Pantelleria, accoglienza e scautismo

pant5Don Giacinto Leone

Don Giacinto, assistente scout del gruppo Mazara 2, è stato chiamato a vivere il suo ministero sull’isola di Pantelleria, piccolo paradiso che come molte altre isole del Mediterraneo è stata toccata dal fenomeno migratorio. A volte già consideriamo un miracolo la quotidiana rinnovata capacità di accoglienza degli abitanti di questi posti, e quindi la risposta alla proposta educativa scout, raccolta in poco tempo e con tanta spontaneità da oltre 30 ragazzi e dai genitori, ci ha ulteriormente colpiti e commossi. La speranza è che lo scoutismo, come è nel suo dna, possa contribuire sempre più alla formazione di uomini e donne amici di tutti e sempre pronti a servire. 

Quando prestavo il mio servizio nella parrocchia di Cristo Re a Mazara del Vallo, ho sempre cercato di dimostrare ai ragazzi l’entusiasmo che viene dall’incontro con Cristo e ho provato, non senza fatica e difficoltà, a coinvolgerli in numerose attività di scoperta e di conoscenza dell’amore di Cristo ed in particolare della vita scout.

Come assistente del Gruppo Scout Mazara 2. mi sono fatto promotore di questo grande e meraviglioso progetto al quale aderiamo e che sposa valori di alta spiritualità, moralità incentrati soprattutto sulla fedeltà e l’obbedienza; e proprio perché servo obbediente, coerente alla mia promessa scout, ma ancor prima al mio ministero sacerdotale vissuto intensamente, sono sempre pronto alla partenza, nella consapevolezza che, come ci ricorda una canzone a noi cara, “partire è anche po’ morire”.

Questa prontezza vissuta con fede mi ha spinto e ci deve spingere a non fermarci alle mete raggiunte, ma essere sempre pronti a ricominciare con lo zaino in spalla reclutando giovani soldati in Cristo esploratori della strada di Dio.

Mi piace spesso ricordare che “l’obbedienza è un esercizio di libertà”, l’uomo è stato infatti creato libero e ha la facoltà di scegliere la propria strada ma ogni strada ha delle condizioni, ha delle regole per poterla percorrere: rispettare quelle regole è una conseguenza della libera scelta.

Sa obbedire solo chi sa ascoltare attivamente e pensare attivamente L’addestramento e la disciplina militare sono esattamente l’opposto di quello che insegniamo nel movimento scout. Essi tendono a produrre macchine invece che individui, a sostituire una vernice di obbedienza alla forza di carattere.” Così scriveva Baden-Powell, fondatore del nostro Movimento, già nel 1925.

Così forte di queste consapevolezze, ho accolto la richiesta del mio vescovo, e con lo zaino in spalla, mi imbarco per Pantelleria, piccola, meravigliosa e sperduta isola del Mediterraneo.

Ovviamente solo Dio sa scrivere nelle righe storte della nostra vita, cosi con l’animo pieno di buona volontà, che è la volontà di Dio, mi metto nelle sue mani.

Finalmente anche Pantelleria ha il proprio gruppo scout” così diceva il titolo di un giornale locale.

È proprio cosi è stato: sin dal mio primo insediamento, a settembre, ho manifestato la voglia e il desiderio di dare vita ad un riparto scout, avendo notato una situazione di emergenza educativa.

Ho trovato dei giovani desiderosi di esperienze sane e vere e, ho ritenuto che il metodo scout potesse spronarli ed aiutarli a vivere situazioni di sana indipendenza, e di confronto costruttivo e propositivo con i propri pari.

Così in poche settimane ho cercato di radunare un gruppo di ragazzi che avessero voglia di fare questo percorso.

Sono riuscito a raggrupparne circa trentacinque, di un’età compresa tra gli 11 e i 16 anni, con tanta voglia di mettersi in gioco, desiderosi di cominciare un cammino pieno di gioia e spirito d’avventura, di fare la promessa e seguire le orme del nostro fondatore Baden-Powell.

Dopo le prime attività con i ragazzi è la volta delle ragazze, che ovviamente non hanno nessuna intenzione di stare a guardare i loro compagni di scuola vivere questa avventura senza che loro ne facciano parte; così iniziano a manifestare il loro interesse per lo scoutismo, coinvolgendo insegnanti genitori suore.

Con l’aiuto di suor Serafina (una suora che ha maturato l’esperienza scout nel Gruppo Mazara 2) e di sette adulti volenterosi, tra cui tre mamme, stiamo cercando di dare risposta anche a loro cercando di fondare un riparto di Guide.

Nel frattempo come è giusto che sia, si sta lavorando sulla comunità capi, mantenendo costanti contatti con il gruppo di Mazara, che si è preso carico della formazione.

La prima uscita della nuova realtà scout dell’isola è stata realizzata a Mazara del Vallo per l’apertura dell’anno sociale, e ciò ha permesso ai nuovi esploratori di incontrare altri gruppi e altri ragazzi che come loro hanno fatto questa scelta.

È stata un’esperienza indimenticabile, che ha permesso loro non solo di indossare formalmente l’uniforme ma anche di relazionarsi con i giovani di altri riparti, di vivere un’esperienza unica, di compiere straordinarie imprese, di sognare qualcosa di grande, di vivere meravigliose avventure nelle quali mettere alla prova le proprie capacità.

Trovarsi in un gruppo che fa progetti in proprio, che aiuta a superare le difficoltà,che ha i suoi segreti, permette ai ragazzi sicuramente ancora oggi di potere sognare, e di potere credere in un mondo più sano, migliore di quello trovato.

Spero di donare a questi ragazzi un percorso entusiasmante un percorso simile a quelle barche che, “lontane dall’ondeggiarsi in mare, affrontano il vento e la paura, che non smettono ogni giorno della loro vita di uscire ancora una volta, che tornano in porto lacerate ma più forti e coraggiose di prima”.

I prossimi mesi vedranno questi miei ragazzi cimentarsi in diverse attività all’aperto ed in percorsi carichi d’avventura, con la speranza che possano vivere con felicità quest’esperienza.

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