Tanti simboli, una appartenenza… e qualche perché !

Fabio – Commissario nazionale Esploratori

Lo Scoutismo è uno degli ambienti più ricchi di simboli che esistano e chi non lo vive dall’interno spesso prende spunto da ciò per denigrare questo ambiente, stravolgendone il significato vero e profondo che spesso racchiude molto… e forse anche di più!

Durante un convegno scout sul simbolismo, una delle relatrici dava questa definizione:

“Qualunque sia l’interpretazione del simbolo o la teoria di riferimento, il simbolo non è mai invenzione o semplice convenzione, ma si radica nell’esperienza e nella memoria ed è frutto di un’operazione attiva di significazione, di attribuzione di senso e di riconoscimento, da parte di un soggetto che vive in relazione con gli altri.”

Una definizione non semplice, ma sicuramente completa ed efficace.

Il simbolo non è una semplice convenzione, ma si radica nell’esperienza e nella memoria ed è anche per questo che diventa un simbolo di appartenenza!

Appartenenza perché molti, prima di noi, hanno usato il nostro stesso simbolo con lo stesso significato e, quando rivedono quel simbolo, esso ha importanza molto per loro. Un piccolo esempio, il saluto scout.

Vi è mai capitato, durante un campo o un’uscita, di incontrare qualcuno lungo il sentiero o per strada che, in borghese, si rivolge a voi col saluto scout e, quando contraccambiate, sorride e i suoi occhi si illuminano di mille ricordi?

E’ perché quel simbolo, ad di là del suo profondo significato che B.P. ci spiega nella 3^ chiacchierata di Scoutismo per ragazzi, è il frutto che nella sua memoria rievoca mille ricordi, mille sentimenti, mille volti e il tutto non passa certamente inosservato.

Ecco quindi che nello Scoutismo, così ricco di simboli dal lupetto al rover, dalla coccinella alla scolta, tutto ci ricorda l’appartenenza ad una Associazione, ad un movimento che ci unisce per le tante esperienze che condividiamo con gli altri.

Il simbolismo, infatti, non avrebbe senso se vivessimo da soli. Che senso avrebbe riconoscere un esploratore di 1^ classe dal distintivo bianco e rosso che porta sulla manica sinistra della camicia, se non per capire che di lui ci possiamo fidare sapendo che è disponibile al servizio e che tecnicamente è un ragazzo molto valido?

O così come quando riconosciamo dal distintivo di una Specialità (e ora ce ne sono 100, uno più bello dell’altro!) che quell’esploratore se la sa cavare in quell’ambito specifico?

E’ vero! Queste sono “cose comuni” che tutti (più o meno) sanno e conoscono. Ma nello Scoutismo, per noi che lo viviamo quotidianamente, tutto il simbolismo che usiamo ci è così chiaro? Tutte le cerimonie che svolgiamo, così ricche di simboli e parole, sono indubbie?

Poniamoci qualche perché che non sempre è scontato o forse non ci è così scontato come pensiamo… riflettiamoci bene, perché… perché altrimenti come possiamo trasmetterlo con la giusta enfasi ed entusiasmo ai nostri esploratori?

Se non capiamo il significato delle cose, perché le facciamo?

Se sono frutto della memoria, ci sarà pure un perché se ci vengono proposte così… Non lo credete?

Riflettiamo bene, cari Capi, sul perché continueremo a fare le stesse cerimonie, ad usare magari gli stessi simboli, ma sicuramente lo spirito con quale li trasmetteremo ai nostri fratelli minori sarà ben diverso, più pieno e consapevole, e questo farà la differenza.

Perché facciamo quella speciale cerimonia per l’assegnazione del Nome di Caccia? ( Oh, ma dove la trovo? Ce n’è una che tutti devono usare? E quanto dura di preciso? Poniamoci qualche dubbio…)

Nelle Norme Direttive e nel Cerimoniale di Branca (oltre che in quello Associativo) sono contenute molte delle risposte che cerchiamo, vengono chiariti molti dei dubbi che forse ora sono riuscito a indurvi.

Ma ricordiamoci: perché uso questo simbolo? Che storia ha? Quale significato e quale profondo messaggio racchiude?

Beh, sono tutti scritti nei nostri libri, inutile che io li trascriva qui.

Buona lettura e Buona Strada!

Posted in 4/2016, Giocare il Gioco