Presidente, ci puoi dire come è avvenuto l’incontro con Papa Francesco?
Ho avuto modo di incontrarlo in occasione della Veglia di Pentecoste dedicata ai Movimenti, le nuove Comunità, le Associazioni e le Aggregazioni laicali, il 18 maggio scorso. Piazza San Pietro era gremita da circa 200 mila persone, qualcuno l’ha definita “un cenacolo a cielo aperto: è stato veramente un bel momento di fraternità e di Chiesa.
Ci racconti cosa hai provato in quei momenti?
È stata un’emozione fortissima, perchè Papa Francesco ti prende davvero e ti arriva dritto al cuore! Lui dice che è Gesù che fa questo,che lasciar fare a Dio è il modo migliore per arrivare alle persone. Credo che questa sia un’indicazione preziosa per noi Capo e Capi:tanto più ci lasciamo riempire da Dio, tanto più faremo un buon servizio e saremo più felici! Sono grato davvero per il privilegio di aver potuto incontrare il Santo Padre. È una cosa che mi porterò nel cuore per il resto della mia vita.
Cosa hai detto al Papa? Cosa ha risposto?
Per prima cosa l’ho salutato a nome di tutti, gli ho chiesto di pregare per noi e gli ho assicurato la nostra preghiera. Anzi, a proposito vi invito – per mantenere fede a quanto detto – a pregare nelle nostre unità e nei nostri Gruppi per il Papa: è un impegno che vi chiedo di prendere, anche perché ce n’è tanto bisogno. Lui mi ha sorriso e mi ha ringraziato. È stato accogliente e paterno. Sappiamo che gli hai donato il libro “Con l’aiuto di Dio”.
Puoi spiegarci meglio?
Come segno di unione nella preghiera gli ho consegnato il libretto “Con l’aiuto di Dio”. Gli ho spiegato che è stato concepito come uno strumento per aiutare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a pregare, e che lo ha ideato un sacerdote speciale, gesuita come lui, Padre Ivan, che per la nostra associazione si è speso tanto, lasciando una traccia profonda che ancora oggi emerge dalla testimonianza delle nostre Capo e Capi.
Da questo incontro che indicazioni hai tratto per la nostra Associazione?
Il Papa mi ha manifestato di conoscere ed apprezzare lo scautismo e mi ha detto di aver nominato come suo successore a Vescovo di Buenos Aires proprio l’assistente nazionale degli scouts argentini. Questo significa che Papa Francesco è ben consapevole dell’importanza dell’educazione ed ha una valutazione positiva dell’esperienza dello scautismo, tanto da ritenere di poterla valorizzare. Rilevo anche una grande affinità nello stile del Papa con il nostro stile scout: quando ammonisce a non essere “cristiani da salotto” o “inamidati” mi pare di sentire una citazione di Baden-Powell… Credo sia importante meditare a fondo le parole del Papa, perchè sono una traccia chiara e sicura da vivere, come Associazione, insieme a tutta la Chiesa.