Il Padre Ivan di tutti

otroci Zuzek - Cirila 11nov15Rok Pisk1

Credo che non capita spesso che uno straniero scriva per Azimuth.

Soprattutto poi se si deve scrivere di un personaggio, che voi probabilmente conoscete meglio di me. Perché molti avete almeno vissuto qualche campo con lui, e io invece l’ho visto una volta sola, e anche questo l’ho scoperto solo pochi mesi fa.

Mi è stato chiesto di scrivere questo articolo e lo faccio volentieri. Forse potrò condividere con la mia ricerca qualche aspetto nuovo per tutti. Perché mi sembra importante conoscere questa grande persona non per pura conoscenza, ma perché dopo quasi 12 anni dalla sua vera Partenza il suo esempio rimane un’ispirazione ed il suo insegnamento un forte punto di riferimento – non solo per gli scout, ma per tutti quelli che cerchiamo di seguire la via che lui indicava con le parole e con l’esempio: la santità.

La ricerca

Tutto iniziò la veglia della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria del 2014.

Era l’ultima sera della route con i miei rover e scolte. Abbiamo trovato alloggio nella Parrocchia di Isola, a pochi chilometri da Capodistria. E’ un posto piuttosto frequentato, anche perché il parroco don Janez per tutta l’estate ospitava le famiglie ed i sacerdoti che venivano lì per le vacanze al mare.

Lì incontrai uno dei fondatori della nostra Associazione. Facendo due chiacchiere mi raccontò di un certo p. Ivan, che era professore, parlava tante lingue, era un canonista, ma comunque amava tanto andare in montagna e soprattutto – era scout.

Pian piano cominciai a scoprire chi era questo padre. Ma a causa del lavoro non sono riuscito a fare molto di più che trovare il gruppo “In ricordo di p. Ivan” su facebook, che già a quel tempo mi colpì. Mi sembrava strano leggere tanti bellissimi racconti di questo padre Sloveno, che però da noi nessuno conosceva.

Da gennaio di quest’anno sono disoccupato. E quindi ho avuto tempo.

Anche se le preparazioni per il matrimonio – che con mia moglie abbiamo celebrato l’11 aprile – hanno preso parecchio tempo 🙂

Poi non so quando per la prima volta mi chiamò il fondatore della nostra Associazione, Peter Lovšin. Parlando mi disse anche qualcosa su p. Ivan. Era molto contento anche lui del mio interesse su p. Ivan, che lui conosceva personalmente.

Intanto leggevo tutto quello che sono riuscito a trovare su p. Ivan. Ma presto mi sono accorto che per approfondire ci sarebbe voluta almeno una visita a Roma, per cercare e incontrare chi aveva avuto la grazia di vivere e crescere con lui. Mi scoraggiava il costo del viaggio, soprattutto per un disoccupato. Allora Peter si offrì di pagare il viaggio. Così l’ultima barriera cadde e cominciò il lavoro.

E siamo andati a Roma. Mia moglie, tre amici ed io. Gli amici non hanno saputo di p. Ivan prima. Ma quei 4 giorni sono bastati e p. Ivan toccò anche loro. Sono stati giorni bellissimi, pieni d’incontri con persone splendide, e sono veramente grato al Signore per avere avuto questa opportunità. Anche se ci sarebbero volute almeno altre 3 settimane…

Adesso continuo il mio lavoro qui in Slovenia. Ho visitato il santuario mariano di Brezje, dove p. Ivan fece il voto durante la guerra e dove mandò la sua copia del Codice – firmata da papa Giovanni Paolo II, dopo la pubblicazione, come filiale ringraziamento a Colei che vegliava sul suo lavoro. Poi ho visitato altri gesuiti sloveni e dal provinciale ho ottenuto il permesso di fare la ricerca anche nell’archivio provinciale. Sono entrato in contatto anche coi membri della sua famiglia e ho avuto la grazia d’incontrare Andrej, l’ultimo dei 15 figli della famiglia Žužek, che vive negli Stati Uniti. Sto raccogliendo i sassolini e ognuno di essi rende più bello il mosaico della vita di p. Ivan.

E chi era p. Ivan?

Forse questo prologo giustifica il mio scrivere di p. Ivan. Certo non ho l’esperienza diretta, ma con lo studio forse mi sono creato un’immagine più completa della sua personalità. Comunque se faccio qualche sbaglio vi chiedo di correggermi.

Allora, chi era p. Ivan?

P. Ivan non era una persona caduta dal cielo. Aveva la sua storia senza la quale non si può in pienezza capire la sua grandezza. Mi limito ad accennare alcune cose dalla sua giovinezza che mi sembrano significative.

E’ nato come quinto in una famiglia numerosa. C’erano addirittura 15 bambini!

La sua famiglia era molto legata ai padri gesuiti che erano custodi del santuario di San Giuseppe a Lubiana. E tra i bambini il Signore chiamò 4 fratelli alla Compagnia di Gesù e 4 sorelle alla vita religiosa. Era la cosa per la quale France (papà di p. Ivan) pregò molto.

Venuta la guerra p. Ivan entrò nel gruppo dei domobranci, che combattevano contro la rivoluzione comunista. Ha fatto parte di questo gruppo piccolo, dai grandi di questo mondo destinato a perdere. E solo per miracolo si salvò dalla morte sicura con un salto dal treno, che portava i domobranci catturati al campo di concentramento di Teharje vicino a Celje.

