Il Concilio Vaticano II. Abbiamo bisogno gli uni degli altri

Riassunto della puntata precedente: dopo circa mezzo secolo di travaglio interiore, due guerre mondiali e la modernità che velocemente sta trasformando il mondo, la Chiesa si trova, alla morte di Pio XII a dover scegliere il suo successore. Tutto direbbe che il nuovo papa debba essere il cardinale di Milano, Giovan Battista Montini, che però non fa parte del Conclave, e quindi non sarebbe ancora conveniente eleggerlo. Come fare, chi scegliere? La scelta cade su un anziano (non che gli altri fossero dei giovanotti) cardinale, già apprezzato per il lavoro svolto come nunzio in Bulgaria, Turchia e Francia in momenti delicati per la storia di quei paesi, sufficientemente vecchio per essere considerato un papa di transizione e considerato abbastanza tradizionalista per non dare colpi di testa… Appunto: il candidato ideale è il patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, un contadino di Sotto il Monte, nella bergamasca… Contadino cervello fino. E così il 29 ottobre del 1958 inizia il pontificato di Giovanni XXIII, conosciuto con l’appellativo di “Papa buono”, ma che sarebbe da chiamare profeta per rendergli giustizia. Tutto procede per il meglio? Macché! Il 25 gennaio 1959 Giovanni XXIII dice di aver da fare 3 annunci; e quali saranno? Mistero presto svelato dal papa stesso: il primo riguarda la riforma del Codice di Diritto Canonico, promulgato ormai nel 1917 (capirai…!); poi c’è l’indizione di un Sinodo per la Diocesi di Roma (wow, ’na botta de vita!); ma la bomba vera arriva quando l’annuncio riguarda l’intenzione di indire un Concilio Ecumenico, che, nelle intenzioni avrebbe dovuto completare il Concilio Vaticano I, conclusosi in maniera rocambolesca il XX settembre 1870, con la presa di Porta Pia. Panico e paura: un Concilio non è uno scherzo… bisogna preparare, pregare, discutere, decidere: un lavoro pazzesco!

Ma soprattutto: di cosa si parla? Vabbè, la si può risolvere dicendo che la modernità è brutta e cattiva, ma la percezione è che si tratterebbe di un autogol. Le leggende narrano che da Milano, l’arcivescovo Montini, raggiunto dalla notizia abbia esclamato: “Sono cose da pazzi!”. Ma intanto, giorno dopo giorno, l’idea del Concilio entra nel cuore delle persone, attira l’attenzione dei media, diventa oggetto di discussione e preghiera nelle parrocchie, nelle realtà ecclesiali, nei seminari… E nel frattempo i teologi studiano, preparano schemi e si confrontano per vivere quel mandato di Giovanni XXIII che si può riassumere in un neologismo coniato apposta: aggiornamento! Sì, si capisce che la Chiesa ha un tesoro antico da donare, ma che il linguaggio rischia di essere superato, e se il destinatario non lo capisce c’è poco da annunciare! E dopo anni di preparazione, finalmente, l’11 ottobre del 1962 si può cominciare… Andate a leggere il discorso di Giovanni XXIII alla luna: è commovente, e la dice lunga sul nuovo linguaggio! La cosa importante è che comincia un Concilio veramente ecumenico, al quale, cioè, partecipa la chiesa di tutto il mondo e di tutti i riti cattolici: un’esperienza assolutamente nuova e straordinaria; e a completare la gioia dell’incontro c’è anche l’invito ai fratelli separati (protestanti e ortodossi) a partecipare come uditori. Sul tavolo ci sono da definire tante cose: cos’è la Chiesa? Da quali fonti attinge il suo nutrimento? In che modo prega il suo Signore? Come deve provare a camminare con il resto del mondo? Quali relazioni deve intrattenere con i fratelli separati? E le altre religioni, come possono aiutare l’uomo ad incontrare il Dio vivo e vero? E poi, come usare i nuovi mezzi di comunicazione di massa che si stanno imponendo, quale modo per intendere il rapporto tra il clero ed i laici, e via discorrendo? Insomma, ci troviamo di fronte ad un’esplosione di vivacità e a una mole di lavoro immensa. In tutto questo lavorio, il 3 giugno 1963 il papa buono raggiunge il suo papà e la sua mamma nel Signore…

Tocca a Montini raccogliere l’eredità di Roncalli e portarla avanti, lui che, probabilmente, in un’avventura del genere non si sarebbe mai lanciato. Ma tant’è: lo Spirito Santo riesce ad essere, talvolta, anche burlone: ad uno dona la profezia per mettere in moto un processo di riforma grande, ma non la preparazione per portarla avanti; all’altro non regala un cuor di leone, ma un intuito ed una preparazione straordinari per condurre in porto un’opera fondamentale.

