Laboratorio: Il buon Cittadino e il Bene comune

Marco Fioretti

Chiacchierata

Giochi

Spunti di riflessione in Gruppo

La chiacchierata declina cosa vuol dire essere buoni Cittadini e buoni Cristiani in una società che vivendo vaste e profonde trasformazioni demografiche, climatiche e sociali e ragiona sugli strumenti e sulle attività educative per preparare i ragazzi alle sfide future.

Inter-educazione… al futuro

Il quarantesimo compleanno delle Guide e Scout d’Europa italiani si compie in un mondo profondamente diverso da quello del 1976. Ma altrettanto importanti, secondo tutte le previsioni, saranno i cambiamenti ambientali e sociali, nel mondo e in Italia, nei prossimi quarant’anni.

Diversi di questi cambiamenti avranno un impatto diretto sulla nostra missione di educatori, imponendoci di comprendere sempre meglio il “Bene comune” da un lato, e dall’altro l’intereducazione, definita nel nostro Statuto come educazione all’altro in senso lato – compagno di scuola o di squadriglia, Capo ecc. – non necessariamente in riferimento ad una persona dell’altro sesso[1].

Uno sguardo al mondo di oggi

Rispetto a quando è nata l’Associazione sono in corso dei cambiamenti climatici “importanti”: basti pensare che chi è nato dopo il primo decennale dell’Associazione, nel 1986, non ha mai visto un mese “più freddo della media”[2]. Secondo l’agenzia ambientale dell’Onu[3] gli effetti principali dei cambiamenti climatici già in corso saranno:

  1. innalzamento della temperatura, che porterà in alcune aree alla riduzione della produttività agricola, alla degradazione dei suoli e a molti più incendi che in passato
  2. aumento del numero e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi
  3. innalzamento del livello del mare

I primi due effetti sono, tutto sommato, abbastanza facili da valutare ma non per questo da affrontare: dovremo essere sempre più preparati, e fare sempre più attenzione a dove e come campeggiamo. Quanto all’innalzamento dei mari, limitandosi all’Italia il livello del Mediterraneo ”rischia di alzarsi di 15-20 centimetri entro il 2050 e di 25-30 centimetri entro la fine del secolo”.[4]

La situazione sarà difficile anche dal punto di vista delle risorse primarie, cioè acqua e terra arabile. Nel 2029, cioè quando le Zampe Tenere e Cocci del 2016 prenderanno la Partenza, nel mondo potrebbe esserci solo un po’ più della metà (il 60 per cento)[5] dell’acqua che sarebbe necessaria per vivere come oggi. Questo è dovuto anche ai cambiamenti climatici, ma dipende soprattutto dagli stili di vita occidentali di oggi, alimentari e non: a livello mondiale, 7 litri d’acqua dolce su 10 sono “consumati” in agricoltura e/o allevamento. Ma per produrre un Kg di riso servono 3.500 litri d’acqua, un kg. di carne 15.000, e per una sola tazza di caffè 140 litri. È questo cambio della dieta la maggior causa del consumo di acqua[6] ed è anche per questo che nel 2056, fra altri quarant’anni, è possibile che “la maggioranza degli abitanti della Terra dovrà adattarsi a una notevole carenza di acqua dolce”.[7]

Le cose non vanno meglio per quanto riguarda la terra arabile. Rispetto a quando è nata l’Associazione, la Terra ha perso un ettaro su tre di terra arabile[8], e si prevede che fra altri quarant’anni ne avrà perso un altro ogni sei[9]. Sfide formidabili, insomma, rese ancora più interessanti dall’aumento di popolazione a livello mondiale. Come mostrano tabella e grafico a seguire[10], nel 2016 nel mondo ci sono due volte e mezza più persone rispetto a quando è nata la FSE, più del doppio da quando ha adottato l’Orifiamma e il settanta per cento in più da quando è nata l’Associazione italiana.

Quando i nuovi Cuccioli e Cocci del 2016 prenderanno la partenza, la popolazione mondiale sarà probabilmente il doppio di quello che era nel 1976, e fra nel 2056 un altro 30 per cento in più.

Popolazione mondiale, in milioni di persone, in alcuni anni significativi per la storia dell’FSE

1956

1966

1976

2016

2029

2056

2835

3420

4160

7334

8358

9806

Profughi e migrazioni

L’ultimo dei cambiamenti globali dei prossimi decenni che occorre citare qui è quello delle migrazioni. Secondo stime pubblicate ad aprile 2016[11] “dal 2008 al 2014, oltre 157 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro zone d’origine e, si calcola, che entro il 2050, potrebbero diventare 200 milioni”. Altre stime su quanti saranno costretti a migrare sono molto maggiori.

