Dieci motivi per assumere uno scout

Manuela Bio

La rivista economica Forbes, nella sua edizione spagnola, ha pubblicato un articolo in cui la responsabile di una società di consulenza aziendale sostiene che l’essere stato scout (ed in particolare capo scout) garantisce alcune competenze chiave per il mercato del lavoro odierno.

Non si tratta di doti commerciali, quanto di capacità acquisite nello stare insieme agli altri, nel prendersi cura delle persone più fragili e nell’affrontare le difficoltà.

Vediamo il decalogo:

  • Sa lavorare in squadra. Può avere quindici anni di esperienza nel lavoro di équipe, sempre con il rispetto dell’altro come valore trasversale. Uno scout sa montare una tenda e organizzare un campo estivo per 200 bambini. È cooperativo e in grado di realizzare progetti.
  • È creativo. E’ abituato per anni a trovare soluzioni creative in situazioni avverse. Sa costruire rifugi di fortuna, inventare giochi anche per cento ragazzi per quindici giorni, organizzare una campagna di raccolta fondi.
  • Rispetta la sua scala di valori e la sua parola. Tra i suoi valori la verità, la nobiltà, la giustizia, la solidarietà e il rispetto per la parola data. Un po’ come il “Codice Etico” a cui facciamo riferimento nel modo del lavoro. Crede nei progetti ai quali partecipa e che rientrano nei suoi interessi e passioni.
  • Sa guidare ed essere guidato. Sin dall’età di otto anni ha imparato a prendere decisioni e – contemporaneamente – a lavorare a progetti diversi. In alcuni di questi è lui a guidare, in altri è guidato dai suoi compagni. Quando guida lo fa con il consenso e la fiducia, mettendosi nei panni degli altri e rimanendo coerente nelle sue decisioni. Quando viene guidato lavora in squadra con rispetto, promuovendo il consenso e la coesione.
  • È empatico. Come in un’azienda, in un gruppo scout convivono bambini e bambine di età, capacità e interessi diversi. L’empatia gioca un ruolo essenziale per la convivenza e l’aiuto reciproco. Uno scout sa che ogni compito deve essere commisurato alle capacità di ciascuno, e che una buona esperienza è quella che può essere condivisa da tutti.
  • Valorizza lo sforzo. Gli scout imparano a sorridere davanti alle difficoltà e a sforzarsi per raggiungere ogni obiettivo prefissato.
  • Sa porsi degli obiettivi e valutarli. Da subito, lo scout fa pratica nel proporsi degli obiettivi, sia personali che di squadra, per poi valutarsi e ricevere la valutazione altrui. Il feedback costruttivo è pertanto una pratica che uno scout domina alla perfezione quando inizia a lavorare.
  • È generoso. “Dare” e “Condividere” sono i verbi più presenti nella vita scout. L’acqua rimasta nella borraccia è per chi ne ha più bisogno, e un educatore può spendere fino a 1.000 ore all’anno a titolo volontario per educare i ragazzi ad essere persone migliori.
  • Lotta contro l’ingiustizia. Con il motto “Lascia il mondo migliore di come lo hai trovato”, la pedagogia scout fa sì che i ragazzi siano capaci di valorizzare il proprio potenziale, di migliorare l’ambiente che li circonda e di cercare di cambiare la situazione risolvendo le ingiustizie.
  • È una persona “con risorse”. E’ abituato a risolvere vari tipi di problemi, sa gestire una riunione, inventarsi un gioco per risolvere un conflitto, parlare in pubblico o individuare i furgoni aziendali da noleggio più economici. È avventuroso e dinamico, ed è abituato a risolvere problemi di dimensione e forma differenti.

L’articolo chiude chiedendosi se non siano proprio queste le capacità che tutti noi cerchiamo nelle persone che lavorano nelle nostre squadre.

L’invito perciò è:

  • se siete stati esploratori ed educatori scout, di mettere sul vostro CV e di dire nei vostri colloqui di lavoro che siete stati scout;
  • se siete alla ricerca di talenti, non perdete di vista i vantaggi competitivi di una persona che sia stata scout;
  • se siete un genitore e volete far crescere i vostri figli in tali essenziali competenze, iscriveteli agli scout, anche se questo significherà alzarsi presto tutte le domeniche…

E voi che ne pensate? Avete vissuto le stesse situazioni oppure no? Aspettiamo risposte…

Posted in 4/2016, Preparati a Servire