Uscita di Spiritualità Regione Sud

Tullia Morabito

“Chi ben comincia è a metà dell’opera”: si potrebbe spiegare con questo proverbio il senso dell’Uscita Spiritualità della Regione Sud svoltasi nei giorni 1 e 2 ottobre.

Per iniziare alla grande e con il giusto spirito il nuovo anno scout, è stato scelto come luogo il Santuario della Madonna del Tindari, vicino Messina, importante luogo mariano e anche sede giubilare.

Circa due ore di cammino dopo essere partiti dalla spiaggia per andare su fino alla collina di Tindari, attraverso il sentiero “Coda di volpe”, abbiamo attraversato anche la Porta Santa. Un percorso che ci ha portati a soffrire anche durante la salita ma che, alla fine, ci ha dato la gioia di godere dello sguardo dolce di Maria e di passare dal peccato alla Grazia.

Ad aiutarci durante il percorso e ad introdurci anche il tema dell’uscita, l’evangelizzazione, è stato il carnet proposto da don Giacinto Leone, assistente regionale, basato in particolare sulla “Evangelii Gaudium” di papa Francesco.

Così, divisi in gruppetti – eravamo circa 120 i capi presenti – abbiamo iniziato la nostra “arrampicata” pregando e riflettendo su tre schede:

1. “Voi siete la luce del mondo. Mandati: identità missionaria del discepolo”.

Questo primo punto ci ha portati a riflettere sulla consapevolezza dell’identità missionaria che ciascuno di noi ha in quanto cristiano, e in particolare dell’essere discepoli missionari “in uscita”: “Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (Evangelii Gaudium n. 20).

E proprio il Vangelo è lo strumento che ci permette di dare testimonianza di questa identità sia a livello personale che comunitario.

2. “Alla sorgente della luce. Mandati da chi? La relazione col Dio di Gesù”, ovvero l’invito per ciascuno di noi a coltivare una relazione personale e quotidiana con Cristo, “luce del mondo” e nostro Salvatore perché, come si legge nella “Evangelii Gaudium” n. 264: “La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere?”.

3. “Li mandò a due a due. Mandati insieme: la relazione ecclesiale”: punto fondamentale del nostro essere scout, cioè il farsi prossimo dell’altro a livello personale e a livello comunitario, formando un unico popolo che si fonda su relazioni fraterne improntate al Vangelo.

“Per essere evangelizzatori autentici occorre anche sviluppare il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente” (Evangelii Gaudium n. 268) dice ancora papa Francesco, anche quando la gente sono i “lupi” di cui parla Gesù: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi” (Matteo 10, 16).

Ma la forza dell’essere popolo, comunità, Chiesa supera ogni difficoltà!

Grazie a questa riflessione e al cammino percorso abbiamo attraversato la Porta Santa di Tindari più consapevoli del nostro compito di educatori, mandati ad evangelizzare secondo il metodo scout.

E proprio sull’ “evangelizzare attraverso il metodo scout” si è focalizzata la riflessione di Cataldo Pilato, Commissario della Regione Sud, nell’introdurre i lavori delle singole Unità nella mattinata di domenica.

Cataldo ha spiegato l’importanza dell’annunciare la Parola di Dio (che apparentemente potrebbe apparire un argomento più da catechismo che non da scautismo) nel mondo scout: “Così come l’evangelizzazione – ha detto Cataldo ai tanti capi presenti – la nostra missione va compiuta con le parole ma anche, e soprattutto, con la presenza, con l’esempio, con l’accompagnamento”.

E questo proprio per tornare al punto della riflessione proposta da don Giacinto dell’andare a due a due: la missione evangelizzatrice dello scout, sia esso capo Unità, aiuto capo o RS, passa proprio attraverso questo accompagnare ogni singolo ragazzo verso una crescita cristiana totale, che passi attraverso l’ascolto della Parola e, con una più matura consapevolezza, attraverso la sua messa in pratica, così da vivere una vita autenticamente cristiana.

Posted in 4/2016, Regionando