Relazioni e Servizio al Prossimo

Marco Platania e Michela Bertoni – Commissari Generali

Se torniamo con la mente alle prime volte in cui i nostri capi ci hanno parlato di servizio, quando eravamo in Cerchio e Branco e poi nella vita di Riparto, ma soprattutto durante le attività di Fuoco o di Clan, alle veglie e ai capitoli, siamo certi che quelle parole che abbiamo ascoltato ci hanno segnato e che le caratteristiche del servizio riecheggiano ancora oggi come un mantra.

Soprattutto in quel periodo abbiamo sentito che esso avrebbe comportato sacrificio, che sarebbe stato continuativo e gratuito, che ci avrebbe chiesto di essere sempre d’esempio e che saremmo stati costretti a fare delle scelte…a volte dolorose, ma necessarie.

Ogni tanto è naturale chiedersi come davanti a queste “richieste” non siamo scappati e invece, nonostante gli umani alti e bassi della vita e il sempre poco tempo disponibile, siamo rimasti saldi nella nostra prima decisione di essere presenti, di non mancare alla chiamata.

La prima cosa che viene in mente è che le sfide attraggono. Spesso appaiono impossibili e radicali ma proprio per questo siamo1 tentati di confrontarci con esse.

Ma se a diciotto anni alla sfida del servizio si risponde con l’entusiasmo, più avanti la musica cambia: la spinta di una sfida dura poco; la scelta che ci sta dietro, se è la tua, conta molto di più.

E allora trovi l’energia, trovi le risorse, trovi le risposte per te ed anche per tutti coloro che pensano che il tempo di tutto questo debba passare, prima o poi.

La risposta più forte di tutte, crediamo, è che il servizio ti rende una persona viva, e ciò è tanto più vero quanto più siamo in grado di scoprire, dietro ogni azione e ogni gesto che compiamo, la persona verso cui è rivolta. In altre parole il nostro servizio è profondamente contraddistinto dalla relazione.

Ma c’è di più: il servizio che proponiamo durante il cammino in gruppo, che un giorno si concluderà con la partenza, è un mezzo fondamentale per crescere nelle relazioni. È soprattutto nel servizio associativo che siamo invitati a porci come educatori.

Siamo chiamati ad essere i primi testimoni dei valori che proponiamo, osservati dai più piccoli ed anche dai loro genitori. Non solo persone generose, ma persone autentiche, consapevoli del fatto che non vanno confusi i ruoli e le responsabilità.

Ecco, questo è uno dei valori più importanti da tenere presenti: sapere riconoscere, all’interno di una relazione, quale ruolo e quali responsabilità si hanno, senza farsi schiacciare da esse, ma vivendo il tutto con consapevolezza e serenità.

E questa consapevolezza ci aiuterà molto nel nostro futuro, se pensiamo che domani potremmo essere chiamati a divenire capo di un ufficio, di un’impresa o, ancor più naturale, essere genitori.

Il secondo aspetto che ci pare importante sottolineare è quello della gratuità del servizio.

Essa ci ricorda che siamo creati come persone libere e che come tali possiamo scegliere a cosa e soprattutto a chi riservare il nostro tempo, la nostra stima e la nostra fiducia; che le logiche delle relazioni non possono essere fondate sulla convenienza, ma sulla verità di chi si è, dei propri talenti e dei propri limiti.

E ancora, il servizio ci educa al distacco che talvolta fa parte delle relazioni perché la cosa più bella che possiamo desiderare è che l’altro cresca, diventi più autonomo, diventi più forte e competente.

Tanti buoni motivi, dunque, per ripensare alla bellezza di una scelta che viene posta come un seme nel cuore della Coccinella e del Lupetto, viene resa più capace e concreta nella vita di squadriglia della Guida e dell’Esploratore e viene messa alla prova – tante volte vinta da ognuno di noi! – per una Scolta o un Rover.

Posted in 4/2016, Editoriale