La Caccia di una intera giornata in cui sono stati ammessi i primi Cuccioli sta volgendo al termine. Nel cortile antistante la Tana il Grande Cerchio si è appena formato, e proprio in quel momento inizia a cadere qualche goccia di pioggia. Le possibilità che si prospettano ad Akela sono due:
- continuare con una rapida cerimonia,
- spostarsi velocemente in Tana per effettuare Preghiere e Grande Urlo al coperto.
Cosa sarà bene fare? Prima che proviamo a darci una risposta, e che questa sia sensata, scopriamo come ha trascorso le ore precedenti il Branco.
Partiamo col Branco in Caccia
La mattina, dopo aver vissuto assieme l’Eucarestia in Parrocchia, il Branco ha preso l’autobus che passa lì vicino e dopo dieci minuti di tragitto ha camminato in ordine per una decina di minuti raggiungendo il bel parco cittadino. Sotto un grande tiglio, alla Rupe del Consiglio, è risuonato alto l’ululato di Akela che invitava bene a guardare. I primi Cuccioli sono stati accettati nel Branco ed hanno potuto indossare l’uniforme.
Apriamo gli occhi
Il parco in questi giorni, come i cuccioli che hanno cambiato pelliccia, è una vera tavolozza di colori, gli alberi svestendo il verde estivo, prima di perdere le foglie, ci concedono una vera sinfonia cromatica. Il tiglio si mostra di un giallo intenso, la quercia assume un colorito rossiccio, il faggio un marroncino chiaro… I Lupetti non si accorgono immediatamente della cosa anche se è palesemente sotto i loro occhi. L’ululato di Akela ricorda a tutti di guardare bene, anche il Creato. Ad ogni Sestiglia vengono affidate le schede degli alberi (vedi disegni), lo scopo del gioco è trovare il maggior numero di piante di ogni specie e di segnarle in gran silenzio senza dare troppo nell’occhio per non avvantaggiare gli avversari. I Lupetti partono alla caccia spalancando i loro occhi curiosi verso l’alto: il profilo della chioma, il contorno delle foglie, la forma dei frutti potrà aiutarli a riconoscerle.
Le stagioni
Ad ogni Lupetto viene di seguito fatto scegliere un albero, con l’ausilio della scheda lo si riconosce e si raccolgono a terra delle foglie, di cui si osserva attentamente il colore. Ognuno dovrà ricordare bene: tra qualche mese ritorneranno e poi ancora sino a fine primavera. Le foglie colorate faranno posto agli alberi scheletrici che poi inizieranno a mostrare le gemme e quindi le foglie di un verde brillante.
Perché?
Sono cose che hanno già fatto quando erano alla scuola dell’infanzia! Sicuramente ne hanno parlato anche a scuola, probabilmente raccogliendo delle foglie. Sì, tutto vero, ma noi abbiamo in mente perché lo stiamo facendo e soprattutto come? Il linguaggio Giungla crea la nostra atmosfera, il Gioco è il nostro mezzo principe e poi?
Andiamo in profondità
Alle radici dell’emergenza educativa attuale, sta quella falsa idea di autonomia che induce l’uomo a concepirsi come un “io” compiuto in se stesso (La vita Buona del Vangelo, cap. 9). Lo scetticismo e il relativismo imperanti fanno percepire La Natura, il Creato, come una cosa puramente meccanica, che non può contenere nessuna indicazione morale, alcun orientamento valoriale. Si tratterà di ritrovare un concetto vero della Natura come creazione di Dio che parla a noi. Il Creatore tramite il libro della creazione, parla a noi e ci mostra i valori veri. Si potrà così passare realmente ad un’apertura dell’ “io” al “tu”, al “noi” e al “tu” di Dio (La Vita Buona del Vangelo, cap. 11).
Risaliamo
Ecco che il misurarsi con la realtà naturale porterà il Lupetto, con gradualità e progressività nella vita Scout, a valutarsi, ad adattarsi e a venire a patti con le leggi cosmiche. Si intuirà che la Natura è ordinata e l’uomo non è come una pietra gettata nell’abisso. Il fare uno sforzo per dare un nome alle piante significa riconoscersi come padrone, dopo Dio, della Natura, come Adamo nel giorno della Creazione. (E. Barbotin, Scautismo e pedagogia della fede, 27 e segg.).
Torniamo al Grande Cerchio
Le prime gocce di pioggia iniziano a cadere sulle teste del Branco in Cerchio di parata. In apertura ci siamo chiesti cosa sarebbe stato meglio fare. Se per meglio intendiamo la quantità di umidità nei vestiti dei Lupetti daremo una risposta di un certo tipo. Se per meglio intendiamo lo sviluppo graduale della personalità di ogni singolo Lupetti verso un sentirsi parte del Creato daremo un altro tipo di risposta. Attendiamo di sapere voi che avreste fatto e soprattutto perché: invia una mail a lupetti@fse.it segnalando nell’oggetto “pioggia” e nel corpo del testo la vostra scelta indicando anche la motivazione.
Giuliano Furlanetto Akela d’Italia