Particolarmente interessanti, per così dire, sono i “migranti ambientali”, termine che indica le persone costrette a fuggire dal proprio paese a causa di catastrofi ambientali e/o cambiamenti del clima (vedi il rapporto 2013 di Legambiente “Cambiamento climatico e migrazioni forzate”[12]). Il XXI secolo potrebbe essere definito come il “Secolo dei rifugiati ambientali”.

Molti di questi rifugiati peraltro non saranno riconosciuti come tali. Tutti sanno che i profughi siriani che da mesi cercano salvezza in Europa fuggono da una sanguinosa guerra civile. Pochi però sanno che una delle tante cause di quella guerra civile è la siccità che ha colpito la Siria tra il 2006 e il 2011[13].

E l’Italia?

Come si manifesteranno, in Italia, i fenomeni ambientali e sociali che abbiamo appena citato? Oltre all’innalzamento del Mediterraneo, è molto probabile che diversi vini e prodotti alimentari d’eccellenza saranno in una situazione diversa da come li conosciamo oggi: già nel 2015 la Coldiretti avvertiva che “salame, vino e formaggi italiani sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici”[14]. Dal punto di vista delle nostre attività, è altrettanto probabile che festeggeremo i prossimi quarant’anni dell’Associazione facendo Campi e Route a quote mediamente più alte di oggi, o in posti molto diversi. Ancora più importante, però, sarà quello che avverrà prima e a casa, cioè in sedi e Parrocchie.

È ormai da qualche decennio che l’età media in Italia e (anche se a ritmi più lenti) in tutta l’Europa, aumenta costantemente. Per farci un’idea della portata del fenomeno, possiamo dare un’occhiata alla figura seguente, che raggruppa le piramidi demografiche italiana ed europea dal 1976 al 2056[15].

Ogni striscia orizzontale di una piramide demografica indica quanti maschi e femmine di una certa fascia di età ci sono in una popolazione. La striscia in basso è la fascia d’età 0-5 anni, quella subito sopra 5-10 e così via.

Una forma del diagramma a piramide, cioè con tanti giovani e pochi vecchi, corrisponde a una società dinamica, con abbastanza lavoratori per pagare le pensioni degli anziani e prendersi cura sia degli anziani che dei bambini.

Una struttura “a punta di lancia”, come quella dell’Italia nel 2016, corrisponde a una società con un’età media più alta, quindi molto meno in grado di offrire quei servizi nello stesso modo, costretta ad alzare l’età pensionabile, ecc.

Ancora più difficile è la situazione italiana ed europea prevista per il 2056, data la loro struttura “a colonna”.

Qualche dettaglio in più è disponibile, per esempio, in un rapporto ONU del 20[16][17], secondo il quale l’Italia “dovrebbe ricevere molti più immigrati di quanti ne ha accolti prima del 2000, solo per mantenere la popolazione stabile. E in quel caso, nel 2056 il 18 per cento della popolazione sarebbe composta da immigrati arrivati dopo il 1995, o da loro discendenti”.

Ma per continuare a far funzionare scuole, ospedali, pensioni, assistenza sociale e livelli occupazionali nello stesso modo di oggi non basta conservare la grandezza totale della popolazione. Occorre invece mantenerne stabile l’età media. Ma per questo, secondo lo stesso rapporto, servirebbero flussi di immigrati tali da avere, sempre al 2050, una popolazione composta dal “40 per cento di immigrati dopo il 1995, e loro discendenti”. Ma migrazioni di questa portata non si sono mai verificate, ed è estremamente improbabile che si verifichino.

In ogni caso, al 1 gennaio 2015 gli stranieri residenti in Italia erano 5.014.437, pari all’8,2% della popolazione di cui solo 3 milioni e mezzo, cioè meno di 6 su 100, extracomunitari. Cioè molti di meno di quanto ritenuto da molte persone[18].

Gli impatti principali di tutti questi cambiamenti demografici sono sintetizzati nella figura seguente: in pratica, nel corso dei prossimi quarant’anni, potremmo arrivare a operare in una popolazione ridotta di alcuni milioni rispetto a oggi, ma con:

  • un’età media di 50 anni (oggi è meno di 45)
  • quasi un un milione e mezzo in meno di ragazze e ragazzi nella fascia d’età 8-21 anni
  • più o meno il doppio (su scala nazionale) di iscritti stranieri nelle tre branche.

