Pietro Antonucci
Mi viene chiesto un contributo in grado di poter ricordare a tutti noi una figura cruciale della nostra storia Associativa. Fernando Valchera.
Quando capita di dover raccontare qualcosa di molto importante, si corre il rischio di banalizzare o comunque di non riuscire a trasmettere quei sentimenti o quei valori che sottostanno a ciò che vorremmo dire. E questo per me è particolarmente vero, specie nel dover parlare dell’Avv. Fernando Valchera.
Mi torna in mente la difficoltà che il mio amico Marco Turriziani, anche lui di Frosinone, mi esternò un po’ di anni fa, quando toccò anche a lui questo stesso onere, in occasione del 50° anno dello scoutismo a Frosinone.
Impossibile fare una descrizione oggettiva, allora mi sembra che la cosa migliore da fare sia affidarmi almeno in parte a quello scritto fresco e vero, perché scritto quando l’Avvocato era ancora con noi. Marco mi perdonerà l’uso speculativo di parte del suo scritto perché insieme abbiamo imparato a camminare con l’Avvocato e insieme ci piacerà ricordarlo.
Nella “nostra“ lingua l’Avv. Valchera è stato un fedele compagno con cui cacciare nella giungla, un vecchio Lupo dal pelo grigio che non perdeva mai la traccia. Uno scout di 1 classe, un Capo squadriglia capace di portare sempre alla vittoria la sua squadriglia. Un compagno di strada con su cui contare sempre per dividere il carico dello zaino. Un Capo, un riferimento sicuro, indiscusso… per noi incarnazione e testimonianza della stessa Legge scout.
Il suo nome, per noi, è sempre stato “Avvocato”: non era un titolo, una fredda quanto professionale qualifica, ma un nome di caccia: quante volte dalla tenda cambusa, o sotto l’alza bandiera rispondeva a noi che lo chiamavamo “Avvocà…” stando al gioco, al nostro gioco che ha vissuto intensamente per tutta la sua vita assieme a tanti giovani, assieme a tutti noi.
Non solo la sua attività scout merita attenzione, ma la sua esperienza di vita è davvero interessante. La sua gioventù è stata in buona parte risucchiata dalla grande guerra, vissuta in prima persona come ufficiale degli alpini1, prima al fronte e poi nei campi di prigionia, vissuta in una famiglia che ha visto decimare i suoi figli proprio dalla follia della guerra.
Tuttavia, come spesso ci ha raccontato, nel disegno tracciato dalla Provvidenza, tutto ha un senso e forse proprio in quei momenti difficili ha preso forma la sua straordinaria e particolare vocazione.
Nel gioco dello scautismo entra da adulto, nel 1957. Giovane Avvocato di Frosinone, con un’importante tradizione familiare alle spalle e un impegno sociale già consolidato, non esita a lanciarsi in questa nuova avventura che proprio in quegli anni, ad opera di alcuni giovani Capi dell’ASCI, prendeva forma in Ciociaria.
Da quel momento, con una costanza ed una continuità che non ha eguali, inizia il suo servizio scout. Diversi sono gli incarichi che ha ricoperto: noi “bocia” ne ricordiamo solo una parte, Consigliere Nazionale, Commissario di Distretto, due volte Presidente dell’Associazione ma soprattutto Capo del Gruppo scout Frosinone 1 e punto di riferimento assoluto dello scoutismo ciociaro.
Lo scoutismo a Frosinone ha ed ha avuto tanti e validi protagonisti, ma va riconosciuta all’Avvocato la costanza e la capacità di non mollare mai, di stare continuamente vicino ai suoi bocia, di lanciarci nelle responsabilità senza però mai abbandonarci, di essere la nostra rete di sicurezza, il riferimento sicuro dove cercare consiglio e conforto.
La sua capacità di esserci, di trasferire fiducia, senza mai ingombrare, senza mai prevalere, con una leggerezza straordinaria, credo sia stato un esempio che dovremmo riscoprire.
