Manuela Evangelisti – Commissaria Nazionale Guide
Oggi come oggi vanno così di moda i talent show (di tutti i tipi, in tutti i campi, per tutti i gusti) che si rischia di perdere di vista il talento reale che si cela sotto la singola esibizione.
Tutti sono bravissimi in qualcosa (e sembra che l’arte culinaria vada per la maggiore) ma ahimè si fatica a comprendere cosa di concreto le persone se ne facciano di queste grandi abilità; troppo spesso assistiamo a talenti esibizionistici finalizzati esclusivamente all’apparire.
Non sarà mica che prima o poi si correrà questo rischio anche nelle attività scout? Dopotutto noi aiutiamo a crescere dei talenti non da poco (forse delle rarità): buoni cristiani e buoni cittadini.
A proposito di talenti, abbiamo fatto un gran parlare negli ultimi mesi delle nuove Specialità per le Guide ed abbiamo anche provato a spiegare in generale a cosa le Specialità sono finalizzate.
Vorrei questa volta soffermarmi a fare una breve analisi di come, in concreto, le Specialità possono essere un potente mezzo nelle mani della Capo Riparto per aiutare a crescere le guide. E vorrei farlo partendo dall’analisi dei bisogni e delle difficoltà delle ragazze che attraversano il delicato periodo dell’adolescenza e di come B.P., con grande lungimiranza, già cento anni fa individuò un semplicissimo mezzo che risponde a tanti quesiti.
Bisogni/difficoltà dell’adolescenza | Il pensiero di B.P. tratto da
Suggerimenti per l’educatore scout |
Nell’esperienza concreta della guida (e della Capo) |
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Le specialità devono essere concepite unicamente come un incoraggiamento per il ragazzo a dedicarsi ad un hobby o ad una occupazione ed a fare qualche progresso in essa.
Lo scopo del sistema delle specialità nello scautismo è altresì quello di fornire al capo uno strumento per mezzo del quale stimolare l’interesse di ogni e qualsiasi ragazzo per hobbies che possono aiutarlo a formare il suo carattere o sviluppare le sue capacità. |
Le Specialità sono un’occasione per approfondire una tecnica in cui la guida si sente particolarmente dotata ma anche per cimentarsi in qualcosa che ancora non conosce ma che la attrae o incuriosisce.
E’ un’occasione per mettere a frutto i propri talenti, ma anche per scoprirne di nuovi: è uno strumento di ricerca e di scoperta della persona (per la guida ma anche per la Capo). Coltivare le proprie abilità è un modo per migliorarsi sempre più, per essere sempre pronte |
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Le specialità individuali sono state istituite allo scopo di sviluppare in ciascun ragazzo il gusto per hobbies e attività manuali, una delle quali potrà un giorno dargli un mestiere, evitandogli così di trovarsi senza speranza e senza aiuto al momento del suo ingresso nella vita. | Per potersi affrancare ed autonomizzare è indispensabile avere speranza nel futuro e sapere di poter contare su delle abilità acquisite.
Anche l’esercitarsi nella pazienza e nella costanza del perseguire passioni ed interessi in gioventù può tradursi in perseveranza nella ricerca di uno sbocco lavorativo per la vita. |
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Si tratta quindi di uno strumento che, se utilizzato con intelligenza e con comprensione, è rivolto a dare speranza e desiderio di migliorarsi anche al ragazzo più incolore e ritardato, che altrimenti verrebbe rapidamente lasciato indietro nella corsa della vita e perciò privato di ogni speranza…..Per concedere una specialità il criterio sarà non il raggiungimento di un determinato livello di nozioni o di abilità, ma l’intensità dello sforzo del ragazzo per acquistare quelle nozioni o quell’abilità……Un capo perspicace, che abbia approfondito la psicologia dei suoi ragazzi, sarà così in grado di variare le difficoltà in modo da dare al ragazzo più ritardato la stessa partenza incoraggiante del suo fratello più dotato intellettualmente. E si potrà fare sì che il ragazzo ritardato, in cui i ripetuti fallimenti avranno accumulato un complesso di inferiorità, abbia alcuni primi facili successi che lo incoraggino ad intensificare i suoi sforzi… | Avere tante Specialità diverse a disposizione consente a ciascuna guida di individuare quella/quelle più vicine alla propria indole ed ai propri interessi senza entrare in una dinamica competitiva e di confronto con altre guide: ciascuna lavorerà sul proprio talento e svilupperà quello; ed essendo un talento unico ed irripetibile svilupperà la capacità di guardare alle proprie risorse senza entrare in sfalsanti dinamiche competitive.
