Educare non è riempire un otre, ma accendere una fiamma

per autoeducazioneManuela Evangelisti – Commissaria Nazionale Guide

Questa massima ci arriva da “Guidismo, una proposta per la vita”….tu lo hai nella tua biblioteca di Capo? Lo hai letto? E “Una Promessa tante vite” che parla di donne protagoniste del guidismo? Certo non potrà mancarti “Girl guiding” direttamente dalla penna di B.P. seppur nella traduzione italiana. Forse però no ….

Oggi, nell’era della conoscenza a portata di mano, formato tascabile e con possibilità di consultazioni di migliaia e migliaia di informazioni in pochi secondi, abbiamo forse perso il gusto della scoperta, della ricerca, della conoscenza….la memoria non va più allenata perché l’I-phone sempre a portata di mano mi può dire, nel tempo di un clic tutto ciò di cui ho bisogno: numeri di telefono, indirizzi, definizioni, informazioni.

E allora perché leggere, studiare, approfondire? Sapete quante porte del nostro cervello hanno ormai i cardini arrugginiti perché non le apriamo più?

Come faremo quando il telefonino avrà la batteria scarica o saremo in zona “senza connessione”? Sapremo ancora tirare fuori dalla nostra testa e non dal cellulare ciò di cui abbiamo bisogno?

Se davvero la mente è un fuoco da accendere (lo diceva già Plutarco), perché non dare miccia e poi continuare ad alimentare questo fuoco? Forse perché manca la materia prima per tenere viva la fiamma? O perché manca l’intenzionalità dell’alimentazione?

E’ un pò come il rapporto con l’amore….scocca la scintilla, il cuore si infiamma, sembra arderà per sempre di fuoco spontaneo ma poi…..se non si fa qualcosa per mantenere viva la fiamma, si spegne, come accade per i fuochi di paglia e si creano dei mucchietti di cenere dei quali non sappiamo cosa fare.

Il rapporto con il grande gioco del Guidismo potrebbe essere paragonato allo stesso modo: in Riparto di solito ci si infiamma con l’Avventura e il cuore palpita, poi lentamente capita che ci si assesti perché la novità non è più sufficiente, perché per gustare cose nuove si debbono imparare, perché impararle costa fatica e forse non ci sembra nemmeno tanto utile ciò che facciamo.

È così fuori moda, è così diverso, controcorrente che il richiamo della massa si fa più forte e ci attrae e così smettiamo di scoprire cose nuove o di riscoprire cose vecchie, ci adagiamo sul “si fa da sempre così”… riproponiamo lo stesso gioco (che è piaciuto tanto… la prima volta, la seconda, la terza?), se siamo ottimisti aspettiamo che qualcuno ci racconti qualcosa che magari ci entusiasmi di nuovo… iniziamo ad evitare gli incontri di formazione “perché sono sempre gli stessi discorsi”, ”perché l’ho già sentito” e ci spegniamo nell’entusiasmo, e tutto diventa routine e noia, e peso, e fatica… ma quel fuoco che ci ha infiammato dove è rimasto?

E’ rimasto là dove abbiamo smesso di desiderare la scoperta delle cose per lasciare posto al lasciarci più pigramente riempire, come un otre, anche un pò convinte di sapere già tutto.

Un buon numero di giovani si accorgono a ventidue anni di sapere praticamente tutto quello che c’è da sapere, e vogliono che tutti sappiano che essi lo sanno. Quando raggiungono i trentadue anni si accorgono di avere ancora due o tre cosette da imparare; a quarantadue si gettano a capofitto ad imparare – cosa che io faccio ancora a settantatre” (B.-P. in La strada verso il successo). Ma prima di rendersi conto di questo, si abbandona la via.

L’invito che vorrei fare a te, a ciascuna di noi, è di non adagiarti sulla sopravvivenza e sulla conoscenza di superficie ma di volare alto, riscoprendo il gusto dell’autoformazione che è uno dei punti cardine sui quali si fonda il nostro Metodo.

Formarsi significa essere competenti, essere davvero pronte, essere all’altezza del servizio che svolgiamo, essere propulsori di voglia di scoprire e conoscere, essere umili per fare spazio a nuovi saperi… tutto un essere che consentirà poi di fare: fare con gusto, fare con piacere, fare bene!!!

Educhiamoci, non attendiamo l’istruzione (quantomeno non solo quella), l’imparare-facendo è il metodo che BP ci ha trasmesso e del quale continuare a fare tesoro.

E come lo facciamo per la tecnica scout, riprendiamo la scoperta della ricchezza di una formazione spirituale personale, vero nutrimento per l’anima, così da poter essere vivente eco della Sua parola, facendo sì che il Guidismo proposto alle ragazze sia un luogo privilegiato di esperienza cristiana.

Quante volte anche su questo aspetto ci nascondiamo dietro al “purtroppo noi non abbiamo un Assistente”.

Come Pattuglia Nazionale vi proporremo anche quest’anno lo strumento metodologico-formativo de La Ragnatela affrontando la tematica “la relazione” da diversi punti di vista: con le guide, con le loro famiglie, con il mondo associativo, con il mondo extra-associativo.

Ciò che vi racconteremo non sarà esaustivo dell’argomento, ci proporremo ancora come scintille (che accendono) o venticelli (che riattizzano) affinché torni ad ardere un desiderio di approfondire e fare vostri, personalizzandoli sulla base delle esigenze della vostra unità, i consigli ed i suggerimenti che passeremo sulla carta.

Ricordiamo che per chi avesse desiderio di ricercare materiale formativo utile, basato su esperienze di branca vissute, entrando nel sito associativo con il proprio login ed andando su “circolari di branca” è possibile scaricare i numeri de La Ragnatela dal 2006 ad oggi.

E infine ricorda: se tu imparerai il gusto dell’autoformazione per te, sarà moooolto più facile saperlo trasmettere anche ad altre.

Non devi dipendere totalmente da ciò che ti si insegna a scuola. L’insegnante non può insegnarti tutto, ma quando ti ha mostrato come acquisire conoscenze utili, sta a te continuare ad imparare altre cose per conto tuo. Coloro che sanno insegnare a se stessi sono quelli che vanno avanti nella vita. Perciò insegna a te stesso, non aspettare che qualcuno ti insegni.” (B.-P. in Guida da te la tua canoa)

Buona accensione di fiamma, buona lettura!

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