L’esploratore e la scienza dei boschi

Fabio Sommacal – Commissario Nazionale Esploratori

“Quando volete osservare degli animali selvatici, dovete strisciare – cioè riuscire ad arrivare vicino a loro senza esserne visti, o fiutati. Quando tende un agguato a un animale selvatico, un cacciatore sta completamente nascosto. E così fa l’esploratore militare quando osserva o cerca il nemico.

Un poliziotto non sorprende i borsaioli andando a cercarli in uniforme; si veste come una persona qualunque, e sovente, per dare meno nell’occhio, guarda in una vetrina, in modo da vedere chiunque cammina dietro di lui, riflesso come in uno specchio. Se un colpevole si sente osservato, si mette in guardia mentre una persona innocente se ne infastidisce.

Perciò, quando osservate una persona, non vi mettete a guardarla fisso apertamente, ma limitatevi ad osservare i particolari che vi interessano con una occhiata o due. Se poi desiderate studiarla maggiormente, seguitela e guardandola dal di dietro potrete saperne altrettanto, e forse più, che non guardandola di fronte e, a meno che la persona pedinata sia uno Scout abituato a guardarsi attorno frequentemente, essa non si accorgerà affatto che la state osservando.” (Scoutismo per Ragazzi – 5. La Scienza dei boschi – 14^ chiacchierata “vedere senza essere visti”)

Baden-Powell, in tutto Scoutismo per Ragazzi, attribuisce un grande valore educativo a quella che chiama scienza dei boschi, e nel brano appena citato – anche senza tante esperienza da Capo – emergono tantissimi spunti di attività da fare con i nostri esploratori, per farli vivere in armonia con l’ambiente partendo dalla sua conoscenza.
B.P. ci stimola nella conoscenza di piante e di animali, e di come fare per osservarli, dedicandoci la 15^ e 16^ chiacchierata di S.p.R., perché è convinto (e lo siamo anche noi) che senza questa conoscenza non sia assolutamente possibile poter vivere in armonia con l’ambiente circostante.

La scienza dei boschi, quindi, parte dalle cose semplici, dallo studio di piante e animali accanto a noi, a quelle che incontriamo nelle nostre attività durante le uscite, i campi… è così che poi – in modo semplice e davvero naturale – possiamo stare bene con noi stessi, con l’ambiente che ci circonda, e con gli altri.
Lo studio della Natura fine a se stesso, non è proprio dello scoutismo; la Natura è l’ambiente nel quale viviamo le nostre attività e, speriamo sempre di più, anche la nostra quotidianità!

Vivere la scienza dei boschi non è conoscere la teoria, ma vivere la pratica, è far capire che nella Natura si sta bene, che con quanto si trova in Natura possiamo (ad esempio al campo, ma non solo) vivere bene, con le giuste comodità, con la giusta serenità; sì, perché un esploratore oggigiorno rischia di essere abituato a tutto fuorché al concreto e alla Natura, per cui potrebbe capitare che viva il campo, o una uscita, magari come un disagio, abituato alle comodità quotidiane… ma il problema non è che lui vada in cerca delle comodità, quanto che non conosce l’ambiente.

Provare a imparare a vivere la scienza dei boschi non vuol dire prendersi dei manuali e studiare, vuol dire semplicemente fare dell’ambiente circostante il nostro habitat di vita… impariamolo a fare con cose semplici, gli esploratori che il Signore ci ha affidato ci seguiranno!
Buona strada!

Posted in 2/2015, Giocare il Gioco