Che fare?

L’unico scopo dei capitoli precedenti è ricordare alcuni cambiamenti sociali e naturali che sono già in corso, e dare un’idea qualitativa della loro enorme portata. Ci vorrebbe molto più tempo e molto più spazio ed un’equipe di professionisti per produrre un rapporto davvero rigoroso.

Premesso questo, ognuno di noi, scout o meno, dovrebbe per prima cosa capire che tutti i cambiamenti suddetti non dipendono da qualsiasi singolo governo attuale o recente, ma sono iniziati decenni fa.

Ancora più importante è accettare il fatto che, mentre per prevenire o almeno mitigare alcuni effetti negativi futuri dei cambiamenti climatici si può e quindi si deve (ricordate Padre Ivan?) ancora fare molto, il discorso è molto diverso per quelli demografici. A meno di catastrofi inimmaginabili, le tendenze citate continueranno per decenni.

Secondo, non disperare ma essere preparati. Come sappiamo e dobbiamo fare noi, ovviamente. La nostra missione è “formare buoni Cristiani e buoni cittadini”, con vocazione europea. Cosa ci dicono e cosa fanno, in merito ai problemi citati, la Chiesa Cattolica, lo Stato italiano e l’Unione Europea?

Buoni Cristiani…

La Chiesa ci dice, e non certo da ieri, di promuovere il bene comune. Ma che cos’è il bene comune? Nel 1961 papa Giovanni XXIII, nella Mater et Magistra[19], ci spiegava che “una sana concezione del bene comune… si concreta nell’insieme di quelle condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sviluppo integrale della loro persona (cap. 51, ma vedi anche 67)”.

Il Compendio della Dottrina Sociale Cattolica[20] definisce ancora più chiaramente il bene comune, in un modo che fra l’altro lo collega direttamente alla nostra concezione dell’intereducazione (Capitoli 164 e 165).

Quest’anno, con la Laudato si’[21], papa Francesco ha per così dire ulteriormente chiarificato le cose, integrandovi proprio i problemi descritti nei capitoli precedenti e riconoscendo anche il clima come bene comune (cfr. capitoli 23 e 25).

I capitoli 4 e 5 della stessa Enciclica ci offrono altre indicazioni, tanto preziose quanto inequivocabili sui doveri che ne risultano per tutti noi, in quanto Cristiani ed educatori Scout. Per ovvie ragioni di spazio ci limitiamo alla sola citazione dei punti più rilevanti (cfr. Paragrafi 138, 139, 142, 157 E 158), ma ogni Capo Scout, se ancora non l’ha fatto, dovrebbe davvero leggere tutta questa Enciclica.

… e Buoni Cittadini

Abbiamo promesso, facciamo promettere e continueremo a farlo, di “servire Dio, la Chiesa, la Patria e l’Europa”. Di motivi per mantenere gli ultimi due impegni ce ne sarebbero tanti, ma per brevità ne citeremo solo un paio.

Il primo è l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana[22] (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge … “).

Il secondo da non dimenticare, ora e nei prossimi decenni, è che la FSE è nata sessant’anni fa da giovani che[23]:

  • avevano sofferto per la guerra e si ritrovavano pochi anni dopo a vivere in un periodo di pace instabile
  • volevano creare un movimento che consentisse di realizzare una comprensione migliore fra tutti i giovani
  • erano ben coscienti che varie cause, fra cui l’idolatria della razza e delle nazionalità, avevano portato ad una divisione dell’Europa, facendole perdere di vista la dimensione del suo bene comune
  • sapevano bene che tutto ciò aveva portato all’immensa catastrofe della guerra mondiale
  • si dissero che era impossibile ricominciare ogni 20 anni a battersi gli uni contro gli altri
  • si impegnarono con tutte le loro forze in “questa battaglia contro coloro che vogliono seminare in noi la diffidenza e l’odio… andando verso gli altri, tutti con la stessa croce rossa caricata da un giglio d’oro”.

In pratica…

Dati, grafici e previsioni riportate nei paragrafi precedenti sono e vanno usati solo come stime di massima, per avere un’idea qualitativa di quali cambiamenti dovremo fronteggiare nei prossimi anni.

Premesso questo, la conclusione è che, qualunque cosa succeda a livello politico o economico, ci aspetta un servizio in un un’Italia molto più vecchia e diversa di quando è nata l’FSE italiana, o anche di oggi, in un mondo che deve fare molta più attenzione a quanto e come consuma.

