EUROPA E SCOUTS D’EUROPA

Il 25 marzo scorso si sono svolte a Roma varie cerimonie per ricordare con solennità la ricorrenza del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma.

Devono essere stati molto importanti questi trattati se il loro ricordo ha mobilitato capi di stato e di governo di tutta Europa.

Infatti, nel 1957 nacque la Comunità Economica Europea (CEE) con lo scopo di eliminare ogni barriera doganale all’interno dei sei stati aderenti ( Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia, Germania e Italia). Ma fu deciso anche di dar vita all’Euratom,un organismo che doveva mettere insieme esperienze scientifiche per poter utilizzare l’energia nucleare a scopi pacifici.

Ma la storia dell’Europa unita nasce una decina di anni prima, nel 1947.

Dopo la terribile tragedia della seconda guerra mondiale, ci si rese conto che non si poteva continuare a ritenere di risolvere i problemi delle nazioni con la forza come avevano drammaticamente dimostrato le due guerre mondiali. Tali scontri avevano provocato milioni di morti, intere generazioni di giovani uomini uccisi nei campi di battaglia, milioni di bambini orfani, giovani madri vedove, città distrutte, industrie rase al suolo, campagne abbandonate, povertà e miseria. Ma per fortuna dopo il 1945 l’anelito di pace finalmente raggiunta spinse più a cercare la collaborazione degli altri stati che non la sfida.

Alcuni grandi statisti di quel tempo facilitarono questo processo positivo: Adenauer in Germania, (quella occidentale perché l’orientale era ancora sotto il controllo sovietico), Schuman in Francia e De Gasperi in Italia furono convinti assertori dell’unità e della pace tra i popoli europei.

Tutti e tre profondamente cattolici, diedero alla loro azione politica uno slancio ideale che forse oggi si è un po’ perduto. Ecco in sintesi le tappe dell’Unione Europea.

I primi paesi che pensarono di abolire le barriere doganali per far circolare liberamente merci e persone furono Belgio, Olanda e Lussemburgo i cui governi in esilio a Londra firmarono nel 1944 un protocollo d’intesa che originò il Benelux.

Francia e Regno Unito estesero al Benelux l’alleanza militare che legava i due paesi fin dal 1947.

Nel 1948 nacque l’OECE (Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica) e l’anno successivo il Consiglio d’Europa, organismo che univa gli stati membri con lo scopo di difendere la democrazia e far rispettare i diritti umani.

Ma il patto più importante di questi primi anni fu quello firmato a Parigi nel 1951 che istituì la CECA (Comunità Europea del Carbone e del’Acciaio), un istituto sovranazionale che aveva il compito di razionalizzare le risorse in ambito carbosiderurgico. Se si pensa che il carbone ed il ferro furono sempre considerate le materie prime indispensabili per creare un’industria pesante, cioè treni, navi, motori, ma anche carri armati, cannoni, si capisce l’importanza di condividere le risorse a fini pacifici. Bisogna ricordare che le regioni di confine come l’Alsazia e la Lorena da parte francese e la Saar e la Rhur da quella tedesca sono propriamente minerarie e quindi furono sempre contese.

Nel 1957, come si è già visto nacquero la CEE e l’Euratom. Dieci anni più tardi i tre organismi sovranazionali esistenti vennero unificati e coordinati da una Commissione Europea, sostenuta due anni dopo dal Parlamento Europeo. Nello stesso anno nacque lo SME, Sistema Monetario Europeo con il compito di evitare contrasti tra le divise dei vari stati, in preparazione di una moneta unica.

L’entusiasmo per la casa comune europea aumenta progressivamente così da spingere altri stati a diventarne membri. Infatti tra il 1973 e il 1986 aderirono alla CEE altri sei paesi: Regno Unito, Danimarca, Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna. Dopo l’unificazione della Germania nel 1990 venne stipulato il trattato di Maastricht che indicava i termini della vita comune dei vari stati membri a proposito di economia, di difesa comune, di diplomazia, di cittadinanza.

Nacque finalmente l’UE, l’Unione Europea, alla quale aderirono Austria, Finlandia e Svezia.

E nel 1999 si realizzò un altro sogno che sembrava impossibile: gli stati membri adottarono una moneta comune, l’euro ( salvo Danimarca, Svezia e Regno Unito). Da quell’anno si poté viaggiare con la sola carta d’identità e senza il pensiero di cambiare valuta in buona parte dei paesi europei.

Nel 2000 aderirono all’UE altri dodici stati: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Romania, Bulgaria, Malta e Cipro.Sembrava che il sogno alimentato per molti anni dai più sensibili statisti fosse finalmente diventato realtà.

Ma i problemi cominciarono a scuotere la costruzione europea, soprattutto sotto la spinta di due imprevisti fattori: la disordinata e massiccia l’immigrazione dai paesi del terzo mondo e la crisi economica.

Rispuntarono tensioni all’interno dei vari stati in cui cominciarono ad affermarsi partiti politici antieuropeisti che attribuivano e attribuiscono all’Europa la responsabilità delle difficoltà economiche e sociali oltre all’insicurezza personale.

Si è giunti pertanto alla drammatica uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, in seguito ai risultati del referendum del 23 giugno dello scorso anno, la famosa Brexit. Ci vorranno due anni di trattative per giungere alla separazione definitiva, ma la scelta inglese ha scosso l’Europa.

Altri movimento antieuropei hanno preso coraggio da questo fatto soprattutto in Francia, ma anche la nostra Italia non ne è immune.

Ma noi Scouts d’Europa siamo profondamente europeisti, a partire già dal nome!

Noi abbiamo sempre creduto all’abbattimento delle frontiere e alla libera circolazione delle idee e delle persone.

Noi pensiamo che la fraternità internazionale sia il più valido antidoto all’insorgere di tensioni, rivalità e perfino odi tra i popoli.

Per questo facciamo parte di una UIGSE-FSE che significa Unione Internazionale delle Guide e Scouts d’Europa – Federazione dello Scoutismo Europeo a cui appartengono ben 17 associazioni ufficiali oltre a cinque in attesa di riconoscimento.

Per questo partecipiamo di slancio agli incontri internazionali: dalle Giornate Mondiali della Gioventù agli Eurojamboree e agli Euromoot.

Ma sono diventati frequenti anche incontri organizzati a livello locale tra unità di nazioni diverse per esempio per i campi estivi di scout o di guide ma anche di rover o scolte.

Forse non tutti i politici sanno quello che noi scout sappiamo. La bandiera europea che sventola anche sui pennoni dei nostri campi ha un significato profondamente religioso: l’azzurro ricorda il manto della Vergine e le 12 stelle si rifanno alla citazione dell’Apocalisse laddove si parla di una ‘Donna vestita di sole con una corona di 12 stelle’, sempre a proposito della Madonna.

E a Lei chiediamo di far sì che l’Europa riprenda il suo cammino di unità, di giustizia e di pace.

Claudio Favaretto

Posted in 2/2017, Tracce scout