LEGALITA’: Illusione o conquista?

Forse qualcuno penserà che scriviamo questo articolo sull’onda di casi di cronaca avvenuti negli ultimi mesi. Magari proprio a quello di un politico, indagato per la sottrazione di milioni di Euro dalle casse del suo partito, relativamente al quale i media hanno un dato grande risalto al fatto che sia “proveniente dallo Scautismo”.
In realta, la scelta del tema da tirare in ballo della “legalita”, relativamente al 7° Articolo della Legge (“Lo Scout ubbidisce prontamente”) viene da piu lontano, e vorrebbe proporre qualche elemento utile a discutere piu ampiamente, con i Rover, di questo Articolo della Legge.
Due parole però, sul caso del politico, le vorrei dire. Confesso che, in principio, mi ha dato molto fastidio il fatto che la provenienza dallo Scautismo fosse stata evidenziata in quel modo. Mi sembrava che fosse come a voler sottendere: “Visto? Anche gli Scout possono rubare come tutti gli altri!”. Ora, per essere chiari: questa affermazione, almeno a livello potenziale, è assolutamente vera! Nessuno può seriamente pensare che la semplice appartenenza al Movimento determini, di per sé stessa, una superiorita morale! Ma quella perniciosa evidenza mi dava comunque veramente fastidio.
In un secondo tempo poi, ho individuato un secondo tema, piu sottotraccia, sul quale riflettere a proposito di quella insistita e fastidiosa sottolineatura. E’ successo quando ho sentito il segretario di quel partito dire in televisione: “Mi fidavo di lui, veniva dagli Scout!” (sintetizzo, ma assicuro che il senso era quello…). Allora mi è tornata in mente la riflessione che avevamo proposto diversi numeri di Azimuth or sono, quella sul primo articolo della Legge “Lo Scout considera il suo onore meritare fiducia”, quando avevamo cercato di proporre qualche idea sul tema della “riconoscibilita” (in positivo) e dell’apprezzamento che possono derivare, nell’ambito di studio o di lavoro di ciascuno, dalle caratteristiche di affidabilita e di serieta che dovrebbero essere proprie del Rover Scout. Cerchiamo allora di fare una sintesi in tre punti:

  • è certamente vero che essere Scout, cioè perseguire e proporre valori come l’affidabilità, l’onore, la lealtà, ecc, non dà, “automaticamente”, una diversa statura morale rispetto alle altre persone che non sono passate dall’esperienza dello Scautismo;
  • è però altrettanto vero che questa esperienza propone un modello chiaro e positivo (del quale la Legge Scout e la sintesi), nel quale riconoscersi per impostare la propria vita e le proprie azioni;
  • infine, quello che bisogna tenere presente è che il mondo, spesso, ci chiede di riconoscere quei valori nel nostro operato anche chi non li condivide, anche chi non ci crede, anche chi ci sfotte, è pronto a chiederci conto di quei valori che il Movimento va diffondendo come sue linee guida. Magari lo fa in modo strumentale, malizioso, nel tentativo di ficcare il dito nella piaga di una nostra debolezza… Ma questo non cambia il contesto: da certi valori noi – che nel Movimento diciamo di riconoscerci – non possiamo smarcarci!