Chissà, che voglia insegnarci che nessuno di noi da solo può risolvere tutto, ma che abbiamo bisogno gli uni degli altri?

Foto inviata ai lupetti dell'ASCI con la benedizione di Papa Giovanni XIII

Foto inviata ai lupetti dell’ASCI con la benedizione di Papa Giovanni XIIIAzimuth_concilio_3

Che siamo chiamati a costruire non pensando di vedere tutti i frutti del nostro lavoro, fidandoci di chi verrà dopo, il quale non può pensare di essere colui che ha inventato tutto, ma ricevendo ha un debito nei confronti di chi lo ha preceduto, pur nella consapevolezza di dover leggere i suoi tempi ed interpretarli? Mah, sarebbe bello poterne discutere, ma… non perdiamo il filo! Con Paolo VI il lavoro iniziato nel 1962 prende sostanza e diviene documento, anzi, un insieme di documenti, fin quando, dopo tre anni di lavoro e quattro sessioni, il 7 dicembre 1965 il Concilio Vaticano II viene dichiarato chiuso nella sua fase di studio. A questo punto si apre una fase nuova, quella dell’attuazione. Come fare in modo che le istanze non rimangano lettera morta, ma prendano cuore e respiro?

Ma soprattutto si pone già da subito il problema dell’interpretazione di quanto i Padri Conciliari avevano detto, anche perché, ogni documento, in ultima analisi, viene recepito dal popolo di Dio e vissuto, e la vita non sempre è un documento stampato. Mi sembra che quello sforzo avvenuto 50 anni fa meriti di essere conosciuto ed applicato. Vedete, del Concilio, come di tante cose, si parla tanto… Chiunque cerca di stiracchiarlo per poter sostenere le proprie tesi e le proprie condotte; ma… lo si è letto? Mi spiego: il Concilio a cui spesso ci riferiamo è il Concilio Vaticano II o una nostra fantasia, un’interpretazione personale, molte volte non suffragata neanche dalla conoscenza?

Allora prepariamoci alle prossime piccole sfide: facciamo parlare il Concilio attraverso i suoi testi, leggendolo, rileggendolo, cercando di capire cosa e perché ha detto….solo così potremo costruire la chiesa di oggi e di domani; ma per far questo ci vuole molto rigore, e anche l’umiltà di fermarci un momento dove non capissimo le cose e rivedere le nostre posizioni, laddove i testi ci indicassero un’altra strada!

DON RICCARDO ROBELLA

CONCILIO VATICANO II • LE DATE

Annuncio papa Giovanni XXIII 25 gennaio 1959

Indizione 25 dicembre 1961 con la bolla Humanae salutis

Apertura 11 ott 1962

I sessione 1962

Intersessione 1962-1963

Muore Giovanni XXIII 3 giugno 1963

Viene eletto papa Paolo VI 21 giugno 1963

II sessione 29 sett 1963-1964

III sessione 1964

IV sessione 1965

Chiusura 7 dicembre 1965

 

• Costituzioni

Sacrosanctum Concilium sulla Liturgia (4 dicembre 1963)

Lumen Gentium sulla Chiesa (16 novembre 1964)

Dei verbum sulla Parola di Dio (18 novembre 1965)

Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (7 dicembre 1965)

• Decreti

Ad Gentes sull’attività missionaria della Chiesa (7 dicembre 1965)

Presbyterorum Ordinis sul ministero e la vita dei presbiteri (7 dicembre 1965)

Apostolicam Actuositatem sull’apostolato dei laici (18 novembre 1965)

Optatam Totius sulla formazione sacerdotale (28 ottobre 1965)

Perfectae Caritatis sul rinnovamento della vita religiosa (28 ottobre 1965)

Christus Dominus sull’ufficio pastorale dei vescovi (28 ottobre 1965)

Unitatis Redintegratio sull’ecumenismo (21 novembre 1964)

Orientalium Ecclesiarum sulle chiese orientali (21 novembre 1964)

Inter Mirifica sui mezzi di comunicazione sociale (4 dicembre 1963)

• Dichiarazioni

Gravissimum Educationis sull’educazione cristiana (28 ottobre 1965)

Nostra Aetate sulle relazioni con le religioni non cristiane (28 ottobre 1965)

Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa (7 dicembre 1965)

 

 

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