Il vecio era classe 1916, ma chi lo conosceva sa che la sua età anagrafica non ha mai coinciso con il suo spirito: sempre pronto, sempre aggiornato, sempre presente anche in attività, capace di ammaliare sia giovani lupetti che vecchi capi. Passava dal promuovere e dal gestire la formazione capi del distretto sulla dottrina sociale della chiesa a raccontare il Concilio Vaticano II alle riunioni di alta squadriglia del riparto femminile. Tenendo sempre tutti e comunque in trepidante attesa.
Chi come noi ha avuto la fortuna di camminare con lui lo ricorda davanti alla fila a scandire un passo lento inesorabile da Alpino. Preciso nei 50 di cammino, impassibile nei suoi 10 di sosta.
Al campo: tra tanti ragazzini la sua figura era subito notata come quella di una persona importante, senza però averne pretesa o atteggiamento. Anzi tra i suoi ragazzi si è sempre riservato incarichi marginali: ai campi era cambusiere, cuciniere e, con tecnica sopraffina, anche ambulanziere.
Capace di stare ai tavoli delle riunioni, dove si fa lo scautismo “pensato”, ma anche ai campi, insieme ai ragazzi, a giocare la grande avventura!
La sua presenza conferiva al campo un rigore ed uno stile particolare, ma soprattutto a noi capi la tranquillità di quello che stavamo facendo. Per fare un paragone caro a chi ama e pratica la montagna, avere l’Avvocato in attività era come avere la corda di sicura ben legata all’imbrago ed affrontare crepacci o dirupi in tutta tranquillità.
Indimenticabili le chiacchierate fatte nella sua tenda: attorno ad una lampada a gas, su degli sgabelletti costruiti appositamente per i suoi ospiti, ci accoglieva per ascoltare i nostri programmi, scambiarci idee, per delle brevi riflessioni, per qualche consiglio che con grande discrezione ci offriva e poi, a sera, dopo aver pregato insieme la compieta, con un cicchettino serale ci dava la buona notte.
Mai di cattivo umore, mai adirato, sempre disponibile: per noi era veramente sempre pronto. La sua casa sempre aperta, la sua biblioteca sempre disponibile, il suo sorriso e conforto c’erano sempre. Quando fui nominato Commissario Nazionale di Branca Rover andai da lui, per sfogare un po’ della mia ansia. Mi offri il caffè, “sempre corretto”, e con calma ragionammo del cosa e del come fare.
Quando andai via con una serie di appunti e libri (non si poteva uscire da casa dell’Avvocato senza libri in mano), salutandomi e sorridendo mi disse: “Pietro non ti preoccupare, hai solo un clan più grande, fai del tuo meglio e vuoi bene ai tuoi Rover, al resto pensa Lui”.
Ciò che possiamo davvero imparare da una figura come l’avvocato Valchera è la forza della testimonianza. Del trasmettere facendo insieme strada.
Possiamo scoprire nella sua testimonianza il valore del servizio scout ed il senso dell’impegno laicale; frequentando un “laico” abbiamo capito il valore della nostra dignità di Cristiani; pregando insieme abbiamo scoperto il valore della preghiera ed il senso della liturgia.
Il Gruppo, il nostro Distretto, L’Associazione, tutti noi dobbiamo essere particolarmente grati alla Provvidenza per questo grande dono che ci ha fatto.
Nell’ultima sua Uscita scout, in occasione del conferimento della presidenza onoraria della Associazione FSE, ci ha lasciato queste parole che credo più di tutto possano restituirci il personaggio.
“Vi sono grato di questo. Vi invito a mantenere l’Azimuth, ma un Azimuth che deve essere fondato su Cristo, che vive in voi ed è dentro di noi. Viviamo questa realtà. È dentro di noi e operiamo per Lui, dobbiamo testimoniarLo, Lui. Grazie di cuore”.
FERNANDO VALCHERA
1979 – 1982 Tesoriere
1983 – 1988 Presidente
1988 – 1991 Vice Presidente
Commissario del Distretto di Frosinone dal 1977 al 1979, dal 1980 al 1982, dal 1983 al 1984.
1 Capitano degli Alpini Battaglione Intra, Croce di Guerra al Valor Militare – Vides, Balcani 7.5.1942