La guerra lasciò segni nella sua vita. La disperazione di quelli che non credevano in Dio, anche se vincevano la guerra, e l’odio nei loro occhi gli ha fatto capire che si tratta del combattimento spirituale più che materiale. In quella situazione maturò la sua decisione di diventare gesuita.

Fuggì in Italia e lì trovò la sua famiglia in un campo profughi. Con tremore decise di svelare al padre la sua decisione, ma la sua risposta fu semplice: “Ivan, io ho sempre pregato per questo.” Anzi, fu il padre stesso che insistette perché i gesuiti accogliessero in noviziato oltre Niko, fratello minore di Ivan, anche Ivan stesso!

Dopo il noviziato a Lonigo (VI) i superiori lo mandarono a studiare a Roma diritto canonico orientale, cioè la legislazione delle Chiese cattoliche orientali.

Lui non solo si mise a studiare sulle Chiese orientali, ma fece il transitus ad ritum bizantino-slavicum e diventò egli stesso membro del rito orientale, che ai suoi tempi era poco conosciuto e poco apprezzato.

Per descrivere tutto quello che fece da canonista ci vorrebbero interi libri. Quando era Rettore del Pontificio Istituto Orientale si fondò – ed era lui che spingeva – la Facoltà di diritto canonico orientale, che è tuttora l’unica nel mondo. Era noto professore e grande studioso. Era motore della preparazione di un unico Codice di diritto canonico orientale – un lavoro enorme di quasi 20 anni. Ma nonostante questi suoi progetti il suo lavoro più importante – come lui stesso diceva – erano gli scout.

Perché? Durante la mia visita a Roma p. Cirillo raccontò una battuta che bene lo spiega. Dopo la pubblicazione del Codice nel 1990 p. Ivan preparò altri libri importanti sul diritto orientale. Alla presentazione di uno di essi confidò che nessuno di quei libri canonistici era il suo libro più importante. Il più importante era – secondo lui – l’Eccomi. Perché nessuno si mette a pregare dopo aver letto il Codice. Con il libricino “Eccomi” invece ha insegnato alle bambine a pregare. Ed è questa la cosa che conta.

Ecco, è questa la cosa che mi ha affascinato tanto. Un gesuita, professore, studioso, scout che non cambiava a seconda di quello che faceva: era sempre lui. E proprio questo essere “uomo di un pezzo” mi sembra una forte traccia di santità.

Chi è p. Ivan per me?

Mi sia permesso di scrivere qualche parola un po’ più personale. Perché nonostante il suo corpo già da quasi 12 anni riposa nel Cimitero Monumentale del Verano, p. Ivan per me è ancora molto, molto vivo.

Allora, chi è p. Ivan per me?

E’ questa la domanda più difficile, perché esige non solo di fare una sintesi di quel che ho letto e sentito di lui, ma vuol dire anche interrogarsi sulla mia vita da quando lo conosco.

Dire che è una grande persona sarebbe troppo riduttivo. Perché le grandi persone si ammirano e basta.

Per me invece p. Ivan è un maestro. Perché un maestro è vivo. E’ colui che vuole che io cresca come cristiano, come marito, come scout. E’ colui che mi dà l’esempio di un cuore grande che faceva sentire tutti speciali. E’ colui che mi fa capire che per la santità bisogna seguire la via dell’Eccomi, con un cuore semplice e pronto per fare la volontà di Dio. E’ colui che m’insegna che alla fine o una cosa è per Dio o è contro Dio. E’ colui che mi fa capire che si può vivere lo scoutismo autentico. Ed è colui che prega per me.

E’ un santo.

Lo scopo del mio lavoro

Ho scritto tanto, ma ancora non ho detto, cosa sarà il prodotto del mio lavoro: il mio intento è di preparare un film documentario che – Dio volendo – sarà pronto per l’anniversario della partenza di p. Ivan. Quella per la Casa del Padre… In quella occasione con la provincia Slovena dei gesuiti organizzeremo una serata, dedicata a p. Ivan. Con la Santa Messa nel Santuario di San Giuseppe a Lubiana, dove p. Ivan è cresciuto, ringrazieremo il Signore per lui; poi ci sarà la presentazione del film con qualche testimonianza (spero). Magari anche con una piccola mostra dei crocefissi e folletti di p. Ivan.

E un’ultima cosa. Molti mi chiedono, perché questo lavoro? Che profitto ne ho? Chi mi paga? Lo faccio semplicemente perché sento il dovere di farlo. Il dovere di far conoscere la santità di p. Ivan a tutti. Tranne le spese del viaggio a Roma tutto il lavoro è volontario. E’ una decisione. Semplicemente per lasciarmi la massima libertà nella ricerca.

E la paga? Se la presentazione di p. Ivan aiuterà qualcuno a rafforzare l’amore per Dio e per il prossimo, questo mi basterà.

1 Caposcout sloveno, incaricato branca R/S nel Associazione Guide e Scout Cattolici Sloveni (ZSKSS). Affascinato dalla personalità di p. Ivan Žužek sta facendo delle ricerche per scoprire e presentare la sua figura anche in Slovenia.

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