Questo non significa affatto che non c’è più nulla da fare e tanto vale gettare la spugna! Abbiamo il dovere come Cristiani di amare il prossimo e tutelare il Bene comune più quello, come Scout d’Europa, di Essere Preparati e di educare all’altro. A questo si aggiunge (vedi 6o articolo della Legge) il dovere di contribuire a realizzare una società più ecologicamente sostenibile.

Per fare tutto questo siamo in posizione migliore di altri. Perché nell’Europa e nell’Italia del 2016 c’è ancora più bisogno che nel 1976 di un’Associazione che (vedi articolo 1 del nostro Statuto) “ha lo scopo di formare buoni cristiani e buoni cittadini” e “incoraggia nei giovani l’amicizia verso tutti gli uomini”, comprendendo ”le esigenze, la cultura, le tradizioni delle varie popolazioni” e rispettando “il territorio e l’ambiente naturale”.

In pratica, è necessario, in tutti i gruppi dell’Associazione, almeno fra RS, Fuochi e Clan, iniziare ad agire subito tramite azioni come quelle dell’elenco nel box a lato, che ovviamente va adattato alle situazioni locali ed è comunque solo un punto di partenza. Ognuno dei punti in quell’elenco è proposto, a seconda della sua natura, o come uno specifico tema di formazione capi (o inchieste in Clan e Fuoco) a livello di Gruppo o Distretto, o come singola attività concreta agli stessi livelli. Alla prima categoria appartengono proposte come sfatare le leggende urbane su migranti o istituzioni europee, alla seconda attività come acquisti all’ingrosso, o educazione alimentare e ambientale nei menu dei campi.

Cultura e Informazione

  • Leggere e far leggere! Non si scappa: per essere buoni cristiani e buoni cittadini, oggi e in futuro, è sempre più necessario anche leggere regolarmente, per..
  • riconoscere e diffondere l’informazione corretta, insegnando ai ragazzi a riconoscere i nuovi “cucù e ciarlatani”.
  • Attività pratica: gestire un angolo di book crossing in Parrocchia o sede scout

Intereducazione e Accoglienza

  • Razzismo e Xenofobia: sfatare i “miti” più comuni su profughi e migranti
  • Diffondere quanto le istituzioni europee effettivamente fanno (o non fanno) in tema di rifugiati e ambiente
  • Sforzarsi di raggiungere e far iscrivere ragazzi di comunità immigrate che spesso tendono a fare vita “a parte” all’interno delle loro Parrocchie o quartieri

“Scoutismo sostenibile”

  • adottare fin da questa estate menu per campi e Route con meno carni e più legumi, che hanno un minor impatto ambientale e rigenerano il terreno[24].
  • verificare con medici, nutrizionisti e altri esperti le dosi da usare quando si preparano i menu per i campi. Il motivo è che quanto un adolescente vorrebbe o riuscirebbe a mangiare non è necessariamente quanto gli servirebbe effettivamente. E anche ignorando l’ambiente, il peso medio dei bambini italiani è cresciuto di 4 Kg in 30 anni[25], e l’Italia è ai primi posti in Europa[26] per obesità infantile
  • evitare autofinanziamenti o altre attività basate sul “riciclo” o sul “recupero”, che in realtà trasformano rifiuti che erano riciclabili in un unico oggetto
  • sia per i campi che per le sedi, rifornirsi sistematicamente all’ingrosso di prodotti come detersivi, saponi ecc. acquistandoli se possibile sfusi e biodegradabili, di Gruppo o anche fra più gruppi.

Servizio, sostenibilità e Bene comune

  • sfruttare/chiamare/reinserire gli adulti, visto che la popolazione italiana diminuirà e invecchierà ancora per decenni
  • valutare la possibilità di allestire e gestire, nel proprio quartiere, un “orto urbano” o “orto solidale”[27]
  • scambiare regolarmente, almeno a livello di distretto, esperienze su come gestire unità sempre più multietniche
  • non farsi trovare impreparati alle conseguenze in arrivo nel proprio quartiere dei cambiamenti demografici già in atto, per esempio lavorando in Direzione di gruppo o formazione capi su temi specifici come:
  • “quali piani a lungo termine lanciare oggi, anche solo per mantenere costante il numero attuale di unità e iscritti del nostro gruppo?” “
  • “ha senso rimanere in questa parrocchia/zona, o è meglio programmare un trasferimento del gruppo in altra parte del quartiere, dove ci sono più giovani?”
  • “nei prossimi anni, quali saranno i lavori non a rischio di trasferimento in Cina più indicati per Rover e Scolte, cioè per chi ha già sviluppato certe abitudini, competenze eccetera” Ovvero, quali indicazioni, supporto, preparazione… possiamo dare ai ragazzi più grandi della nostra zona, nel loro cammino verso il mondo del lavoro?
  1. Intereducazione, Sussidio per la formazione Capi in Direzione di Gruppo – Quaderni di Azimuth – “Carta dello Scautismo”, Centro Studi ed Esperienze Scout Baden-Powell http://www.baden-powell.it/documenti/Carta%20dello%20Scautismo.pdf

