Il superfluo…

Pietro Antonucci

“La felicità moderna consiste nel guardare le vetrine e comprare tutto ciò che ci si può permettere in contanti o a rate” (Erich Fromm)

Magari ci fermassimo a questo! Più di qualche analista economico ha infatti reso noti studi che dimostrano che oltre il 35% degli Italiani compra più di quanto si può permettere grazie al perverso meccanismo delle rate e del tutto compreso. Vediamo una realtà dove pur di avere tutto consumiamo tutto. Sappiamo rendere necessarie mille cose superflue, sembra che questo sia davvero lo sport del momento: un articolo di Gianfranco Ravasi su Avvenire di qualche tempo fa denunciava proprio l’apologia del superfluo, e mi torna prepotentemente in mente in questi giorni, nei quali comincia a salire la febbre del Natale.

Lo Scout è laborioso ed economo
Provando a rimettere al centro dei nostri pensieri questo illuminato articolo della nostra legge forse potremo fronteggiare la smodata tensione all’acquisto, al regalo, al superfluo. Si dice che Socrate visitasse spesso il mercato di Atene e a chi gli chiedeva la ragione di tanto interesse, visto che non acquistava mai nulla, rispondesse: “Vedo tutte le cose di cui non ho bisogno e di cui si può fare a meno nella vita…”
Sarebbe bello immaginarci in giro nelle più belle vie del centro, addobbate a festa, guardare tutto e con un sorriso valutare tutte le cose che non ci servono, forse così riusciremo a dare un valore più grande all’essenziale.

Nelle nostre attività insegniamo che ciò che non entra in uno zaino non serve, non è essenziale. Questo Natale proviamo a educare i nostri ragazzi anche a individuare prima ciò che non serve, pur non dovendo in nessun modo preparare lo zaino, altrimenti forse rischiamo di avere dei bravissimi Scout, quando sono Scout, ma tutt’altro in “borghese”.
Viviamo tempi in cui la parola crisi è entrata fortemente nelle famiglie, e ancora di più queste stesse famiglie ci chiederanno una mano per far capire a bambini e ragazzi il valore delle cose ed individuare il superfluo che ci circonda.
Alzi la mano chi di noi non ha sbuffato o protestato almeno una volta perché non sapeva cosa regalare, e non ne aveva neanche voglia, azzerando completamente il detto di San Paolo “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20,35).
Occorre recuperare da un lato la
gioia del dono, dall’altra evitare il superfluo e lo spreco. Ho provato su questo tema con il mio gruppo in questi anni due esperienze molto belle. La prima è stata quella di costruire per le famiglie un pacco regalo per i propri ragazzi che contenesse insieme il censimento del gruppo e l’uniforme completa, trasformando così una spesa necessaria per le nostre famiglie in un bel regalo, e riducendo quindi il costo di un altro regalo. I ragazzi e bambini hanno trovato sotto l’albero un bel pacco preparato dai capi con la nuova fiammante uniforme con il fazzoletto di gruppo. La seconda invece ha davvero toccato il cuore dei ragazzi, abbiamo chiesto loro di portare in sede un regalo ciascuno, preso tra i giochi che non usano più, per donarlo a bambini disagiati. Insieme ai capi i ragazzi hanno poi anche confezionato il regalo creando pacchi molto belli. Beh, non ci crederete, ma il 90% dei giochi erano nuovi, imballati e mai usati: qualche genitore pur di liberare gli armadi ne ha portati 4-5. Credo sia bello come Capi ingegnarsi in tal senso, educando al rispetto del denaro, al valore del lavoro ed alla capacità di rinuncia. Tutte cose che sono nel cuore dell’uomo dei boschi e della donna di carattere, ma che iniziano dal piccolo lupetto e dalla coccinella.

Buona Strada
Pietro RYS

Posted in 2011, 6/2011, Editoriale