Intervista a quattro mani Caro Pietro… Cara Marialuisa…

Pietro: Cara Marialuisa, sono passati quasi tre anni dalla nostra nomina. Ci avviciniamo alla fine del nostro servizio, come
ti senti?
Marialuisa: A dire la verità la sensazione che provo è contrastante. Da un lato sono un po’ stanca e non vedo l’ora che arrivi l’inizio di giugno, per concludere un servizio molto impegnativo che mi ha mi ha fatto fare i salti mortali, tra famiglia e lavoro, ed ha assorbito le mie energie tanto (ma proprio tanto!).  Dall’ altro lato sono convinta che sia stata una opportunità di cui ringrazio il Signore! Opportunità di alzare lo sguardo su una realtà più ampia e variegata, opportunità di conoscere e di stringere legami forti di amicizia con tante persone. Ho provato con mano come le differenze possano diventare ricchezza e come solo lavorando assieme si possano realizzare grandi cose. Insomma, credo che la stanchezza sia stata ampiamente ripagata! E ora dimmelo tu!
Pietro: In effetti le sensazioni sono le stesse. Quando abbiamo iniziato avevo l’idea che sarebbe stata una cosa molto diversa dal servizio in Branca, ma ti assicuro che la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione: il servizio in alcuni periodi è stato capace di assorbire ogni energia. Però la fatica è stata davvero ripagata, ci sono stati momenti molto belli di cui ringrazio il Signore. Come hai detto tu, abbiamo avuto occasione di conoscere e stringere rapporti umani molto forti, di confrontarci su tante cose e di provare la serenità di trovarci d’accordo senza troppa fatica. Mi ha sorpreso anche la dinamica del Direttivo, così diversa da quella del Commissariato: insomma, potevi anche avvertirmi prima… visto che ci eri già passata, no?
Marialuisa: Troppo facile…Che ne pensi del lavoro in Commissariato?
Pietro: Mi ha davvero aperto una visuale diversa. Credo che la difficoltà maggiore sia quella che in questo tipo di servizio sono poche le occasioni in cui si può fare “fisicamente“ lo scout. Sono poche le volte in cui fisicamente si fa famiglia felice, avventura, strada, e questo rende tutto più complesso e più lento. È un po’ come quando devi montare una tenda grande, di quelle tende “casa” tipo militare. Mi è capitato da Rover e Capo Clan di doverle montare per i terremotati: all’inizio è un gran problema, centinaia di pezzi, metri e metri di tela, tanto tempo per definire la metodologia per issare, tanto tempo per coordinarsi, organizzarsi, confrontarsi, mettersi in discussione. Poi, lentamente e magicamente, ognuno trova il proprio ruolo ed il proprio incarico, e in maniera sincrona si issa… La tenda è su, poi occorre ancora un gran lavoro per renderla salda, per le finiture, per le impermeabilizzazioni. Insomma tutt’altro film rispetto al montare una tendina ad igloo. Le branche, senza ridurne il valore, sono forse un po’ come una tendina ad igloo. La loro storia, la costante esperienziale, l’unicità di vedute, i campi, la maggiore continuità, rende tutto più semplice. Però la grande tenda ha un tetto ampio, capace di riparare tutti e di contenere appieno il respiro associativo, e questo mi ha donato in tante occasioni una grande gioia. Che ne dici, la metafora ti sembra appropriata?
Marialuisa: Direi veramente azzeccata! Lavoro complesso quello in Commissariato: faticoso, perché tanti sono gli aspetti da non perdere di vista… e il tutto da condurre in contemporanea. È qui che si sperimenta come insieme si faccia meno fatica: ma questo l’abbiamo imparato prima, quando lavoravamo nell’igloo, nel contesto della branca. Ci è venuto abbastanza naturale riportare uno stile di lavoro fatto di dialogo e di sostegno reciproco. Certo, ci sono stati anche le difficoltà ed i momenti in cui ci si chiedeva se la strada era quella giusta!
Pietro: Devo dire che il cruccio maggiore è stato proprio quello di riflettere e di dire: “ma tutto quello che stiamo facendo arriva ai nostri ragazzi? E se arriva, come viene percepito? Anche il non avere un riscontro tangibile rende più complesso il servizio.
Marialuisa: Per me è stato importante trovare dei momenti di contatto con le Capo e con le ragazze. Questo in qualche modo mi ha ridato carica e slancio. È proprio necessario avere dei momenti di incontro con chi è destinatario del tuo servizio.
Pietro: Proviamo a sintetizzare, come si fa alla fine di un campo, l’esperienza di servizio di questi tre anni in una poche parole… COMUNITÀ, GIOIA, IMPEGNO, RESPONSABILITÀ
Marialuisa: Sono le mie stesse parole. Sottolineerei in particolare la comunità, dove ho sperimentato soprattutto la FRATERNITÀ e il SOSTEGNO RECIPROCO. E poi, se dovessimo sintetizzare quello che abbiamo fatto, io direi semplicemente… DEL NOSTRO MEGLIO!
Pietro: Pienamente d’accordo: insieme, del nostro meglio!

Marialuisa e Pietro Commissari Generali

 

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