“Fare strada” in 40 anni

Scolta-2016Barbara Orioni – IR Scolte Regione Ovest

XL sulla Strada…

Chi ha un po’ di pratica con i numeri romani avrà già capito che non si tratta di un sentiero molto ampio, di uno zaino ingombrante o di un SUV.

XL, secondo la numerazione romana, vuol dire 40 e altrettanti sono gli anni compiuti dalla nostra Associazione.

E’ comunque interessante associare questo numero al concetto di extra-large: basti pensare a quanta storia ci appartiene, a quante avventure vissute, a quanti ragazzi e ragazze sono cresciuti nelle nostre unità, a quanti campi realizzati e a quanta strada percorsa!

In occasione di questo importante compleanno, la Pattuglia Nazionale Scolte ha preparato un numero speciale di “Filo Rosso” dove è riportato un modo per scoprire come è cambiato il modo di “fare strada” nel tempo.

Nell’intervista doppia che segue sono riportate le risposte di Paola, Capo Fuoco degli anni ’70-’80 nel Roma 5 e di Martina, Scolta di oggi nel Roma 11, ad alcune domande sulla preparazione e realizzazione della Route.

Paola

Martina

Quando si comincia a preparare la Route?

Cominciavo a preparare la Route 4 mesi prima. Si ideava in linea di massima il percorso poi si andava a verificare di persona il tutto almeno due mesi prima.

La route si comincia a preparare nel periodo di Gennaio/Febbraio.

Il tempo di preparazione è però correlato al tipo di Route che si va a svolgere e al tempo che gli si deve dedicare.

Come si traccia il percorso?

In base alle capacità delle ragazze. La Capo Fuoco percorreva tutto il percorso a piedi prima e poi riportava tutto nel dettaglio in Direzione di Gruppo e poi in Fuoco. Il problema era che molte Scolte, essendo all’inizio della nascita della nostra associazione, non avevano mai fatto scoutismo prima e bisognava convincere e rassicurare i genitori, soprattutto perché erano solo donne.

Il percorso si traccia soprattutto in base alle possibilità e capacità del Fuoco, in base ai luoghi che il Fuoco vuole visitare e ovviamente regolandosi in base ai luoghi in cui è possibile pernottare, rifugi o tendine.

Quanti i giorni di cammino?

10 – 13 giorni.

5-7

E quanti km ogni giorno?

All’incirca 10 – 13 di media a seconda delle tappe ma è capitato in Route internazionale anche 30 perché era fatta anche con i Clan.

In una Route si possono contare una media di 7/8 chilometri al giorno, divisi tra mattina e pomeriggio.

Ti sei mai persa?

No.

Fortunatamente no!

Che tipo di cartina hai utilizzato/ usi?

IGM e Touring.

Possono essere usate cartine di molti tipi. Quelle che usiamo di più sono le cartine che si possono trovare in qualsiasi libreria all’interno di libretti turistici per itinerari di trekking.

Ho raccolto informazioni da …

Da persone tipo il Parroco, i carabinieri o i genitori che provenivano da quelle parti.

Le informazioni sul posto possono essere ricavate da siti internet o da libretti turistici del posto, è possibile anche contattare la Pro loco per avere maggiori e più precise informazioni.

Come ho preso / prendo accordi per i luoghi di pernottamento?

Per telefono e poi andando a conoscere i proprietari/i parroci personalmente prima della Route.

I proprietari/custodi dei luoghi del pernottamento è preferibile contattarli per telefono per essere più sicure, ma è possibile anche contattarli per e-mail.

Se dico Route penso a…

L’alta montagna era la meta più desiderata ma alla fine si sceglieva più collina o Centro-Appennini; non si saliva mai in quota perché non si era molto attrezzate e le Scolte non erano abituate ad andare in alta montagna essendo nate in una città di mare come Ostia.

Personalmente preferisco la montagna.

In particolar modo le Alpi.

L’ equipaggiamento base di una equipe:

Tendina canadese da 2, fornelletto a gas, bombole di ricambio, PS, bussola, cordino, scatolame per mangiare ma si incontrava quasi sempre un paese dove si faceva spesa giornaliera.

Tendina a igloo, cibo, cordino, telo termico, cassetta di pronto soccorso, bussola

I fornelletti a gas sono spesso sostituiti da spiritiere ad alcool più economiche, ecologiche e reperibili.

Il mio equipaggiamento personale

Zaino militare quello a palletta con i due tasconi frontali, sacco a pelo a mummia verde militare (c’era solo quello) molto ingombrante e pesante, pedule tipo Clark, uniforme per camminare in pantaloncini e maglietta bianca, uniforme completa gonna camicia e basco, maglione blu dell’uniforme, occorrente per la notte (tuta), bacinella per lavarsi, occorrente per lavarsi, Kway, poncho, piumino, PS personale, gavette militari con posate, tazza/bicchiere possibilmente quelli di latta, borraccia, torcia, fiammiferi e giornali, carnet di marcia, vangelo e penne.

Zaino (ora sono super-tecnici, hanno spallacci imbottiti e regolabili in base all’altezza di chi lo porta), sacco a pelo (diverso a seconda della temperatura di confort e soprattutto poco ingombrante), stuoino, scarponi (di materiale impermeabile e dotati di suola antiscivolo e resistente al calore), magliette blu (ne esistono in tessuto tecnico traspirante), pantaloncini blu,

uniforme completa gonna, camicia, maglione blu e basco, occorrente per la notte (pile), intimo, sacchetto pulizia, catino pieghevole per lavarsi, infradito, poncho, giacca a vento, PS personale, gavetta con posate, borraccia (o camel bag), torcia (da testa a led), accendino, carnet di marcia, vangelo e penne.

Certo che di cambiamenti ce ne sono stati!

Ciò che balza agli occhi è il miglioramento dell’equipaggiamento, ma se è molto più leggero, comodo e sicuro di una volta, perché i chilometri percorsi oggi sono di meno?

Se è vero che è molto più semplice reperire informazioni, chiedere permessi (grazie alle tariffe telefoniche “flat”, a Internet, ecc…) e fare attenzione all’aspetto sicurezza, perché molti dei nostri Fuochi non fanno strada oggi?

Ultima osservazione, se ora esistono carte topografiche aggiornate, se la tecnologia permette di pianificare un percorso molto velocemente (bussole da carta, gps, google earth, ecc…), perché organizziamo solo 3-4 giorni di cammino e la chiamiamo Route?

Grazie Paola e Martina per farci riflettere sul nostro “fare strada” oggi.

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