter essere in grado di Dare, dovremmo prima ricevere, se noi non riusciamo per primi a sentire l’amore di Dio nel nostro cuore, non saremo mai in grado di trasmettere quell’amore agli altri; di conseguenza non potremo neppure comprendere la gioia che si prova, nel donare. Donare è anche… incoraggiamento, partecipazione, sostegno morale e spirituale, sofferenza e dolore, fare comunità, ma è anche gioia per le piccole cose: un sorso d’acqua fresca insieme, una barretta di cioccolata
da condividere, un abbraccio forte dato e ricevuto, un raccontarsi le proprie esperienze vissute con gli occhi rivolti ad un cielo stellato…
Le due ragazze che vi farò conoscere questa volta, Benedetta e Giulia, hanno vissuto tutto questo e vogliono raccontarvelo….

1. CIAO RAGAZZE CHI SIETE?

Ciao! Mi chiamo Benedetta, Aquilotto Birichino, Capo Fuoco del
Fuoco Perfetta Letizia nel Gruppo Frosinone 1, ho 26 anni e svolgo
un Dottorato di Ricerca in Chimica.SaleInZucca_2

Mi chiamo Giulia, Colibrì Birichino, ho 23 anni e sono aiuto Capo
Fuoco di mia sorella più grande, Cristina, nel gruppo dell’Este 1,
da settembre 2015, dopo aver fatto due anni di servizio extra associativo
e il campo scuola!
Ho due fratelli più piccoli, e come famiglia ci occupiamo da quasi
SaleInZucca_3tre anni di un fratellino che ci è stato affidato, e viviamo ancora
tutti sotto lo stesso tetto! Cresciuta in questa grande famiglia numerosa,
ho sviluppato una grande propensione per la vita comunitaria
e il sociale in genere e ho scelto di studiare e portare avanti
questa passione anche nel mio lavoro! Sono infatti educatrice in
una comunità terapeutica riabilitativa femminile.

2. DOVE VI SIETE CONOSCIUTE?

Al campo scuola Scolte 2015, da S. Martino al Cimino (VT) a Roma

3. RACCONTATECI COME È STATO VIVERE UN CAMPO SCUOLA SULLA GIOIA…

Definirei tutto con due aggettivi: emozionante, per le avventure
vissute, le discussioni affrontate, le fatiche provate e le risate condivise
e prezioso, per avermi permesso di scoprire cosa è veramente
Gioia nella mia vita.

Io e Benedetta ci siamo conosciute proprio lì, al campo scuola.. Per
me è stato il primo tempo e primo campo scuola di formazione in
assoluto! Essendo stato il primo non sapevo bene cosa aspettarmi
e sapevo che mi sarebbe servito per formarmi.. ma wow! Non
pensavo così!! Vivere il campo scuola sulla Gioia è stato davvero
stimolante, pieno e formativo, a livello di conoscenza del metodo
sicuramente, ma prima di tutto a livello personale. Per me è stato
un grande momento di riscoperta e crescita anche per la mia fede.

4. Quale giornata o momento di tutto il campo è rimasto più impresso nei vostri cuori?

L’arrivo a Roma sul Mons Gaudi, con una meravigliosa vista
panoramica in cui svettava l’attesissimo “Cupolone” di San
Pietro, simbolo ed obiettivo del cammino effettuato sulla via
Francigena fino a Roma. La stanchezza e la fatica dei chilometri
percorsi con lo zaino sulle spalle sono sparite in un attimo
e tutto è diventato così fraterno, come se tutte noi fossimo lì,
insieme, da sempre.

Il giorno che più è stato significativo e che è ancora nel mio cuore
è stato mercoledì 26 agosto, giornata in cui ho avuto la possibilità
di fare una lunga confessione con frate Andrea. Penso sia
stata la confessione più lunga della mia vita, ma terminata quella,
ho provato una sensazione di gioia vera, di libertà e un po’
di impotenza di fronte alla grandezza del Signore! Al momento
della Benedizione, ha imposto le mani sul mio capo e dopo mi
sono sentita come “ liberata” da tutte le mie paure ed angosce e
quel gesto mi ha dato la carica per cominciare davvero a vivere
pienamente ogni attimo e momento del campo. Ho sentito il
bisogno di piangere e pregare e poi ero felice.