Quindi: il “mondo”, quando ci identifica come Scout, ci chiede anche di operare come tali, cioe di rappresentare e testimoniare quei valori che il Movimento propone e diffonde. Teniamolo presente…
Ed ora – anche sulla scorta di quanto appena detto – arriviamo al tema centrale di questo articolo: “ubbidire prontamente”. Insieme all’Onore, questo dell’ubbidienza è, nella Legge Scout, un concetto che più degli altri sembra proprio discendere dalle origini più profonde dello Scautismo, quelle che risalgono alla esperienza militare di Baden-Powell, ai ragazzi di Mafeking, ecc. Ma cosa può significare questo articolo, questo concetto, per noi, oggi? E per i nostri Rover? In quanto Scout cattolici, potremmo anche approfondire il tema della “ubbidienza cristiana” (ai pastori, alla Chiesa, ecc.) ma questa volta, come anticipato, vorrei invece proporre il tema della legalità. Ubbidire a chi? Alle leggi. Ma il concetto, o meglio la cultura della legalita, ovviamente non è solo questo. Ma cos’è una cultura della legalita? Non parliamo semplicemente di osservare le norme per paura della pena. Questa non è cultura, non è scelta. Questo è: “non salto la rete, perché è elettrificata”. Ma se per caso va via la corrente… sono pronto a prendere la rincorsa! No. La legalita e qualcosa di diverso: è entrare nelle ragioni della regola, per poterne comprendere, e condividere, il senso. Allora l’ubbidire non è piu individuare l’autorità e soggiacervi per paura della sanzione, ma diventa riconoscere un’autorevolezza fondata nel senso della regola, che viene compreso e fatto proprio… in quel momento, l’ubbidienza diventa una scelta di libertà.
A qualcuno potrà sembrare che il tema della legalità sia distante dalle proprie realtà, oppure che riguardi principalmente le realtà “difficili”. Qualcuno potrebbe pensare: “Si, ma alla fine, i miei Rover, ragazzi di 16-20 anni, che illegalità vuoi che facciano? Piccolezze, peccati veniali…”. Attenzione, però! Non saremmo buoni Capi se ci convincessimo che i problemi dei ragazzi in età Rover non sono i problemi anche dei nostri ragazzi…
E’ evidente che, per i Capi di diversi Gruppi che operano in realta caratterizzate da alte criticita sociali, come emarginazione, isolamento, degrado sociale, presenza di criminalita organizzata, ecc., il tema della legalità diventa ineludibile ed allo stesso tempo altamente critico e impegnativo. Ed è fantastico talvolta leggere su Azimuth o su Carnet di Marcia delle attivita e delle iniziative che si prefiggono di raccogliere anche gli Scout insieme al resto della comunita sociale, per testimoniare il proprio “no” alla malavita ed alla illegalità.
Tuttavia, credo che anche nel piccolo dell’esperienza quotidiana, di noi e dei nostri Rover, esista una galassia di illegalità, delle quali talvolta e perfino difficile rendersi conto, ma che – messe una vicino all’altra – sono in grado di influire sui nostri ragazzi e di cambiarne l’atteggiamento. Sono meno evidenti e conclamate di quelle delle realtà “difficili”, ma sono altrettanto pericolose in termini di incidenza sul carattere dei Rover! Senza voler utilizzare toni troppo tragici o moralistici, mi sembra di poter affermare che nella realtà i nostri ragazzi, tutti i nostri ragazzi, e anche noi stessi, viviamo in una nuvola di illegalità, che è sia subita che ricercata. Quanti di noi hanno lavorato o tutt’ora lavorano in “nero”? A chi non è mai successo di vedersi proporre l’alternativa “sconto o fattura”? Quanti di noi e dei nostri ragazzi rispettano sempre i limiti di velocità e le norme del Codice della Strada? Chi non ha mai “aggirato” (eufemismo!) il copyright per un software, un film, un brano musicale?
Lo ripeto: non voglio fare un discorso moralista. Sarei patetico. Perà vorrei proporre a ciascuno di riconoscere oggettivamente e serenamente la responsabilita delle proprie azioni! Allora, che fare? Affrontare, prima con noi stessi e poi con i Rover, il livello di maturita e di consapevolezza del nostro senso di legalita. Costruirlo, o ricostruirlo se serve. E mantenerlo, come una cosa preziosa, aggiornarlo, vigilare su di esso. Questo è cio che ci è chiesto come persone adulte (o che adulte lo stanno diventando, come i Rover) per confrontarci in modo serio e maturo con il settimo articolo della Legge. Se non sarà così, rischiamo che il senso di questo articolo non esca mai dalla nostra esperienza di Esploratore. E quindi non serva alla nostra vita da Rover Scout.

Paolo Morassi

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