  2. Per la precisione, l’affermazione è vera per chi è nato dopo il febbraio del 1985. Fonti: http://mashable.com/2014/03/19/29-years-cooler-than-average/

  3. Fonte: www.dire.it/22-04-2016/50307-lallarme-dellenea-entro-2050-possibili-200-milioni-profughi-cambiamento-climatico/

  4. Fonte: ANSA www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2012/11/26/Clima-esperto-rischio-20-cm-Mediterraneo-entro-2050_7860189.html

  5. Fonte: http://america.aljazeera.com/articles/2015/3/20/un-world-faces-40-percent-water-shortfall-by-2030.html

  6. Fonte: www.unwater.org/water-cooperation-2013/water-cooperation/facts-and-figures/en/

  7. Fonte: www.independent.co.uk/news/science/lack-of-fresh-water-could-hit-half-the-world-s-population-by-2050-8631613.html. Altra fonte sulla scarsità d’acqua: http://growingblue.com/water-in-2050

  8. Fonte: www.theguardian.com/environment/2015/dec/02/arable-land-soil-food-security-shortage

  9. Fonti: https://ourworldindata.org/land-use-in-agriculture ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/012/ak971e/ak971e00.pdf

  10. Fonti: www.census.gov/population/international/data/idb/worldpoptotal.php e www.geohive.com/earth/his_history3.aspx

  11. Fonte: Rivista ENEA, citata in www.dire.it/22-04-2016/50307-lallarme-dellenea-entro-2050-possibili-200-milioni-profughi-cambiamento-climatico

  12. www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_profughi_ambientali_2.pdf

  13. Fonte: www.internazionale.it/opinione/marco-morosini/2015/12/03/clima-profughi

  14. Fonte: www.tgcom24.mediaset.it/green/2014/notizia/salame-vino-e-formaggi-a-rischio-a-causa-dei-cambiamenti-climatici_2070285.shtml

  15. Fonte delle immagini: https://populationpyramid.net/it/

  16. Fonte: Replacement Migration, www.un.org/press/en/2000/20000317.dev2234.doc.html e www.un.org/en/development/desa/population/publications/ageing/replacement-migration.shtml

  17. Fonte: Replacement Migration, www.un.org/press/en/2000/20000317.dev2234.doc.html e www.un.org/en/development/desa/population/publications/ageing/replacement-migration.shtml

  18. Fonti: http://www.lenius.it/quanti-sono-gli-immigrati-in-italia-e-in-europa/, da dati ISTAT http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_INDDEMOG1

  19. http://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/encyclicals/documents/hf_j-xxiii_enc_15051961_mater.html

  20. http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html

  21. http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

  22. Da tenere in bella vista in tutte le sedi? http://www.quirinale.it/qrnw/costituzione/pdf/costituzione.pdf

  23. Libera sintesi da “Storia UIGSE-FSE”, http://centrostudi.fse.it/storia-uigse-fse/

  24. il 2016 è stato scelto dalla Fao (l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) come Anno Internazionale dei Legumi perché sono “fonte alternativa di proteine a basso costo, adattate a tutti i climi abitati e importantissimi per il benessere dei suoli”. Per dettagli, leggere www.repubblica.it/salute/alimentazione/2016/06/04/news/fagioli_piselli_e_ceci_cosi_con_i_legumi_sfameremo_il_mondo-141245908

  25. Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/17/quei-cartoni-animati-che-ingrassano-bambini.html

  26. Fonti: www.corriere.it/salute/cardiologia/11_febbraio_10/obesita-adolescenti-dipendenza-meli_408ae1fe-d084-11df-9b01-00144f02aabc.shtml www.panorama.it/scienza/salute/sanita-meno-bimbi-grassi-a-9-anni-ma-italia-al-top-in-ue-per-obesita-infantile/

  27. A titolo di esempio, segnaliamo il sito https://ortisolidali.wordpress.com

Posted in 4/2017