Il CAPO testimone credibile

Quante volte, nei nostri campi scuola, nei nostri incontri, ci siamo detti che il Capo deve essere un testimone credibile nei confronti dei ragazzi? Quante volte, a fronte di queste parole, ci siamo immaginati nelle nostre attività di riparto, davanti alle nostre squadriglie, a dimostrarci persone limpide, a dimostrare tutto il nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare, con tanto desiderio di testimoniare la nostra Fede attraverso (anche) delle bellissime Veglie, dei momenti di forte spiritualità, delle Sante Messe vissute in modo forte, personale e profondo?

Ma quante volte ci siamo chiesti, nella nostra quotidianità, e se il mio esploratore fosse qui adesso assieme a me, cosa penserebbe del suo Capo? Gli sarei davvero di esempio, gli sarei davvero un testimone credibile come lui si aspetta e io spero tanto di essere? Una prima considerazione che mi viene naturale è: il Capo è testimone di cosa? La risposta la trovo nel Vangelo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13,35). Eccolo, l’Amore, e null’altro, quello di cui Gesù ci chiede di essere testimoni, l’Amore. Un Amore che ci chiede spesso sacrificio, perché amare non è facile, lo sappiamo bene ed è inutile negarlo; non è facile essere persone che amano gli altri nel mondo del lavoro, che amano quando ci viene chiesto di essere solidali con chi ha meno di noi (rinunciando a qualcosa, o forse tutto, per donarlo agli altri… come è stato chiesto invano all’evangelico giovane ricco), non è facile amare quando questo ci chiede quanto di più abbiamo di prezioso nella società odierna: il tempo! Già, fatichiamo molto a trovare il tempo di amare, a stare accanto a chi ce lo chiede, ad ascoltare anche in silenzio le sue parole, a donare un semplice sorriso, ma che può aprire un altro cuore: quando si ama davvero chi lo riceve il nostro amore lo sente, lo sente forte, e a sua volta lo vuole ridonare… è una catena che non si ferma mai, è una “rivoluzione” silenziosa… ops! è una “buona novella” silenziosa, ma di quei silenzi che si sentono nel mondo più forti delle urla!

Eccolo, il segreto, semplice, bello, profondo, che ci viene chiesto nella nostra testimonianza: donare amore, donarci il tempo di amare. Sì, perché il tempo per amare gli altri non è mai un tempo perso, è un tempo regalato agli altri, ma anche a noi stessi, e al tempo stesso a Dio; amare poi gli altri come sé stessi vuol dire essere coerenti, amanti e amati, di e da noi stessi! Ma il tempo è davvero così prezioso nella nostra società? Sì, perché è una società che ci chiede di essere sempre on line, ci chiede cosa pensiamo, cosa proviamo, ci chiede di dirlo di continuo agli altri, dalla sveglia a notte fonda, anche se gli altri non sono accanto a noi! Ma amare è anche e soprattutto donare la nostra presenza, è far sentire l’altro che ci parla come la persona, l’unica, alla quale stiamo pensando, la persona più importante per noi in quel momento, la persona verso la quale tendiamo con tutte le nostre forze per donare il nostro amore, che poi si concretizzerà magari con qualche successiva azione, ma anche magari con un semplice abbraccio, un sorriso, una stretta di mano, una parola di conforto, una mano tesa che indica semplicemente la direzione verso la quale camminare assieme.

Ecco cos’è essere testimoni credibili: è essere Testimoni d’amore, è donarci e donare agli altri il tempo di esserlo; quante volte le nostre rinunce sono fatte per mancanza di tempo? O forse è mancanza di amore? Chiediamocelo, nel silenzio della sera, prima di coricarci, se le nostre mancanze di tempo sono fatti oggettivi o forse nostri piccoli e grandi egoismi. Mi è capitato, in un incontro, di sentire un relatore parlare del tempo alla sua platea, e chiedere chi di loro avesse ogni settimana 4 ore libere… e nessuno ha dato risposta affermativa; al suo successivo stimolo: “ma se vi venisse chiesto di fare un viaggio a settimana in quelle 4 ore e guadagnare 10.000 euro per quel viaggio il tempo lo trovereste? E per 5.000 euro? E per 1.000 euro? E per 100 euro?” Eccolo… il nostro tempo, il suo valore… ma se tutti riconosciamo che i soldi vengono ben dopo l’amore, perché non ce lo doniamo davvero il tempo di amare? Pensiamoci… io per primo!

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FABIO SOMMACAL – Commissario Nazionale Esploratori

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