5. In base all’esperienza che avete vissuto, secondo voi c’è più gioia nel dare o nel ricevere?

Seguendo l’istinto mi sento di rispondere con “ricevere”: il cuore
è gioioso e confortato quando si vivono cose belle. Ma pensandoci
un po’ su direi che c’è più gioia nel dare.
Se infatti ci accade qualcosa di avvincente, di inaspettato o di
sorprendente, siamo euforiche e contente e non vediamo l’ora
di condividere la nostra esperienza con una persona che ci è vicina.
E quando lo facciamo, noi siamo ancora più gioiose ed anche
il nostro prossimo vive un po’ della nostra felicità…SaleInZucca_4

Dopo il campo scuola, posso dire che sono sempre più convinta
che si provi molta più gioia vera nel dare piuttosto che nel
ricevere! “Ma come faccio a spiegare che cosa si da?” mi sono
chiesta appena ho letto la domanda. A parer mio si parte dal
piccolo dell’equipe, nella quale si costruiscono legami necessari,
senza i quali il campo scuola non sarebbe lo stesso! Costruire
una relazione con le mie compagne di equipe e di cammino, che
non conoscevo, è stato, senza timore, fidarsi e affidarsi a loro,
donare senza alcuna pretesa tutto ciò che di me potevo dare. In
una settimana di campo impari a mostrare quello che sei davvero
senza veli, senza maschere e senza la preoccupazione di
ricevere qualcosa in cambio. Donare la vera Giulia nelle relazioni
create, mi ha fatto sentire così carica e viva che davvero il mio
cuore si era riempito di gioia! Condividere con chi mi è stato a
fianco i sorrisi, la paura di non farcela, la gioia, la tristezza e tutte
quelle emozioni che ci hanno travolto, è stato uno scambio di
doni che mi ha arricchita! In quegli istanti mi sono sentita piena
di vita e di grande gioia.. quella gioia che quasi riesci a percepire
e gustare.. quella gioia che probabilmente è il Signore!

6. Il motto dell’ultimo giorno di campo era “andate con gioia”: quando siete tornate a casa cosa vi hanno detto i vostri cari e le persone più vicine a voi? E voi vi siete sentite “diverse”?

Andate con gioia…è il mandato alla testimonianza della GIOIA
incontrata e ravvivata nei giorni del campo scuola! Il rientro a
casa è stato forse troppo veloce ma, per me, sicuramente ricco di
nuove attenzioni verso quei dettagli poco considerati in precedenza.
Ecco io sono tornata a casa così: sentendomi “riempita”,
traboccante di amore e consapevole di poter vivere con GIOIA
PIENA.SaleInZucca_5

Appena tornata mi sono sentita parecchio diversa e pure la mia
famiglia se ne è accorta molto presto! L’esperienza e l’amore
che ho vissuto mi sembravano troppo intimi e grandi per poterli
raccontare… ma questa “nuova gioia” mi faceva stare così bene
che avrei davvero voluto raccontarla agli altri e far vivere alle
persone a cui voglio bene la stessa cosa! eh si! il motto dell’ultimo
giorno “andate con gioia” l’avevo fatto mio e spero di aver
trasmesso il più possibile la pienezza che ho riscoperto nel cuore,
alle persone che ho accanto.

7. Cosa direste ad una Scolta o Rover in servizio che quest’anno potrà avere la possibilità di partecipare ad un campo scuola

Il campo scuola è un momento in cui potete mettervi in gioco
con sorelle e fratelli che non conoscete ma con cui vivete lo stesso
ideale, dove siete chiamati ad approfondire la conoscenza del
metodo scout e quindi a comprendere, memorizzare ed applicare.
Però ricordate: il campo scuola è pur sempre un campo!
E come tale è ricco di divertimento, di condivisione, di crescita,
di sorelle e fratelli da incontrare, di canti, di un fuoco che arde e
scalda le giornate, di…Per saperne di più bisogna solo viverlo!.SaleInZucca_6

Quindi cari Rover e Scolte, Formatevi! Vi consiglio vivamente,
finché ne avete la possibilità, di partecipare ai campi scuola perché,
come ho detto all’inizio, capirete sicuramente molte cose
del nostro amato metodo scout, ma sono ancor più formativi a
livello personale! Quindi non solo vi consiglio di andare, ma di
andarci e dare tutto quello che potete di voi stessi e di mettervi
in gioco dal primo all’ultimo giorno, per assaporare la gioia,
quella vera!

8. È arrivato il momento di salutarci:

Vi saluto con una frase di Papa Francesco: “La Gioia non può diventare
ferma: deve andare. La gioia è una virtù pellegrina. È un
dono che cammina, cammina sulla strada della vita, cammina
con Gesù”. Buona Strada!

E quindi meglio non si può terminare che con il motto del cam-
po!! E GIOIA SIA… E CHE SIA PIENA!!! un caro saluto colmo di
gioia! Buona strada

Sara Sperduti