Alle 9 della sera del 6 maggio 1976 il terremoto straziava il Friuli; già dalle prime ore del giorno successivo io con altri capi ci portavamo in quei luoghi per porci al servizio delle popolazioni colpite dal sisma. La Provincia di Udine ci affidò la gestione di un magazzino di smistamento generi alimentari dove giungevano alimenti destinati ai bambini. Ed è qui che una mattina vedemmo arrivare cinque Capi degli Scouts d’Europa italiani, dai quali apprendemmo che già da un mese era stata fondata l’Associazione Italiana degli Scout D’Europa. Quei Capi erano venuti in Friuli portando gli aiuti del Comune di Roma e ci è venuto quasi spontaneo legarci a loro; io, che all’ epoca svolgevo servizio per l’ Aereonautica Militare, avevo ottenuto dal mio Comando un permesso speciale per potermi assentare dal lavoro e portare aiuto ai miei conterranei colpiti dall’ immane catastrofe. Purtroppo dovetti rientrare in servizio con destinazione Caserta dove rimasi per 2 mesi.
Un sabato mattina libero da impegni decisi di partire da questo luogo per recarmi a Roma e far visita a quei fratelli Scout che avevo conosciuto in Friuli. Contattai Pietro Manetti, che già conoscevo, il quale mi disse: “Toni, non posso passare il pomeriggio con te, ma ti porto a conoscere colui che a settembre sarà il Commissario alla Branca Lupetti, tu sei un lupettista e sicuramente ti farà piacere conoscerlo”.
Accettai di buon grado e andammo all’ Oratorio della parrocchia di Ognissanti dove vi era la Tana di un Branco. Una volta entrato, Pietro mi ha presentato ad Augusto Ruberto; un uomo piccolo, basso, quasi saltellante, con degli occhi neri ma contemporaneamente dolci che sembravano penetrarti quasi a leggerti dentro; una persona molto particolare che non avevo mai incontrato prima e, tanto meno, ne avevo sentito parlare. C’era un fascino nella sua persona che mi ha portato a superare lo scoglio della non conoscenza e pormi immediatamente in dialogo con lui. Dopo esserci scambiati alcune impressioni e opinioni lui mi ha parlato dell’attività che da li a poco sarebbe andato a fare e precisamente una riunione del Consiglio di Akela, quindi con i Capi e Vicecapi Sestiglia, e che se volevo potevo rimanere e dargli una mano. Accolsi l’invito e rimasi; abbiamo interagito come se la nostra reciproca conoscenza fosse datata da diversi anni anzi sembrava che avessimo sempre lavorato assieme e in perfetto accordo. Non vi è stato alcun momento di pausa tra una attività e l’altra; è stato un lavoro all’unisono e credo sia stata una magnifica riunione di Consiglio d’Akela. Salutati i Lupetti, sono rimasto un momento in tana per trarre con Augusto le conclusioni sull’attività svolta ma prima di passare all’analisi, lui guardandomi con quegli occhi così profondi, mi disse “Toni non avrei mai immaginato di poter lavorare così bene con qualcuno, specialmente senza conoscerlo”. Da quel momento io e mio fratello Augusto, perché da allora l’ho considerato come un fratello di sangue e non solo Scout, abbiamo sempre lavorato e interagito assieme senza alcun problema, frequentandoci in ogni possibile momento per dare spazio alla nostra reciproca voglia di contribuire alla crescita dei Capi della Branca, realizzando, campi, pubblicazioni, sperimentazioni metodologiche, incontri e soprattutto creando un clima di Famiglia Felice che coinvolgesse l’intera Branca. Un giovedì pomeriggio di diversi anni fa lui mi ha chiamato per dirmi che non ci saremmo sentiti fino al lunedì successivo perché se ne andava in quel della sua oasi a Frosolone. Ci comunicavamo anche gli spostamenti per essere sicuri che uno per l’altro non si preoccupasse di un’eventuale silenzio telefonico. Ma quel lunedì non è mai arrivato, perché al sabato Massimiliano mi comunicò che era tornato alla Casa del Padre: “Toni, non riceverai mai più chiamate da Augusto”.