“Beati gli afflitti, perché saranno consolati”

Settimo incontro Capo Cerchio • Loreto 2013
Tra il primo e il tre novembre si svolgerà l’Incontro Nazionale delle Capo Cerchio. Ogni tre anni viene fatta questa proposta a tutte le Capo Cerchio, per offrire loro un’occasione per fermarsi a riflettere, confrontarsi con altre ragazze e formarsi, in vista dell’anno che inizia e di quello successivo. È un modo per fare il punto su se stesse e sul proprio Cerchio e poter da lì ripartire. Ogni incontro è guidato da una “Beatitudine”; quest’anno è stata scelta “Beati gli afflitti perché saranno consolati”. Questa Beatitudine che appare paradossale, come del resto tutte le Beatitudini, ci provoca e ci suggerisce che si può essere felici anche quando si piange, quando si versano lacrime, si può essere consolati. Può sembrare strano che proprio la nostra Branca, che fa della Gioia una delle sue colonne portanti, possa parlare anche di tristezza e afflizione; in realtà l’una non esclude l’altra. È semplice essere gioiose e sentirsi bene quando tutto va secondo le nostre aspettative e viviamo momenti di festa e sereni. Ma la Famiglia Felice che proponiamo alle Coccinelle e che noi cerchiamo di costruire non è quella in cui le difficoltà non esistono, ma è quella in cui anche gli eventi meno belli possono essere condivisi e perciò vissuti con maggiore serenità. Le prove, le afflizioni, piccoli o grandi, fanno parte della vita e ad esse non si sfugge. Possono colpire le persone che ci sono vicine o le Coccinelle e le loro famiglie. La differenza tra un buon cristiano (e quindi anche una buona Capo Cerchio) ed una persona che non ha ricevuto la Grazia della Fede, sta proprio nel vivere questi momenti senza farsi travolgere ma cercando consolazione in Dio, ricordando di avere un compagno di viaggio speciale: Gesù, che ha vissuto l’afflizione e la consolazione fino alla morte in croce. Abbiamo scelto di prendere esempio da Maria, una donna che ha vissuto diverse prove nella sua vita ma non ha mai perso la fiducia in Dio e ha sempre trovato in Lui consolazione; Maria non ha mai smesso di credere che, come ci ha detto Papa Francesco, “non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui”. Ecco, dunque, che la scelta di andare a Loreto, alla Santa Casa, è stata dettata proprio dal voler avvicinarsi alla nostra mamma del cielo ed imparare da lei a non chiuderci in noi stesse ma lasciarci trasformare dall’amore di Dio, affidandoci e lasciandolo operare. Questo è anche in linea con la proposta fatta quest’anno di ripercorrere la vita di Maria per apprendere come il suo cuore, trasformato dallo stare con Gesù, l’abbia portata a dire sempre Eccomi! Quale occasione migliore, dunque, che andare nel luogo che è reliquia del suo sì e icona dell’incarnazione del Verbo e approfondire tutte insieme i tanti aspetti che caratterizzano la sua straordinaria figura. Sarà, però, anche un’opportunità per giocare insieme e approfondire alcuni aspetti del metodo Coccinelle che spesso non vengono utilizzati o non sono usati correttamente. Come Pattuglia, il nostro intento è quello di permettere a chi partecipa di incontrare altre capo cerchio, condividere e scambiare difficoltà e soddisfazioni, sentire che nel nostro servizio non siamo sole perché tante altre persone condividono la medesima scelta, la medesima gioia e paura, ma anche la medesima consolazione. All’incontro si potrà poi incontrare nuovamente chi si è appena conosciuto al campo scuola o qualcuno che è molto tempo che non si vede: sarà bello ridare entusiasmo alla nostra amicizia! È quindi un momento irrinunciabile per una capo, nuova o esperta che sia! L’augurio, quindi, è quello che davvero Loreto possa essere per noi tutte luogo di pellegrinaggio, in cui pregare, rinnovare la nostra fede e trovare consolazione, per lasciarci trasformare, come Maria da Gesù e come lei riuscire a dire “Ecco me”, ovvero “mi metto nelle tue mani”, di fronte a quanto la vita ci pone davanti.

Cristina Breda Commissaria Nazionale Branca Coccinelle

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