Partire da una Specialità che affina delle competenze già possedute aiuta ad acquisire sicurezza e fiducia in sé, aprendo la possibilità a nuovi orizzonti di sfida con sé stessa. La Capo che sarà attenta e ben conoscerà le proprie guide le saprà guidare ed accompagnare verso il superamento dei potenziali fallimenti, aiutandole a migliorarsi proprio partendo dai propri errori. La Specialità come mezzo di valorizzazione della guida che vive il guidismo “malgrado tutto” |
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Il capo che come primo ostacolo metterà innanzi ai suoi ragazzi una facile staccionata li vedrà saltare con fiducia ed entusiasmo mentre se darà loro da superare un imponente muro di pietre essi si spaventeranno e non proveranno neppure a saltare. Non è neppure da raccomandarsi l’eccesso opposto, cioè la tendenza a dar via i brevetti di specialità in base a nozioni assai superficiali sulla materia. | La Capo che vive il rapporto con le guide nello spirito della “sorella maggiore” avrà un canale preferenziale per superare la naturale ribellione dell’adolescente verso l’adulto e soprattutto saprà, perché la conosce bene, fin dove quella guida si può spingere…..e la condurrà proprio là, con proposte allettanti e coerenti con le sue possibilità, facendole godere della conquistare della Specialità come si gusta la conquista della vetta di una montagna. |
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Il distintivo quindi è il segno, per un estraneo, che il ragazzo è arrivato a tal punto; esso non vuol significare che il ragazzo è un maestro nell’arte in cui viene esaminato…..se ci venisse in mente di trasformare lo scautismo in un sistema di istruzione scientifica che punti al risultato, mancheremmo di cogliere tutto il valore e l’importanza dell’educazione scout.
C’è sempre il pericolo che al normale “desiderio di guadagnarsi il distintivo” si sostituisca la “caccia al distintivo”. Il nostro scopo è di fare dei nostri ragazzi cittadini sorridenti, ragionevoli, modesti, laboriosi, non persone vanitose e smaniose di dare nell’occhio. |
L ’esperienza reale che fa la guida sporcandosi le mani nel prepararsi con impegno per una Specialità la aiuta a maturare più velocemente e sviluppa in lei la capacità di vivere realmente questo mondo, mettendosi in gioco come persona concreta e slegandosi da un profilo apparente e virtuale.
La Specialità, essendo un talento che la guida può mettere a disposizione degli altri, la aiuta a sviluppare e vivere responsabilmente un ruolo nella comunità, creando relazioni concrete e personali. Sviluppare la consapevolezza che “essere capaci” consente di essere utili agli altri, getta le basi per competenze sociali mature. |
La Capo Riparto che ben conosce la psicologia delle Guide ma soprattutto conosce le “SUE” Guide saprà comprendere quando è il momento migliore, nel corso della progressione personale di ciascuna, per proporre e lanciare l’esperienza delle Specialità, stimolandole ad avviare l’importante processo di autoformazione. Il nostro Metodo offre mezzi validissimi per instillare queste scintille: un’attività particolare in Alta squadriglia, il lancio di una Missione di Squadriglia, l’opportunità dell’Impresa di squadriglia…..tutti mezzi che offrono allo stesso tempo anche l’occasione per mettere il talento sviluppato a disposizione degli altri (altro che talent show).
“Perciò il successo del sistema delle specialità dipende in misura assai larga proprio dal capo reparto e dl particolare modo in cui egli se ne serve” (BP).
Buona Caccia ai talenti delle guide che il Signore vi ha affidato.